domenica 20 gennaio 2019

MA CHI E' IL SELENIO?

Nel nostro Blog su www.medicinafunzionale.org che affronta l’argomento degli alogeni, abbiamo citato il selenio in quanto indispensabile per la conversione da T4 in T3 e, quindi, indispensabile a una ottimale funzione tiroidea, ma anche alle terapie che prevedano l’utilizzo di l-tiroxina (T4). Vogliamo approfondire l’argomento, in quanto ci è stato richiesto, e riteniamo questo sia un importante complemento all’articolo suddetto.

Il selenio a cosa serve e quali effetti benefici apporta?
Il selenio è l'elemento chimico di numero atomico 34. Il suo simbolo è Se e il suo termine spettroscopico è 3P2. È un elemento chimico non metallico, affine allo zolfo e al tellurio, utile al nostro organismo poiché protegge dai radicali liberi, insiemi di molecole dannosi per le nostre cellule. Infatti, questo elemento, operando come antiossidante, ostacola la formazione dei radicali liberi ritardando in tal modo l’invecchiamento cellulare; tutto ciò avviene in sinergia con altri microminerali necessari al nostro benessere, come lo zinco, il rame, lo iodio, il cromo e il manganese. 

L'elemento è tossico ad alte dosi, ma nel 1957 Schwarz e Foltz stabilirono che esso è un elemento essenziale nella dieta, utile nella prevenzione di alcune malattie. 

Alimenti naturalmente ricchi di selenio:
La possibilità di assumere selenio deriva dagli alimenti che consumiamo, più specificatamente il selenio giunge a noi nella forma della selenoproteina che è presente in diversi cibi, tra cui:
  • Agnello, manzo, pollo, tacchino e fegato di vitello
  • Pesce e frutti di mare
  • Uova
  • Lievito di birra
  • Funghi
  • Cereali

Il selenio in natura,  si trova in abbondanza nei terreni. Tuttavia l’agricoltura intensiva ha ridotto notevolmente la sua presenza.
Il selenio è maggiormente presente nei cereali integrali: il riso integrale  ne contiene 15 volte più del riso raffinato. Questa è una delle molte motivazioni che dovrebbero spingerci a consumare cereali integrali , solo se  provenienti da agricoltura biologica.
 
Il selenio è conosciuto per le sue proprietà antiossidanti. L’ azione antiossidante è dovuta al fatto che il Selenio è un componente essenziale di un enzima antiossidanti particolarmente efficace : il glutatione perossidasi . (antiossidante intracellulare )

Curiosità sul selenio:
Le noci del Brasile sono l’alimento con il più alto contenuto di selenio, infatti in una sola noce ne è contenuta la quantità di circa 80 mcg. Inoltre un’altra singolarità è che gli stessi aminoacidi contengono una piccola quantità di selenio.

Proprietà benefiche del selenio:
Oltre alla sua funzione di antiossidante contro i radicali liberi il selenio è indicato per:
  • Il miglioramento del funzionamento della tiroide: le persone con disfunzioni tiroidee hanno livelli ematici di selenio molto bassi.
  • La fluidificazione del sangue: processo interconnesso alla salvaguardia del cuore, infatti il selenio diminuisce la viscosità delle piastrine del sangue, prevenendo le malattie coronariche e gli ictus. Si ravvisano in concomitanza della carenza di selenio casi di cardiomiopatia e altri tipi di insufficienza cardiaca.
  • La prevenzione di malattie legate all'età, tra cui la cirrosi del fegato enfisema e l’artrite.
  • La protezione delle articolazioni dalle infiammazioni. A questo proposito i sollevatori di pesi e gli appassionati dell’attività fisica ricorrono a un integrazione di selenio quando ce n’è una carenza.
  • La prevenzione di alcuni tipi di tumore: i ricercatori della Cornell University hanno dimostrato che un’adeguata assunzione di selenio riduce i tumori del colon, del fegato, delle ghiandole mammarie e della pelle. Secondo il "Journal of Clinical Oncology" una giusta dose di selenio nel sangue provoca una diminuzione di probabilità di cancro alla prostata per gli uomini.
  • La stimolazione del sistema immunitario: dopo la somministrazione di vaccini, il selenio agisce unitamente al sistema immunitario per la produzione di anticorpi.
  • Il miglioramento della motilità dello sperma congiuntamente alle vitamine A, C ed E e quindi una maggiore probabilità di fertilità maschile.

Posologia e Modalità di somministrazione:
Si consigliano 55 mcg di selenio al giorno per gli adolescenti e adulti. Il livello di assunzione massimo è di 400 mcg. Il dottor Andrew Weil dell’Arizona Center for Integrative Medicine raccomanda 200 mcg per gli adulti ogni giorno. Tuttavia, c’è da ricordare che una dose eccessiva di selenio può causare problemi di salute. Mentre il National Institute of Health raccomanda una dose massima di 400 mcg di selenio per gli adulti sani.
Controindicazioni ed effetti collaterali:
Il sovradosaggio di selenio può causare problemi e provocare rischi per la salute. La caduta dei capelli e peli può essere un "primo avvertimento" del fatto che si stia assumendo più selenio di quanto il vostro corpo abbia bisogno.
Interazioni
Evitare di prendere il selenio in concomitanza con gli anticoagulanti, inclusa l'aspirina prescritta dal medico. Chiedete al vostro medico consigli sulle possibili integrazioni di selenio se già vengono assunti altri farmaci come: Coumadin (warfarin), Clopidogrel (Plavix), dalteparina (Fragmin), eparina, triclopidine (Ticlid), Enoxaparina (Lovenox) o altri di simile natura.
Gravidanza
Le donne in gravidanza devono assumere un’adeguata dose di selenio. Mangiare una porzione di cereali o di carne dovrebbe assicurare selenio sufficiente per la maggioranza delle persone. Una carenza combinata di iodio e selenio potrebbe causare una forma di ritardo mentale al bimbo conosciuta come il cretinismo endemico. Pertanto durante la gravidanza è lecito rivolgersi al medico per accertarsi che non vi siano deficienze di selenio.
Approfondiamo un  po'
Il selenio è un oligoelemento presente nella dieta di tutte le forme di vita conosciute; è un componente di un peculiare aminoacido, la selenocisteina.
Nel 1996 alcuni studi epidemiologici mostrarono una correlazione fra un supplemento di selenio nella dieta e la prevenzione del cancro negli esseri umani: tuttavia la vasta applicazione di questa scoperta non ha portato ad un significativo incremento dell'uso di selenio, per le bassissime dosi contenute negli integratori alimentari. 
Anche se il selenio puro nei dosaggi appropriati non è tossico, molti dei suoi composti invece sono estremamente tossici, con effetti molto simili a quelli dell'arsenico. Uno di questi composti è l'idruro di selenio. Piante cresciute in suoli ricchi di selenio possono causare gravi intossicazioni agli animali che dovessero cibarsene.
Il selenio è un oligonutriente presente in natura che rappresenta un nutriente essenziale, implicato in numerose funzioni biologiche. 
Fonti naturali di selenio sono pescecarnefrattaglielatte e derivati, lievito di birracerealinocifunghifrutta vegetali. Il selenio negli alimenti è presente sia in forma inorganica come selenite sia in forma organica come seleniometionina e seleniocisteina. 
Viene usato per eliminare i radicali liberi in sinergia con la vitamina E e in molti enzimi antiossidanti e gioca anche un ruolo importante nel funzionamento della ghiandola tiroide, dove è un fattore necessario al funzionamento dell'enzima 5-deiodinasi, responsabile della conversione della Tin T3.
Nel 1986 è stato scoperto un nuovo aminoacido contenente questo elemento: la selenocisteina, cioè una cisteina che al posto dello zolfo ha un atomo di selenio, che sembra essere inserita, con meccanismi di ricodifica traduzionale cellulari che sembrano essere post-traduzionali, in circa venti proteine umane di fondamentale rilevanza.
In clinica, il selenio può essere usato in sindromi a livello del sistema cardiovascolare, soprattutto come cofattore per il controllo della pressione arteriosa e nella prevenzione della Malattia di Keshan, dovuto probabilmente ad un enterovirus (Coxsackie), favorito dalla degenerazione delle membrane dovuta ai radicali liberi.
Il selenio nella dieta viene da cibi come cerealipesce uova. Le noci del Brasile possono essere molto ricche di selenio.
Le principali funzioni biologiche del selenio sono correlate al suo ruolo di difesa delle cellule dal danno ossidativo; il selenio è, infatti, un componente di molte proteine, note come selenoproteine, tra le quali vi sono la glutatione perossidasi (con funzione ossido-reduttasica di protezione delle cellule dallo stress ossidativo), la iodiotironina desiodasi (che catalizza la conversione di Ta T3) e la tioredoxina reduttasi (che partecipa al funzionamento di un sistema redox cellulare); altre selenoproteine hanno, invece, effetti immunomodulatori.
A livello tiroideo il selenio svolge dunque un duplice ruolo: in primo luogo è un fattore necessario al funzionamento delle 5-desiodasi, enzimi responsabili, come già detto, della conversione della T4 in T3, e una sua carenza può dunque provocare un difetto della produzione di T3, che è anche l'ormone tiroideo attivo. In secondo luogo il selenio, entrando nella costituzione delle glutatione perossidasi e della tioredoxina reduttasi (enzimi deputati alla degradazione del perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che si forma durante la biosintesi degli ormoni tiroidei, che attraverso la modificazione di antigeni tiroidei può favorire l'iniziazione o la progressione di un processo tiroiditico, è anche implicato nella protezione della cellula tiroidea dal danno ossidativo e dalla progressiva fibrosi ghiandolare che ne conseguirebbe. È stato ipotizzato che una carenza di selenio possa contribuire all'attivazione di una tiroidite autoimmune in soggetti predisposti; si è osservata, in effetti, una correlazione inversa tra i livelli plasmatici di selenio e l'incidenza di tiroidite autoimmune in regioni con lieve deficit di selenio. Ciò è probabilmente legato ad un'intensificazione del processo infiammatorio tiroideo, conseguente alla riduzione dell'attività degli enzimi antiossidanti selenio-dipendenti ed alla mancanza dell'effetto immunomodulatore esercitato dal selenio. In effetti la supplementazione di selenio sembra migliorare il funzionamento sia dei tireociti che delle cellule immunitarie attraverso la correzione dell'alterata interazione tra linfociti e autoantigeni tiroidei nei pazienti con deficit dell'oligoelemento.
Inoltre, da studi effettuati in paesi con bassi livelli di selenio nel suolo, è emerso come questo elemento abbia un ruolo chiave nel migliorare le capacità di difesa “ossidativa” di tutto l'organismo, oltre che della tiroide. La carenza di questo oligoelemento può avere infatti conseguenze anche su altri organi ed è un importante fattore di rischio per l'insorgenza di alcune patologie, neurologiche, cardiovascolari ed anche per il diabete mellito. 
Gravi carenze di selenio sono, infatti, state associate a diverse malattie, quali la malattia di Kashin-Beck, un'osteoartropatia endemica descritta in regioni selenio-deficitarie del Tibet e la malattia di Keshan, una cardiomiopatia endemica giovanile descritta in alcune regioni della Cina che insorge in soggetti con deficit di selenio infettati dal virus Coxsackie B.
Altri studi hanno evidenziato che una carenza di selenio provoca anche una depressione dell'attività microbicida dei granulociti neutrofili. Proprio a causa di questo suo effetto sui granulociti neutrofili e su elementi del sistema immunitario, uno studio del gennaio 2007 ha dimostrato il suo ruolo nella diminuzione della carica virale nell'HIV. 
Nel 1986 è stato scoperto un nuovo aminoacido contenente questo elemento: la selenocisteina, cioè una cisteina che al posto dello zolfo ha un atomo di selenio, che sembra formarsi in seguito a una modifica post-traduzionale dell'aminoacido originale in circa venti proteine umane di fondamentale rilevanza. Una carenza di selenio in persone sane è relativamente rara. Essa può verificarsi in pazienti con funzione intestinale gravemente compromessa, in pazienti sottoposti a nutrizione parenterale totale, in pazienti gravemente malnutriti o affetti da gravi patologie croniche. Altri soggetti a rischio sono le popolazioni dipendenti da fonti agricole in suoli particolarmente poveri di selenio.

Per assumere una quantità giornaliera adeguata di Selenio, salvo casi specifici, è sufficiente una dieta sana ed equilibrata, in particolare ricca di latte, yoghurt, uova, cereali e, in particolare, noci e piselli.

La dose giornaliera raccomandata di selenio nell'individuo adulto di entrambi i sessi è di 55 microgrammi al giorno; in gravidanza e durante la fase di allattamento la dose raccomandata sale rispettivamente a 60 e 70 microgrammi al giorno; l'assunzione prolungata di più di 400 microgrammi al giorno può provocare una intossicazione da selenio (selenosi). La tossicità nell'uomo si evidenzia con diversi sintomi, tra cui degenerazione degli annessi cutanei quali capelli e unghie, diarrea e febbre. Si possono inoltre osservare dermatosi vescicolare, disturbi neurologici (parestesie, paresi) e danni epatici, più rari. A tale proposito, va segnalato che la supplementazione di selenio in forma organica si caratterizza per un miglior profilo di sicurezza e di tollerabilità rispetto alle forme inorganiche. 

In conclusione:
I nostri amici con malattie autoimmuni, in particolare della tiroide, ma tutti coloro che vogliono conservarsi in salute, devono imparare a apprezzare questo oligoelemento, prezioso per la salute se usato con moderazione e senza esagerare... e questo vale per tutte le supplementazioni in genere.

Buona salute!
Chiara Saggioro, B.Sci, Ph.D.
Alfredo Saggioro, M.D.


PS questo articolo, in parte, è stato ripreso da wikipedia.