lunedì 17 marzo 2014

VITAMINA D E LEAKY GUT - BASSI LIVELLI DI VITAMINA POSSONO ESSERNE LA CAUSA?


Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio di malattia?

Avete probabilmente sentito dire molte volte che la vitamina D è importante. Più spesso, le informazioni riguardano l’associazione con l’osteoporosi o con una perdita di densità ossea, in caso di carenza.
Ma quello che non viene divulgato frequentemente è che i recettori per la vitamina D (VDR = Vitamin D Receptors) sono comunemente presenti in tessuti come cuore, pelle, cervello, rene, cellule del sistema immunitario, mammella e prostata.
La vitamina D va ben oltre un interessamento della salute dell’osso. Quando è carente è stata associata a malattie gravi renali, cardiache, cancro, infiammazione e leaky gut (o sindrome da alterata permeabilità intestinale SAPI). Se ci pensante, poche sono le aree del vostro corpo nelle quali la vitamina D non sia coinvolta.

Una piccola informazione: la vitamina D non è in realtà una vitamina, ma un ormone, prodotto dall’organismo dalla combinazione della luce solare e colesterolo. Solo allora, nel suo stato che si chiama D3, è attivata nel fegato e nel rene nella sua forma attiva che è chiamata calcitriolo.

Qual è il vero ruolo della vitamina D?

La vitamina D, come già detto, mantiene la solidità dell’osso. Perciò, se carente, ne risultano osteoporosi o perdita di densità dell’osso.
La vitamina D attiva le cellule NK (natural killers); una bellissima arma di difesa del sistema immunitario che uccide “i cattivi”, sia che siano virus o batteri, sia cellule tumorali. Ad esempio, un trucco molto efficace per la prevenzione della sindrome influenzale è verificare che i livelli ematici di vitamina D siano ottimali.
La vitamina D influenza la funzione del sistema “di barriera” nel tratto digestivo. Il deficit di vitamina D è stato associato con il leaky gut, e, attraverso questo, alle malattie autoimmuni e altre malattie degenerative. Qualunque cosa provochi leaky gut dovrebbe essere corretta urgentemente.
Infiammazione e vitamina D sono intimamente correlate. Oggi sappiamo che uno stato d’infiammazione cronica è l’iniziatore di gran parte delle malattie degenerative che cerchiamo invece di evitare, comprese le cardiopatie, arteriosclerosi, disturbi circolatori cerebrali, cancro, allergie, malattie autoimmuni, diabete e obesità, per nominare le più frequenti. La vitamina D è un antinfiammatorio, e questo rappresenta un altro buon motivo per essere sicuri che i suoi livelli siano normali. L’esplosione di un’infiammazione (anche di basso grado) deve essere impedita per prevenire e/o guarire queste condizioni patologiche. La vitamina D è in gradi di fare questo, ma deve essere presente in quantità sufficienti per poter adempiere a questo compito molto importante.

La carenza di vitamina D aumenta il rischio di cancro della mammella di 6 volte

Uno studio molto recente, nel numero di luglio 2013 dell’American Journal of Clinical Nutrition, ha riportato dati significativi sul maggior rischio di cancro della mammella nelle donne con livelli bassi di vitamina D nel sangue. Bassi livelli di vitamina D sono fraequenti nei paesi nei quali c’è bassa esposizione al sole per via del clima, abbigliamento o aumentata pigmentazione cutanea. Tutti fattori che agiscono riducendo la produzione di vitamina D. Paragonando le donne con valori di vitamina D inferiori a 10 ng/mL a donne i cui livelli erano maggiori di 20 ng/mL, il rischio di cancro alla mammella era oltre sei volte maggiore. In una malattia che si sostiene abbia poche “relazioni causali”, questo studio dà alle donne qualcosa che possono davvero fare per diminuire il rischio di questa malattia devastante.

La vitamina D provoca leaky gut?

L’alterazione della permeabilità intestinale (leaky gut) può essere provocata da molte cause, più spesso farmaci e sostanze chimiche e, ancor più spesso, dalla presenza di glutine nella dieta. Il grado e la cronicità di una permeabilità intestinale alterata possono indirizzare il corpo verso malattie autoimmuni, infiammazioni e altre malattie croniche degenerative. L'”intelligenza” dell'intestino che gli permette di aprire le sue porte al buon cibo digerito e di chiuderle contro le tossine, agenti patogeni e altro percepito come “cattivo” è davvero fantastica e una delle molte abilità sorprendenti del corpo umano. Ma quando quest'intelligenza è ostacolata, il risultato è la malattia. Un altro strumento contro l’aumento della permeabilità intestinale è la vitamina D. Si è scoperto che la vitamina D è necessaria per il sistema “gatekeeper” (di sorveglianza dalle intrusioni) del piccolo intestino e quando D è carente, il risultato è una riduzione dell’impermeabilità intestinale. Quando comprendiamo quanto la vitamina D sia intimamente collegata al sistema immunitario del corpo e al suo corretto funzionamento, non è forse una sorpresa che la vitamina D giochi un ruolo nel mantenere un intestino sano, conoscendo che in esso è alloggiato il 70-80% del sistema immunitario umano.
E non è una sorpresa scoprire che la vitamina D è frequentemente carente nei pazienti con malattia celiaca o ipersensibilità al glutine e in altre malattie croniche del sistema digestivo. È importante che tutti controllino i loro livelli di vitamina D, e questo è specialmente importante nei soggetti che già conoscono di avere un qualsiasi tipo di compromissione del sistema immunitario o digestivo.

Che cosa dovete sapere

Per prima cosa dovete eseguire un test sul sangue per conoscere come vanno i vostri livelli di vitamina D. Il nome del test è 25-idrossi vitamina D, un comune esame del sangue. Non c’è altro modo di indovinare quali siano i vostri livelli, l’esame va fatto per saperlo.
Una volta ottenuti i risultati, guardate quanto siano vicini a 50 ng/mL. Il valore di 50, per la maggior parte degli esperti, è quello che si avvicina di più al “minimo” accettabile, anche se il “Vitamin D Council” afferma che dovrebbe essere fra 60 e 80 ng/mL. Raramente la vitamina D può anche essere troppo alta, ma non è un problema ed è un fenomeno veramente raro.

Quale supplemento di vitamina D è il migliore

Se trovate valori bassi di vitamina D nel sangue o volete comunque essere sicuri di mantenere buoni livelli, potete fare le seguenti cose:
  1. Prendete un po’ di sole. Un po’ di luce solare vi farà bene. Non serve usciate a mezzogiorno, ma 20 minuti al giorno di esposizione alla luce solare con braccia e torace esposti e/o in pantaloncini corti (almeno il 20% della superficie della pelle) saranno sufficienti a produrre circa 10.000 IU (unità internazionali) di vitamina D, secondo il “Vitamin D Council”. Altri fattori da prendere in considerazione sono la latitudine nella quale vivete e il colore della vostra pelle. Più lontani siete dall’equatore, più difficile sarà avere un adeguato tempo di insolazione durante l’anno. Inoltre, toni più scuri di pelle non possono assorbire abbastanza UV (raggi ultravioletti), per convertire dosi adeguate di vitamina D. Per cui bisogna ricorrere al punto 2.
  2. Assumete supplementi di vitamina D3 (non D2) in un medium grasso. La vitamina D è liposolubile e così, se è veicolata da qualche cibo grasso viene meglio assorbita nell’intestino. In generale, pur non essendoci regole precise, si tende a somministrare 2000 IU di vitamina D3 per ogni 10 ng/mL di livello ematico della vitamina D che si vogliono aumentare. Il mantenimento può essere fra 2000 e 4000 IU, ma dipende dalla risposta soggettiva. È importante pertanto ricontrollare i valori ematici di vitamina D, per essere sicuri di avere raggiunto lo scopo.
  3. Un grave deficit può richiedere dosaggi ancor più elevati di vitamina D, per un certo periodo di tempo, fino a normalizzazione dei livelli, e alcuni pazienti possono aver bisogno fino a 50.000 IU o più, una o due volte alla settimana, per normalizzarsi. Si tratta di dosaggi elevati che non devono essere assolutamente assunti senza uno stretto controllo medico.
  4. Una carenza cronica che non risponde al trattamento, significa che l’assorbimento intestinale non funziona bene, soprattutto l’assorbimento dei grassi. Questo è un caso nel quale si richiede abilità clinica. In questo scenario, infatti, è inutile continuare a dare a un individuo più vitamina D, quando i livelli non stanno migliorando; è necessario scoprire perché non stanno migliorando. Nei pazienti con malattia celiaca, ipersensibilità al glutine o altri disordini del tratto digestivo, bisogna ricercare la guarigione mucosa in modo da garantire un normale assorbimento. Questo è un lavoro da medico.




Qui vi cito tre lavori clinici, della miriade esistente, giusto per dare un esempio della poliedrica attività positiva per l’organismo di questo ormone.

1.VITAMINA D E SALUTE VASCOLARE
Nephrology (Carlton). 2011 Dec 19.
Nutritional vitamin D supplementation in hemodialysis: a potential vascular benefit?
Assimon MM, Salenger PV, El-Fawal HA, Mason DL.

La somministrazione di vitamina D in pazienti sottoposti ad emodialisi si è rivelata particolarmente utile nel ridurre alcuni fattori promuoventi l'aterosclerosi come l'espressione di molecole di adesione vascolare e di citochine pro-infiammatorie.

2. LA VITAMINA D NEL SETTORE ODONTOIATRICO
Clin Oral Implants Res. 2011 Sep 5
The potential effects of cholecalciferol on bone regeneration in dogs.
Hong HH, Chou TA, Yang JC, Chang CJ.

Studio sperimentale odontoiatrico che dimostra come la supplemantazione con vitamina D e calcio possa risultare positiva nel favorire la rigenerazione ossea mandibolare e mascellare migliorando gli esiti della terapia chirurgica orale di implantoprotesi.

3.  VITAMINA D3 E SENSIBILITA' ALL'INSULINA
Transl Res. 2011 Nov;158(5):276-81. doi: 10.1016/j.trsl.2011.05.002. Epub 2011 Jun 7.
Vitamin D3 supplementation improves insulin sensitivity in subjects with impaired fasting glucose.
Nazarian S, St Peter JV, Boston RC, Jones SA, Mariash CN.

Studio che dimostra come la somministrazione orale ad alte dosi di vitamina D3 possa migliorare la sensibilità all'insulina in pazienti con alterata glicemia a digiuno, ritardando così la progressione di patologie metaboliche gravi come il diabete.







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