venerdì 21 ottobre 2016

ATTENTI A TRATTARLI BENE! : I BATTERI INTESTINALI MODIFICANO ALCUNI METABOLITI DEL SIERO E POSSONO PROVOCARE LA SINDROME METABOLICA

La sindrome metabolica (diabete, obesità, ipertensione, ipercolesterolemia e fegato grasso) rappresenta oggi una delle disfunzioni di maggior rischio per malattie cardiovascolari, e comprenderne la genesi può aiutarci a comprendere il modo migliore per affrontarla.

In uno degli ultimi numeri della prestigiosa rivista scientifica Nature viene sottolineato un aspetto importante del funzionamento del nostro organismo. 

Noi sappiamo ormai molto bene come la nostra salute sia associata alla qualità del nostro microbiota (la popolazione di microorganismi che vive con noi, soprattutto a livello del tratto digestivo) e, un esempio per tutti, sembra ormai evidente come una alterazione della composizione del microbiota e della sua funzione abbia un ruolo fondamentale nella patogenesi del diabete ditipo 2 (quello non autoimmune, dell’adulto, dell’obeso, non insulinodipendente per intenderci). 
Non è invece ancora molto chiaro se l’insulino-resistenza associata al metaboloma (prodotto dai batteri) nel siero, possa predire anche un rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche.

Ebbene, nello studio pubblicato su Nature, Oluf Pedersen, della Facoltà di Health and Medical Sciences dell’Università di Copenhagen in Danimarca, ha riscontrato come la disbiosi del microbiota intestinale umano alteri il metaboloma sierico e abbia impatto sull’insulino-resistenza e sullo sviluppo della sindrome metabolica.

La ricerca ha preso in considerazione 227 soggetti adulti, non diabetici e 75 danesi affetti da diabete di tipo 2 con secrezione insulinica conservata e sono stati analizzati il siero per la metabolomica (informazioni su più di 1200 metaboliti) e le feci per la metagenomica.


I soggetti che erano insulino-resistenti, in accordo con il modello di determinazione omeostatica (HOMA-IR), presentavano elevati valori ematici di aminoacidi a catena ramificata (BCAAs) che sono stati da tempo associati all’insulino-resistenza e al rischio futuro di morbidità metaboliche e cardiovascolari.
L’aumento di livelli di BCAA nel sangue era associato a modifiche aspecifiche nella composizione e funzione del microbiota, come un aumentato potenziale di sintesi relativo ai BCAAs e riduzione o scomparsa dei geni che comportavano la codificazione da parte dei batteri dei trasportatori di questi aminoacidi.

La Prevotella copri e il Bacteroides vulgatus sono stati identificati come le specie principali che comportano l’associazione fra biosintesi di BCAAs e resistenza-insulinica. 

Per valutare a fondo se i batteri intestinali erano direttamente correlati all’insulino-resistenza, i ricercatori hanno, a questo punto, valutato un gruppo di topi sottoposti a dieta ricca in grassi e alimentati con una integrazione di P. copri o con un placebo e hanno osservato che 3 settimane di P. copri hanno ridotto la sensibilità all’insulina, aggravato l’intolleranza al glucosio e aumentato i livelli circolanti di BCAAs. 

Queste osservazioni suggeriscono come la P. copri possa rappresentare un elemento causale potenziale nel mediare l’aumento dei BCAA sierici e della resistenza-insulinica nei topi.
Questo studio presenta anche la prospettiva di essere il primo studio che integra la metabolomica del siero, il microbioma e i dati clinici in una analisi a tre bracci.
L’analisi pesa l’impatto delle differenti specie batteriche (in riferimento alla malattia) e questo rende possibile identificare le specie che hanno più peso nel determinare insilino-resistenza.

I risultati di questo studio ci fanno concludere che alterazioni nella popolazione batterica intestinale possono avere effetto sul metaboloma sierico e contribuire così alla resistenza insulinica. 

Questa non è una osservazione da poco e sicuramente aprirà una nuova era di studi. La modulazione dei livelli di CCAAs nel siero da parte della Prevotella copri può offrirci la possibilità di affrontare la resistenza-insulinica in un modo potenzialmente diverso, riducendo il rischio di malattia metabolica e malattie cardiovascolari.

Va sottolineato come questo studio danese contraddica uno studio precedente di Reijnders e collaboratori che aveva trovato come una disbiosi intestinale indotta da un trattamento antibiotico precedente non fosse associata con modificazioni metaboliche e resistenza-insulinica in soggetti umani obesi.

Buona salute!
Chiara Saggioro, D.Sci., Ph.D.
Alfredo Saggioro, M.D.

Per saperne di più:

Pedersen HK, Gudmundsdottir V, Nielsen HB, et al. Human gut microbes impact host serum metabolome and insulin sensitivity. Nature. 2016; 535(7612):376-81. doi: 10.1038/nature18646.

#microbiota, #Prevotella, #resistenza insulinica, #diabete, #obesità, medicina funzionale