domenica 29 maggio 2016

PSORIASI : CHE COSA STA ALLE SUE ORIGINI, E C'E' CURA?


Vi riportiamo con piacere, aggiungendo i nostri commenti, e la nostra esperienza, un breve articolo di Michael Jurgelewicz che affronta questo tema in dettaglio, proponendo anche delle soluzioni.

La psoriasi è una condizione infiammatoria della pelle caratterizzata da placche di pelle arrossata, squamosa e prurito. Può manifestarsi praticamente ovunque esista pelle, con estensioni variabili da minime a praticamente total body. 
La causa esatta della psoriasi è sconosciuta anche se sono state tentate molte associazioni, in particolare con infezioni, e più in dettaglio con infezioni da Candida, un lievito che vive abitualmente nel nostro sistema digestivo e nella vagina, tenuto sotto controllo dalla sovrabbondanza di microbiota “buono”.

I dati di cui oggi disponiamo suggeriscono sempre più che il vero responsabile sarebbe il nostro sistema immunitario che, quando è cronicamente stimolato, induce una sovrapproduzione di citochine, che mantengono un ambiente cronicamente infiammatorio.

Con uno studio recentissimo, pubblicato sulla rivista International Immunology [1], alcuni ricercatori hanno evidenziato altre prove di come una citochina chiamata IL-17A sia particolarmente importante nella patogenesi della psoriasi.

In questo studio, i ricercatori hanno coltivato cheratinociti normali con una miscela di sei diverse citochine riconosciute per essere coinvolte nella patogenesi della psoriasi e, come risultato, hanno trovato che questo provocava l'espressione di geni correlati allo sviluppo della psoriasi.

Il team di ricerca, in particolare, ha identificato un gruppo di geni correlati alla psoriasi nei cheratinociti regolati dall’interleukina IL-17A.

Uno di questi geni in particolare, chiamato NFKBIZ, è stato trovato avere un ruolo significativo nella cascata di eventi determinati dalla IL-17A.

Questo gene codifica una proteina che svolge un ruolo ben noto nella regolazione della risposta immunitaria dell'organismo all'infezione.

In tutte le patologie autoimmuni questo sembra essere un fenomeno sempre presente, determinato dalla concomitanza di più trigger che agiscono stimolando cronicamente il sistema immunitario per un lungo periodo di tempo e attraverso diverse modalità.
In questo modo, il sistema immunitario entra in uno stato di sovraccarico di lavoro e, se sopraffatto, perde la sua capacità di funzionare adeguatamente.

Se riusciamo a comprendere che cosa induca il sistema immunitario ad attaccare se stesso e riconosciamo almeno alcuni dei fattori scatenanti che provocano il suo cattivo funzionamento, possiamo cercare di trattare con successo queste condizioni.

Ci sono varie malattie autoimmuni all'interno di ogni specialità, e tutte queste sono guardate in modo diverso. E invece hanno hanno gli stessi meccanismi di innesco.

Di conseguenza, possiamo ipotizzare di assumere un approccio simile per tutte le cosiddette malattie autoimmuni e lavorare per ritrovare il giusto equilibrio e riportare il sistema immunitario a un carico di lavoro regolare e non di sovraccarico.

E’ evidente che il discorso si basa innanzitutto sul rapporto fra microbiota, “barriere” e, in particolare la barriera intestinale e il sistema immunitario. Alterazioni del microbiota e della permeabilità, sempre si traducono in eccesso di stimolazione antigenica del sistema immunitario e il rischio di sovraccarico e di malattia autoimmune (e non solo) diventa quindi elevatissimo.

Ci sono comunque le buone notizie!


Oltre alla necessità di modificare la nostra alimentazione (suggeriremmo una dieta paleo-mediterranea), che qui non vogliamo affrontare in dettaglio, ci sono  molti validi aiuti che ci possono venire da nutrienti di pregio.

E, comunque, se volete un piccolo regalo, cliccate qui!

Nutrienti to considerare:

Ci sono pochi prodotti naturali che abbiano dimostrato una vasta gamma di proprietà protettive come quelle che appartengono alla curcumina. Questo potente componente della curcuma, spezia indiana, dispone di proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che modulano la produzione di citochine e chemochine e di conseguenza equilibrano la risposta delle cellule Th-1 e Th-2 T-helper ulteriormente a valle della cascata infiammatoria.

La glucosamina è un derivato del glucosio che può essere convertito nelle cellule in N-acetil glucosammina (GlcNAc). Questa nuova forma di glucosamina ha dimostrato di agire come un agente immunosoppressivo attraverso una varietà di meccanismi. La glucosamina può sopprimere l'attivazione delle cellule T e delle cellule dendritiche, entrambe criticamente coinvolte nella risposta immunitaria. In uno studio, nel quale GlcNAc è stato utilizzato nei bambini con malattia infiammatoria cronica dell'intestino, le biopsie hanno rivelato miglioramenti istologici nonché di ripristino della barriera epiteliale (cioè, riparazione dell’intestino permeabile).

ParActin® è un marchio botanico che ha proprietà di modulazione molto uniche. 
È un estratto standardizzato speciale di Andrographis
A basse dosi (25-30mg) agisce in realtà come stimolante del sistema immunitario, ma a dosi elevate (150-500 mg) attiva il recettore nucleare peroxisome proliferator activated receptor gamma (PPARγ). Questo recettore, quando viene attivato, stimola l'espressione di geni coinvolti nell'omeostasi energetica nonché di regolatori chiave delle risposte immunitarie ed infiammatorie. 

Tutti questi "modulatori", ripristinando le barriere e regolando la risposta del sistema immunitario anche attraverso espressioni genetiche, risultano estremamente utili nel garantire un arresto della attività autoimmune, nella regressione della malattia e, infine,  nel raggiungere una possibile guarigione. Questo richiede tempo, ma non è tempo sprecato.

Buona salute!

Alfredo Saggioro, M.D.
Chiara Saggioro,  D.Sci. Ph.D. 


Referenze:

Muromoto R, Hirao T, Tawa K, Hirashima K, Kon S, Kitai Y, Matsuda T. IL-17A plays a central role in the expression of psoriasis signature genes through the induction of IκB-ζ in keratinocytes. International Immunology. March 3, 2016.

giovedì 12 maggio 2016

LEGGIMI ! IL TUO MICROBIOTA E' AFFAMATO...

Il nostro intestino sta per essere conquistato da BIG AGRA. 

Chi è questo interessante soggetto? È quello che esprime il potentato costituito dalle multinazionali del settore agricolo/alimentare. E questa conquista significa un grande disastro per la nostra salute.

Sono sicuro che siate a conoscenza di cosa siano i probiotici, la nuova tendenza nel marketing alimentare. E probabilmente sapete che i probiotici sono i batteri buoni presenti nel nostro intestino.

Siamo stati affascinati dal microbiota costituito da 100 trilioni o più di microrganismi, che noi portiamo in giro nel nostro intestino, bocca, pelle e mucose respiratorie e genito-urinarie, sin dai tempi dell’Università e delle molte Specializzazioni che abbiamo conseguito.

E un numero crescente di studi di ricerca negli ultimi anni ha evidenziato quanto sia importante il nostro microbiota per tenere lontane le malattie, tutte quelle croniche, non solo le infezioni, rafforzando il sistema immunitario e la nostra salute generale.

Alcuni di questi piccoli batteri, nel nostro intestino, aiutano a digerire il cibo e trasformarlo in vitamine; altri possono causare malattie e infezioni. Il segreto di un intestino sano è quello di avere abbastanza microbi buoni da tagliare fuori e tenere a bada quelli cattivi. Un buon equilibrio ha un effetto positivo su quasi ogni organo e sistema del corpo.

Il problema è che Big Agra ha lanciato un'enorme industria di probiotici per incassare grandi profitti. Ora aggiungono probiotici al cibo spazzatura, non solo allo yogurt, ma anche a dolcetti gommosi e pizza.

Questo significa che si sta perdendo il vero obiettivo di una alimentazione salutare, perché tra le molte caratteristiche della vita moderna che uccidono i batteri buoni — tra cui sono compresi gli alimenti ad alto contenuto di fruttosio, lo sciroppo di mais, l'inquinamento e gli antibiotici, una dieta povera di fibre è uno dei peggiori.

Dobbiamo comprendere bene cosa succede nel nostro intestino, che ospita, o è ospitato, da questa moltitudine di batteri: essi prosperano e vivono felici utilizzando per la loro sopravvivenza ciò che noi chiamiamo "carboidrati-accessibili-al microbiota" (MACs = microbiota-accessible carbohydrates). Si tratta di carboidrati che il corpo non può digerire. Ma i batteri li amano. 
La migliore fonte di questi MACs è la fibra contenuta nella nostra dieta. Ma purtroppo, mangiamo MACs molto meno rispetto ai nostri antenati. [1] 

Di conseguenza, interi ceppi di batteri utili stanno morendo. [2]

E questo può portare a problemi del sistema immunitario e, di conseguenza, essere causa di molte delle nostre malattie moderne da invecchiamento.

I nostri antenati primordiali avevano un equilibrio naturale di batteri buoni e cattivi. E nei miei viaggi, ho visto come le culture che si mantengono con diete tradizionali hanno intestini più sani. La ricerca dimostra esattamente quello che ho trovato.
Gli studi trovano una differenza enorme tra i batteri dell'intestino di cacciatori-raccoglitori rispetto alle persone negli Stati Uniti e in Europa. Gli occidentali hanno molto meno diversità nei loro batteri dell'intestino dei popoli nativi in Sud America, Africa o Papua e Nuova Guinea.

In altre parole, il nostro mondo moderno ha portato ad un grande declino nel genere di batteri buoni che hanno protetto i nostri antenati. [3]

La maggior parte dei medici oggi pensano che assumere 5-15 grammi di fibra al giorno sia ottimale.
Ma i nostri antenati ne assumevano da 50 a 200 grammi al giorno.
Questo costituisce il grande "gap di fibra" nelle nostre diete moderne.

La buona notizia è che mangiare più MACs può fare una grande differenza per la nostra salute, anche solo in pochi giorni.

In un recente studio, alcuni ricercatori hanno scambiato le diete di un gruppo di 20 afro-americani, nativi quindi negli USA, e 20 africani provenienti dall’Africa. Gli americani hanno aumentato la loro assunzione di fibra da 14 a 55 grammi al giorno e gli africani ridotto loro fibra da 66 a 12 grammi al giorno. Già nel giro di due settimane, gli americani hanno mostrato segni di un più sano microbiota e ridotto gli indicatori di cancro del colon. Gli africani posti a dieta inferiore di fibre hanno evidenziato un aumento di marcatori di rischio di cancro. [4]

Noi, insegniamo ai nostri pazienti a proteggere il loro microbiota dando loro istruzioni di mangiare la fibra di cui hanno bisogno. In genere consigliamo di assumere almeno 30-50 grammi di fibra al giorno.

Queste sono le migliori risorse per nutrire bene i nostri batteri intestinali, dovrei dire i vostri, perché noi già li utilizziamo da tempo:

  • Inulina: Questo tipo di fibra resiste alla digestione nell'intestino tenue. Raggiunge l'intestino crasso intatta, e alimenta i microbi. Si trova in asparagi, aglio, cipolle, porri, carciofi, foglie di tarassaco e radice di cicoria. Un'altra buona fonte sono le banane.
  • Vegetali fibrosi: Broccoli, cavolo, zucca, melanzane e spinaci contengono il tipo di fibra che i nostri batteri intestinali amano di più.
  • Frutta fresca con la buccia: Le bucce di frutta sono fra le principali fonti di fibra. Quindi non toglietela ogni volta che mangiate la frutta. I mirtilli sono i nostri preferiti a causa anche delle sostanze nutritive che contengono, utili per il cuore. Ma hanno anche una buccia ricca di fibra. I kiwi sono un altro buon esempio. A molte persone non piace la buccia del kiwi, ma triplica la fibra che si ottiene dal frutto. Gettatene uno intero nel vostro frullato a colazione.
  • Noci: La fibre che si trovano nelle noci sono fra le più efficaci. Noci e mandorle sono ottime scelte. Mangiatene una manciata al giorno per uno spuntino veloce e facile ricco di fibre.
  • Semi di zucca: I semi, in generale, costituiscono ottimi spuntini ricchi di fibre. I nostri preferiti sono i semi di zucca, preferibilmente non salati. La polpa del seme presenta una quantità notevole di fibre. E ormai sono facili da ottenere perché negozi specializzati, ma anche molti supermercati li vendono regolarmente. Mangiatene una manciata al giorno.
  • Fagioli cannellini: questi sono chiamati anche fagioli bianchi, molto usati nella nostra cultura culinaria, pensate ai fagioli all’uccelletto della Toscana o alle minestre di maccheroncini e fagioli del nostro Sud, ma onnipresenti nella cultura mediorientale, in particolare di quella siriana. Come molti altri fagioli e legumi contengono una speciale fibra resistente che conserva i carboidrati come fibra pura, così non si trasforma in grassi. L'amido non è assimilato e rimane disponibile per alimentare i batteri buoni dell'intestino. Piselli e fagioli contengono anche l'inulina, fibra buona. 
  • Alghe: Le fibre contenute nelle alghe inducono una digestione più lenta e questo aiuta a predigerire il cibo. Le piante marine fermentano in realtà nel tratto digestivo. Rilasciano composti chiamati polisaccaridi, dei quali si nutrono felicemente i batteri intestinali buoni che portano benefici alla vostra salute. [5]


Buona salute a tutti voi!

Alfredo Saggioro M.D.
Chiara Saggioro B.Sci., Ph.D.

Per saperne di più

  1. Jew, S. et al. “Evolution of the human diet: linking our ancestral diet to modern functional foods as a means ofchronic disease prevention. J. Med. Food. 2009;12: 925–934.
  2. Deehan and Walter “The Fiber Gap and the Disappearing Gut Microbiome:  Implications for Human Nutrition.” Trends in Endocrinology & Metabolism, doi: 10.1016/j.tem.2016.03.001, published online 11 April 2016
  3. Segata, N. “Gut microbiome: westernization and the disappearance of intestinal diversity.” Curr. Biol. 2015; 25: R611–R613.
  4. Stephen J. D. O’Keefe et al. “Fat, fibre andcancer risk in African Americans and rural Africans.” Nature Communications 6, Article number: 6342 doi:10.1038/ncomms7342
  5. Develle, C., et al. “Study on the effects of laminarin, a polysaccharide from seaweed, on gut characteristics.” Journal of the Science of Food and Agriculture. 07/2007; 87:1717-1725. DOI: 10.1002/jsfa.2901


sabato 7 maggio 2016

BRUXISMO E POSTURA

Vi riporto volentieri questo articolo ripreso da MDSaute e da me commentato, perché tratta di un fenomeno sempre più frequente e che coinvolge il nostro stato di salute generale. 
Nella nostra esperienza, spesso si associano alterazioni della postura che possono essere secondari, e qui di seguito ne sentirete descrivere le cause, ma anche primari, in quanto il sistema libico controlla molte funzioni "involontarie" dal cui cattivo funzionamento possono derivare reflusso, extrasistolie, aritmie, ma anche semplici "gonfiori di pancia" o alghe toraciche o dorso-lombari, o lungo il percorso degli psoas.
Come sempre in Medicina Funzionale. la ricerca delle cause contribuisce a trovare la soluzione e a non effettuare solamente interventi di "maquillage" fisico.















Il bruxismo consiste in un disordine ripetitivo del movimento caratterizzato dal serramento della mandibola e dal digrignamento dei denti. Esso si classifica in due tipologie che tendono a sovrapporsi: bruxismo della veglia (AB) e bruxismo del sonno (SB). Le teorie sui fattori che causano il bruxismo sono oggetto di controversie, ma una serie di evidenze suggerisce che esso possa in una certa misura essere collegato a disfunzioni dei gangli basali, per quanto sinora l’argomento abbia ricevuto scarsa attenzione.

Una recente revisione della letteratura ha ricercato studi che abbiano riportato l’associazione fra bruxismo e vari tipi di disordini del movimento. Nel complesso sono state riscontrate pochissime casistiche e la maggior parte degli articoli, consistevano in casi clinici nel contesto delle sindromi parkinsoniane. L’AB è stato riportato di rado, ma sembra essere esacerbato dai trattamenti medici, mentre l’SB è stato principalmente osservato durante il sonno REM, come nella restless leg syndrome.
L’AB viene occasionalmente riportato nella corea di Huntington, nella distonia primaria ed in quella secondaria, ma la sua massima incidenza e gravità si riscontra nelle sindromi che combinano stereotipie e deficit cognitivi, come la sindrome di Rett, la sindrome di Down ed i disordini dello spettro acustico.

Nel complesso, l’AB sembra essere maggiormente frequente nei disordini del movimento ipercinetici, specialmente in presenza di stereotipie e viene influenzato dall’ansia, il che suggerisce un coinvolgimento della porzione limbica dei gangli basali nella sua fisiopatologia.

Fonte: J Prosthodont online 2016, pubblicato il 14/4
Buona salute!