venerdì 31 gennaio 2014

PARLIAMO DI TIROIDE - DIAGNOSI PRECISA PER UNA CURA PRECISA


La tiroide è una ghiandola endocrina situata nel collo giusto al di sotto di dove si colloca il pomo d'Adamo (prominenza laringea). Secerne ormoni che vengono utilizzati da ogni tessuto del corpo. Questi ormoni sono responsabili per l'energia del metabolismo, la termoregolazione, lo sviluppo del cervello, come pure ad aiutare gran parte degli organi a funzionare in modo proprio. L'ormone principale è la tiroxina (T4) e la quantità di ormone prodotta è controllata da un'altro ormone, secreto dall'ipofisi, che si chiama ormone stimolante la tiroide (TSH). Il T4 è la forma di deposito dell'ormone che, per essere attiva, deve essere trasformata in T3 dal fegato, cervello (e pochi altri organi), rimuovendone una molecola di iodio. Il fegato è anche in grado di trasformare quantità non necessarie di T4 in una sostanza chiamata RT3 (reverse = inverso T3) che è inattiva.
La tiroide è coinvolta in così tanti e vitali processi biologici che ogni piccolo cambiamento nel sistema può provocare una conseguenza. I principali problemi della tiroide sono: ipotiroidismo, malattia di Hashimoto, ipertiroidismo, malattia di Graves, gozzo, noduli e cancro. Prima che lo stato di malattia sia raggiunto, una funzione tiroidea che sia anche leggermente alterata può recare disturbi al sistema cardiovascolare, a quello immunitario, alla fertilità, digestione, livello energetico, controllo del peso e anche sulla sensazione generale di benessere di una persona.
Sintomi frequenti di disfunzione tiroidea possono essere:
  • dolori muscolari o articolari
  • perdita di capelli, che possono diventare più sottili o secchi
  • secchezza della pelle
  • fragilità delle unghie
  • stipsi o diarrea
  • problemi mestruali
  • problemi di fertilità
  • sensazione di spossatezza
  • cambiamenti di peso non altrimenti spiegabili
  • sensazione di confusione mentale
  • depressione o ansia
Vediamo ora come la Medicina Funzionale si approccia a queste problematiche.
Pensiamo che la tiroide sia una specie di fornace che funge da principale alimento al metabolismo del nostro corpo. E' evidente che una storia molto accurata del/la paziente, aiuterà a identificare una possibile ipotesi.
Ci spostiamo allora subito al sistema digestivo che rappresenta il crocevia fondamentale sulla strada della salute, e analizziamo se ci sono problemi a carico di questo sistema. Questo avviene sempre, in quanto la sua funzione è direttamente influenzata dal funzionamento di questa ghiandola, ma, specie nei casi di ipotiroidismo, oggi sempre più frequenti, può esserne all'origine attraverso una disfunzione della barriera mucosa e dell'assorbimento, un'induzione di attività del sistema immunitario e formazione di anticorpi o, meglio, di autoanticorpi.
Il cibo è informazione. Oltre alle calorie, conoscere il cibo che mangiamo può aiutarci a capire  se siamo sulla strada della salute o della malattia. Cibi che favoriscono l'infiammazione, reazioni avverse a alimenti e ipersensibilità possono aiutaci a capire il loro ruolo nelle malattie croniche  e, ricordiamo, che lo stress è un precursore di malattia, indebolisce le nostre difese immunitarie, altera le barriere e ci rende più suscettibili a infezioni croniche.
Se si lavora sulla salute intestinale circa il 60-70% di tutte le malattie andrà meglio, e quelli che sono i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile altro non sono che sintomi precursori di autoimmunità e malattie croniche. 
Molti sono i soggetti che sono affetti  da sindrome dell'intestino irritabile e, contemporaneamente d tiroidite di Hashimoto. Molti possono non avere mai ricevuto una diagnosi precisa. 
In caso di malattia autoimmune vanno certamente escluse sofferenze a livello del nostro apparato digerente,  che comprendono la presenza di malattie parassitarie croniche, insufficienze enzimatiche gastriche, intestinali o pancreatiche, sensibilità al glutine, colonizzazione batterica intestinale, ridotta produzione di acido da parte dello stomaco, iper risposta intestinale allo stress.

Esiste una buona correlazione fra i valori di TSH e la quantità di ormone prodotto o escreto dalla tiroide, ma questi non ci danno informazione su quello che succede dopo, quanto se ne consuma o se ne produce fuori.
Per questo motivo gli esami da eseguire sempre, per chiarire un quadro, dovrebbero essere almeno TSH, T4, T3 e RT3 (quest'ultimo perché ci darà il dato oggettivo di quanto ormone realmente sarà disponibile per le cellule).
Il TSH secreto è il risultato di una serie di segnali che originano nell'ipotalamo (chiamiamoli sensori di metabolismo).
T4 costituisce la maggior parte dell'ormone secreto dalla tiroide, ma, una volta escreto, non fa un granché nel nostro corpo. Necessita infatti di essere convertito in T3. Ma il corpo ha la possibilità di controllare in maniera efficace che non venga prodotto troppo T3. Questo infatti è un ormone molto potente e la forma attiva di ormone tiroideo, per cui, se in eccesso, viene trasformato in RT3, che ha lo stesso aspetto del T3, ma quando si lega sui recettori cellulari ha un effetto considerevolmente meno intenso. (questo è il motivo per valutare i livelli di FT3 (F = libero) e paragonarli con quelli di RT3 (R = inverso).
E per tornare al nostro intestino, e identificare eventuali cause autoimmuni della malattia tiroidea, vanno sempre fatti i test di autoimmunità e non solo gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi, perché, spesso, i bersagli del sistema immunitario sono più di uno.
Da ultimo bisogna anche guardare allo stress, come anticipato. Stress e surrenali sono un tutt'uno. Quindi bisogna valutare il ciclo del cortisolo anche perché una iperproduzione di cortisolo si trasforma anche in iperproduzione di RT3 (l'ormone tiroideo inattivo), con la conseguenza che si potrebbe far diagnosi di ipotiroidismo per presenza di valori ridotti di FT3, mentre questi dipendono solo da iperattività delle sue ghiandole surrenali provocata da stress.

Come spero di avervi fatto comprendere in questa breve esposizione dei problemi diagnostici in caso di insufficienza tiroidea, la medicina funzionale spazia globalmente a ricercare le cause. Solo così si potranno avere risposte anche in termini di cura e non solo di sostituzione con farmaci di funzioni alterate.




domenica 26 gennaio 2014

ABBIAMO BISOGNO DI MAGNESIO

Il magnesio è un elemento chimico, l'ottavo elemento più abbondante sulla crosta terrestre e l'undicesimo elemento più abbondante nel corpo umano e essenziale per la vita delle cellule viventi.


Il Magnesio è importante per:
  • formazione di energia attraverso l'ATP
  • digestione
  • salute dei vasi sanguigni
  • salute del cuore
  • formazione di osso e dente
  • funzione intestinale
Il magnesio è pure benefico per la pressione sanguigna e aiuta a prevenire l'arresto cardiaco, gli attacchi di cuore e l'ictus.

Ci sono almeno 3751 proteine che hanno un recettore per il magnesio, e questo significa che non svolgono la loro funzione se il magnesio non è attaccato ad esse. Ci sono circa 350 enzimi e vie enzimatiche che abbisognano di magnesio; 150 di questi, chiamati chinasi, sono gli enzimi che lavorano dentro la cellula e, per molti aspetti, dentro i mitocondri. I nonni di tutti questi sono gli enzimi che costituiscono le ligasi del DNA. Questi sono gli enzimi, magnesio dipendenti, deputati alla riparazione e alla replicazione del DNA e dell'RNA.
Se si ragiona quindi in termini di energia, che è l'essenza della vita, e della riproduzione cellulare, secondo altrettanto importante fenomeno, si osserva che entrambe ruotano attorno alla disponibilità di magnesio e alla dipendenza cellulare metabolica da questo particolare minerale.
Anche nella sintesi di glutatione, che è il cardine delle funzioni disintossicanti dell'organismo, a livello epatico, il magnesio rivesto un ruolo fondamentale assieme alla cisteina e al selenio che risulta indispensabile per attivare questa via di disintossicazione la cui energia è magnesio dipendente.
Bisogna capire che l'attività del glutatione avviene dentro la cellula. Centinaia a e centinaia di sistemi enzimatici coabitano dentro questa cellula, ed è importante che il magnesio venga portato dentro la cellula. E' secondo dopo il potassio in quanto a volumi di scambio, ma in termini di importanza metabolica non c'è nulla che possa minimamente paragonarsi al magnesio.

Una alimentazione corretta è il modo migliore per ottimizzare i livelli di magnesio. Assumere abbondanza di vegetali verdi, biologici, noci, semi, alghe e cacao nero sono un buon modo per incominciare.
Un tempo si riteneva che la dieta, da sola, fosse in grado di fornire le quantità salutari di magnesio necessarie.
Oggi, peraltro, i ricercatori sospettano che gran parte dei vegetali che mangiamo, coltivati in terreni depleti di minerali, siano all'origine di deficienze di minerali nella nostra alimentazione, magnesio incluso.

Sensazione di torpore, crampi, cefalea, perdita di appetito e sensazione di spossatezza rappresentano tutti segni clinici precoci di possibili bassi livelli di magnesio che, oltre che da una dieta carente, possono essere provocati da:
  • stress
  • intestino non in salute o infiammato come nella malattia di Crohn
  • insufficienza renale
  • diabete
  • consumo eccesivo di alcol
  • alcuni farmaci
Sono disponibili numerosi integratori a base di magnesio in forma di pillole, oli, gocce, polveri o altro. In genere il modo migliore è quello di utilizzare più di una preparazione o, comunque, essere sicuri di utilizzare quella a maggiore biodisponibilità.
La quantità di magnesio da assumere può esser ricavata da varie formule, ma la più semplice è quella di assumerne il proprio peso, espresso in kilogrammi, per 10 con risultato in milligrammi di magnesio. Così, una persona di 70 Kg dovrebbe assumere circa 700 mg di magnesio. In genere, consigliando di sospendere l'assunzione di eventuali integratori di calcio e vitamina D.

Infatti, se usate un supplemento di magnesio fate attenzione, molta attenzione ai livelli di calcio e vitamina D. Il magnesio favorisce il loro assorbimento e una integrazione frequente di questi elementi potrebbe non essere necessaria o dannosa.

Come si determina se abbiamo valori corretti di magnesio?
Solo l'1% del magnesio si trova nel sangue e la determinazione ematica del magnesio (che deve essere maggiore di 5 mg/dl) potrebbe non risultare in un quadro accurato dei livelli totali di questo elemento.

Per una precisione maggiore sarebbero da eseguire: test minerale sul capello, la misurazione del magnesio intraeritrocitario (globuli rossi) e la misurazione nel sangue del magnesio ionizzato con l'obiettivo di:
  • chiarire sintomi generali di malessere quali quelli che abbiamo descritto, problemi di cuore o problemi digestivi
  • chiarire se la malattia sia tipicamente provocata da bassi livelli di magnesio e una esagerata supplementazione di vitamina D e calcio.

 

mercoledì 22 gennaio 2014

COLESTEROLO BUONO E CATTIVO - QUALE VERITA'?

E' molto frequente sentire generalizzazioni come il colesterolo LDL è quello cattivo e quello HDL è quello buono. In verità la storia è molto più complessa. Esistono vari sottotipi di entrambi alcuni di questi sono buoni, altri cattivi. Per questo motivo, non è tanto quanto elevato sia il valore di LDL che conta, ma di che tipo e in quale percentuale. Lo stesso dicasi per il colesterolo HDL.
LE PARTICELLE GRANDI SONO BUONE, QUELLE PICCOLE CATTIVE E Lp(a) LA PEGGIORE
Parliamo ora del colesterolo LDL. Quando si parla di lipoproteine, ci si riferisce a strutture di matrice proteica, che hanno il compito di trasportare i lipidi, colesterolo incluso. Le particelle di colesterolo LDL possono essere grandi, immaginate un batuffolo di cotone impregnato di poche molecole di colesterolo o piccole e molto dense di molecole di colesterolo. Queste ultime sono in grado di penetrare facilmente le pareti arteriose compromesse e alimentare il processo infiammatorio. Quelle più grandi è invece molto meno probabile possano agire in questo modo. Questo significa che avere un maggior numero di particelle piccole di colesterolo LDL vi pone a maggior rischio di cardiopatie e arteriosclerosi in genere,  mentre se il vostro colesterolo appartiene principalmente alla forma più grande il rischio è minimo.
Livelli elevati di particelle piccole di colesterolo LDL sono particolarmente preoccupanti quando nel sangue sono presenti valori elevati di Lipoproteina(a) o Lp(a) - il più pericoloso dei lipidi del sangue. E' un tipo specifico di particella piccola di colesterolo LDL che infiamma il sangue, lo rende più viscoso e aumenta il rischio di formazione di coaguli.
La stessa cosa può dirsi dei sottogruppi di colesterolo HDL e della sua efficienza nel rimuovere l'eccesso di grassi. Proprio come per il colesterolo LDL, non tutto il colesterolo HDL è creato uguale. Bisognerebbe avere valori elevati della forma più funzionale del sottogruppo di colesterolo HDL che si chiama HDL2.
COSA SI PUO' FARE PER DETERMINARE I SOTTOTIPI DI COLESTEROLO?
Se tutto questo significa che la misurazione del colesterolo totale non significa nulla a meno che non sia eccezionalmente elevato e che la semplice suddivisione in HDL e LDL potrebbe non dare risultati utili, in quanto non interpretabili (il colesterolo LDL elevato potrebbe essere quasi tutto del tipo innocuo e l'HDL del tipo inutile), come procedere?
Negli Stati Uniti, ma non ancora in Italia, sono disponibili due test per il colesterolo di nuova generazione, il Vertical Auto Profile (VAP) test o il Lipoporotein Particle Profile (LPP) test. In Italia dobbiamo accontentarci (speriamo temporaneamente) della Lp(a), che però diventa essenziale nell'interpretare i valori di LDL e nel decidere se e quale terapia sia necessaria.

Per concludere: se la vostra LDL è elevata, ma del tipo grande e a scarsa densità di colesterolo, non serve alcuna terapia, se invece è del tipo piccolo e denso niacina e fiorati possono essere molto utili, ovviamente associati a una alimentazione che riequilibri gli omega nel vostro sangue.


martedì 21 gennaio 2014

OSTEOPOROSI - ALCUNE OSSERVAZIONI DI MEDICINA FUNZIONALE

Le fonti di informazione, sia divulgative che scientifiche, ci hanno sempre portato a credere che l'osteoporosi, oltre ad essere un inevitabile processo di invecchiamento o di conseguenza della menopausa, sia quasi una carenza di alendronati (farmaci oggi utilizzati in eccesso per questa affezione). A molti pazienti vengono prescritti questi farmaci o dosi elevate di calcio (oggi le raccomandazioni sono 1500 mg al giorno) per prevenire l'osteoporosi.

Sfortunatamente, questa non è la verità assoluta.

E' importante sapere che, anche assumendo questi farmaci possono non risultare benefici.
Infatti, l'informazione che non viene mai associata è che questi farmaci determinano un miglioramento del 2% l'anno per due anni e poi, i benefici cessano. Il temporaneo beneficio nella densità ossea sarà di breve durata, perché la causa soggiacente al problema non è stata affrontata o ignorata.
Un piccolo ricordo di fisiologia: l'osso normale è un tessuto plastico che si rompe e si aggiusta da solo ogni giorno, come tutti i tessuti. Questi farmaci "manipolano artificialmente"  questo processo di riparazione ossea, lasciando una situazione innaturale di ricostruzione che non è la stessa di un osso sano, ma si associa a una lunga lista di effetti collaterali e di problemi a lungo termine; non solo, questa deficienza indotta nel sistema di turnover e riparazione determina l'accumulo di metalli pesanti tossici.
Uno di questi, di grande interesse, è il cadmio.
In assenza di un normale processo di turnover dell'osso, questo metallo ha una grande affinità per l'osso e si accumula. Ma spesso il cadmio finisce nel rene provocando malattie renali e ipertensione o nei vasi coronarici determinando malattia coronarica o cardiomiopatia, o nei polmoni provocando enfisema.
Se il cadmio raggiunge l'osso, caccia via lo zinco. Lo zinco è estremamente importante, perché non solo è indispensabile per una buona resistenza dell'osso, ma è elemento fondamentale per oltre 200 enzimi nel nostro corpo.
Una volta che il cadmio ha spiazzato una quantità sufficiente di zinco, si determina un maggiore potenziale di sviluppare osteopenia, osteomalacia, facilità a fratture e osteoporosi.
Il cadmio rende la matrice ossea, che è fatta prevalentemente di collagene, abnormemente debole. 
Se, a questo punto, come generalmente viene fatto, si prescrivono supplementi di calcio, l'aumento di calcio fa espellere ancor più zinco dall'osso, creando spazio per ulteriore cadmio, complicando così lo scenario dell'osteoporosi.
Non solo, ma questo "calcio extra" accelera l'invecchiamento, calcificando e indurendo il cervello e le arterie del cuore, eppure viene somministrato anche se non sono presenti evidenze che dosi elevate di calcio siano la risposta "finale" all'osteoporosi.
Un modo semplice di evidenziare una carenza di zinco è un valore di fosfatasi alcalina nel sangue inferiore a 70, anche se esistono test più complicati e completi, per esempio nei globuli rossi o nei capelli, per identificare carenze o accumuli di metalli pesanti i tossici.  
E ricordate, una carenza di zinco può derivare da cadmio, sostanze plastificanti, dosi elevate di calcio e altro.
Questa è un'altra osservazione per fare capire come il malato può diventare ancor più malato quando la causa soggiacente non viene identificata e spiegata, ma si tratta epidermicamente solo il sintomo. In questo caso osteoporosi.
Attività fisica, corretta alimentazione, allontanamento di eventuali tossici ambientali e ripristino di carenze dimostrate (integratori) solo l'unico percorso corretto nella prevenzione e nella cura di questa affezione.













sabato 18 gennaio 2014

ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA MALATTIA DA REFLUSSO

Sono sempre più i pazienti che si lamentano di sintomi da reflusso acido o di bruciori allo stomaco o retrosternali e ricevono una prescrizione di farmaci antisecretori, in genere inibitori della pompa protonica (PPIs) per ridurre la naturale produzione di acido. Sfortunatamente, questi antisecretori, non risolvono il problema. 
Questo perché? Molto probabilmente perché non è la produzione di acido il problema: dobbiamo infatti ragionare prima in termini di logica basilare relativa a concetti di fisiopatologia e di come funziona il nostro corpo.
Innanzi tutto pensiamo a come funzioniamo: il nostro corpo produce più ormoni o più insulina con l'età?, le funzioni immunitarie e la produzione di enzimi digestivi non risentono anch'esse dell'usura e dell'invecchiamento del nostro organismo? E' molto più probabile che la maggior parte dei pazienti con reflusso soffra non di un'eccessiva produzione di acido, ma di una sua riduzione, chiamata ipocloridria, che è esattamente il contrario delle attuali teorie sul reflusso. Poco acido significa cattiva digestione e quindi aumento dei gas, flatulenza, borborigmi, e anche stipsi o diarrea. La digestione viene rallentata, le proteine contenute nel cibo ristagnano più tempo nello stomaco e putrefanno, invece di essere digerite, per una minor attivazione dell'enzima proteolitico pepsina. 
Il piloro, il sistema sfinteriale che separa lo stomaco dal duodeno e dalla rimanente superficie assorbente, ritarda la sua apertura in quanto le proteine non sono ancora propriamente degradate in peptidi per l'inadeguata presenza di acido cloridrico. Il piccolo intestino, infatti, non vuole frammenti proteici troppo grossi. Vuole amminoacidi per poter compiere la sua funzione di assorbimento.

Questo processo digestivo difettoso è associato con una scarsa produzione di acido, non con una elevata produzione di acido da parte dello stomaco. 

Inoltre, la barriera che impedisce all'acido e ai contenuti gastrici di viaggiare all'insù, all'interno dell'esofago, si chiama sfintere esofageo inferiore, la causa della sua disfunzione è la presenza di poco acido, non di troppo acido cloridrico e, infine, livelli normali di acido aiutano a prevenire le infezioni intestinali provocate da germi ingeriti e aumentano l'assorbimento di vitamine e minerali essenziali.

Una oculata integrazione con betaina HCL aumenterà i normali livelli di acido nello stomaco e altri integratori potranno essere necessari per migliorare le funzioni digestive: enzimi digestivi che agiscano già a livello acido, probiotici e glutammina. Questo si tradurrà in un sollievo dei sintomi più efficace e duraturo, soprattutto se verrà associato a una contemporanea valutazione delle altre componenti che entrano in gioco nel determinare questi sintomi: la correttezza della masticazione, una respirazione non alterata (in quanto il diaframma entra in gioco nel meccanismo sfinteriale), la postura, la storia di pregressi interventi addominali che, anatomicamente, o funzionalmente, abbiano creato alterazione degli equilibri, e perfetto equilibrio nell'alimentazione, includendo ipersensibilità eventuale ad alcuni alimenti.



Questo approccio di medicina funzionale offre un livello più elevato ed efficace di cura di quanto non offrano i farmaci antisecretori. I PPIs sono inefficaci negli infanti e possono indurre negli adulti severi difetti nutrizionali, in particolare a carico di alcune vitamine, ferro, calcio, potassio e magnesio. In aggiunta provocano problemi cardiovascolari e neuromuscolari anche gravi e aumentano il rischio di fratture dell'anca dopo i 50 anni.
Questo è il motivo per affidarsi alla medicina funzionale che, attraverso un profilo metabolico ematico e una anamnesi orientata ai sistemi e non agli organi sarà in grado di risolvere, definitivamente, anche questo problema: un sintomo, non una malattia.


domenica 5 gennaio 2014

ALIMENTAZIONE PER DEPURARE IL FEGATO (DOPO LE FESTE)

Dopo un periodo di feste, come quello che si sta concludendo, di pranzi e di cene con famiglia o con amici, di dolci di brindisi...forse è il momento di pensare alla propria salute e allontanare dal proprio organismo quelle sostanze tossiche che sicuramente avremo ingerito. A questo scopo serve una dieta depurativa che è un regime alimentare particolare, che ha l'obiettivo di accelerare l'eliminazione delle scorie presenti nel sangue tramite una scelta ponderata dei cibi. Seguendo una corretta alimentazione è infatti possibile esaltare i naturali processi di detossificazione dell'organismo e ridurre la quota di tossine originatasi durante i vari metabolismi. Una dieta depurativa dovrà quindi basarsi sul consumo di alimenti di facile digestione, poveri di grassi e soprattutto di proteine. Le scorie azotate, che derivano dal metabolismo epatico delle proteine, vengono infatti eliminate attraverso il sistema di depurazione renale e sono proprio questi due organi a sobbarcarsi la maggior parte dell'attività detossificante. Il fegato, in particolare, viene messo a dura prova dagli eccessi alimentari (pasti troppo abbondanti, abuso di alcool ecc.) ed il suo iperlavoro finisce col rallentare l'attività metabolica dell'intero organismo. Inoltre, se la quantità di tossine da metabolizzare è eccessiva, la sua capacità depurativa si satura e tali sostanze permangono in circolo. Oltre a ridurre l'introito proteico e contenere gli apporti calorici, una dieta depurativa deve promuovere l'ottimale funzionalità epatica, fornendo al fegato tutti i substrati necessari a sostenere i vari processi di detossificazione. In generale, tali sostanze si trovano nei vegetali e negli alimenti integrali, ma anche in quelli animali come uova e pesce, che - anche se con una certa moderazione - devono comunque essere consumati regolarmente. Vi sono poi dei vegetali dotati di una specifica attività "epatoprotettiva" anche se tale termine, ampiamente utilizzato in passato, risulta improprio. Carciofo, bolso e cardo mariano, promuovono, per esempio, la funzionalità epatica, favorendo la secrezione biliare e migliorando, di conseguenza, anche la salute dell'intestino. Una dieta depurativa deve facilitare l'eliminazione delle tossine per via urinaria e fecale (la terza via, il sudore, può essere potenziata dall'attività fisica o dal soggiorno in ambienti caldi, come la sauna e il bagno turco. A tale scopo risultano particolarmente utili i cibi diuretici da un lato e quelli ricchi di fibra/lassativi dall'altro; anche in questo caso entrambi gli effetti sono prerogativa degli alimenti di origine vegetale. E' inoltre importante mantenere elevato l'apporto di liquidi, che possono provenire dall'acqua oppure da succhi di frutta, centrifugati e tisane. In definitiva, quindi, ogni dieta depurativa che si rispetti risulta ricca di alimenti vegetali, povera di cibi animali e incentrata sulla restrizione calorica, senza comunque arrivare al digiuno assoluto o ad inutili privazioni. Spesso, quando si tirano in ballo aggettivi come "depurante, depurativo e disintossicante" entra in gioco un indubbio condizionamento psicologico, secondo cui è necessario "pulire un corpo affaticato da ritmi di vita frenetici, inquinamento, cattiva alimentazione ed altri fattori stressogeni". Sfruttando questa convinzione affascinante e particolarmente diffusa, vengono proposte soluzioni prive di qualsiasi evidenza scientifica, spesso eccessive o addirittura pericolose; vediamo così persone correre sotto il sole cocente indossando una tuta termica, altre adottare regimi alimentari quantomeno discutibili (dieta fruttista, crudista ecc.), altre ancora ricorrere a clisteri con il solo scopo di pulire il proprio intestino e via discorrendo.
Ovviamente non sono certo questi ulteriori ed importanti stress (disidratazione, squilibri elettrolitici, carenze alimentari ecc.) ad aiutare un organismo già provato dal presunto eccesso di tossine. Alcuni alimenti consigliati durante una dieta depurativa: ananas, carciofo, cipolla, cetriolo, cocomero, finocchio, prezzemolo, sedano, cavoli, broccoli, succo d'uva, frutti di bosco, riso integrale, succhi di frutta e spremute di agrumi non zuccherati, meglio centrifughe o succhi ricavati con l'estrattore, yogurt anche in questo caso magro e senza zuccheri, mela, tè verde, prugne, olio di oliva. Alcuni alimenti sconsigliati durante una dieta depurativa (e da moderare in quella di tutti i giorni): sale, cibi affumicati, abbrustoliti, eccessivamente salati o fritti, salumi, cioccolato, dolciumi, caffè, carni grasse ed eccessi alimentari in genere. Infine, voglio ricordare che, essendo l'alimentazione al centro del nostro benessere, i pasti devono essere frazionati, consumati in serenità, mangiando lentamente, masticando bene, trascorrendo questo momento come un attimo di relax e non di fretta e che, talora, l'utilizzo oculato di "superfoods" o di integratori, che non dovrebbero peraltro essere mai autoprescritti, può risultare molto efficace. Poche calorie, cibi semplici, freschi, Km zero quando possibile e attività fisica e riposo. Buona salute!