giovedì 6 marzo 2014

I SETTE ALIMENTI CHE POTREBBERO ESSERE CAUSA DEL PESO SUPERFLUO

Allergia a alimenti e "grasso" 
Il "grasso" che proviene da ipersensibilità alimentari è caratterizzato dalla sensazione di gonfiore e di ritenzione idrica che, spesso, molte persone avvertono quando assumono i seguenti sette alimenti, che possono essere considerati i "top seven" allergeni alimentari. Introdurre nell'organismo alimenti che interferiscano con la nostra chimica, si può tradurre in gonfiore dei tessuti, rigonfiamento dell'addome e anche a livello del volto, che possono avere l'aspetto di vero e proprio "grasso". Infatti, non è infrequente che alcune persone dimostrino 5-7 chili di più, proprio per queste reazioni sgradevoli.
Gli alimenti che provocano queste reazioni, sono anche quelli fra i più comuni e prevalenti in una alimentazione standard, sia direttamente, che sotto forma di additivi, e sono:

  • prodotti caseari (latte e derivati contenenti proteine del latte, compreso siero di latte)
  • farina di frumento
  • farina o sciroppo di mais
  • zucchero
  • soia
  • uova
  • arachidi
Molte persone non ritengono di essere "allergiche" a questi alimenti perché non hanno mai provato una immediata reazione istaminica, che è quella che comunemente associamo alle allergie come, ad esempio, rinorrea, edema della laringe o vomito. Spesso, anzi, questi tipi di reazioni ad alimenti provocano sintomi ritardati, e questo costituisce un problema per creare una associazione, il che significa che, dall'assunzione dell'alimento incriminato, al momento della comparsa di sensazione di malessere, possono passare anche 12-36 ore. Questo rende talora molto difficile identificare queste ipersensibilità, soprattutto se corrispondono a alimenti presenti quotidianamente nell'alimentazione. 

Chi mangia regolarmente, ogni giorno, cibi a base di farina di frumento o latticini e sperimenta reazioni di basso grado, può non riconoscerle come segnali di messa in difficoltà dell'organismo, ma attribuire i sintomi a problemi cronici come eczema, emicrania, sensazione di affaticamento, dolori articolari o reflusso.
Da un punto di vista generale, qualsiasi alimento può provocare queste reazioni, anche alimenti cosiddetti "salutari" come limoni o peperoni. In genere è più probabile che un individuo sviluppi ipersensibilità a quegli alimenti che mangia più frequentemente e, sfortunatamente, i "top seven" - latticini, frumento, mais, zucchero, soia, uova e arachidi, costituiscono le basi di molti alimenti confezionati industrialmente e rendono così l'esposizione inevitabile. 
Se utilizziamo questi alimenti su base giornaliera, possiamo arrivare a sperimentare uno stato reattivo quasi costante del nostro organismo, comprendente rigonfiamento e ritenzione idrica. Ma quello che è peggio è che questa situazione può provocare infiammazione della mucosa intestinale, alterare così l'assorbimento e il metabolismo, creare deficit nutrizionali e alterazione degli zuccheri nel sangue. Le conseguenze possono essere aumento esagerato dell'appetito, perdita di energia, depressione, ma anche, ad esempio, sindrome premestruale.

Quando si mangiano cibi potenzialmente reattivi, questi entrano nel torrente circolatorio parzialmente indigeriti...e rappresentano particelle di maggiori dimensioni che il nostro organismo non riconosce più come alimenti, ma come corpi estranei. Questo fenomeno non provoca solo maldigestione e accumulo di gas intestinali, ma può scatenare liberazione di citochine e di sostanze come l'adrenalina e l'istamina che condizionano una risposta infiammatoria. Man mano che i liquidi di accumulano all'interno dell'area infiammata e vengono trattenuti dai tessuti, si verifica un edema e un rigonfiamento dell'addome. E, a questo punto, paradossalmente si verifica una specie di "richiesta" di alimentarsi dei cibi ai quali si è più sensibili. Il solo modo di "guarire" l'intestino è quello di eliminare questi cibi scatenanti dall'alimentazione quotidiana.

Diata di eliminazione = guarigione
Uno dei modi migliori per determinare se siate sofferenti di ipersensibilità (reazioni avverse) a un alimento è costituito da una dieta di eliminazione. Bisogna mettere in conto almeno tre settimane completamente prive dei sette allergeni alimentari che abbiamo sin qui citato: latticini, frumento, mais, zucchero, soia, uova e arachidi. A questo punto non è che sarà completata la cura, ma si potrà riuscire a capire quale di questi sette possa essere il colpevole delle reazioni, aggiungendone, progressivamente e lentamente uno alla volta all'alimentazione quotidiana e verificando quale sia a provocare reazioni avverse.
Un'altro modo per trovare l'alimento, o gli alimenti colpevoli può essere il dosaggio delle IgG4 specifiche, sapendo bene che lo standard è la dieta di eliminazione.
Bisogna essere consci, infine, che per evitare ingredienti quali farina, latticini o sciroppo di mais potrà essere necessario limitare le uscite al ristorante o l'utilizzo di alimenti confezionati, e preparare invece i propri pasti a casa.

In genere io personalmente raccomando di bere acqua in abbondanza e di fare esercizio fisico regolare. L'esercizio fisico avrà il compito di riavviare il metabolismo e far aumentare i livelli di energia. Aiuta pure a eliminare l'eccesso di liquidi, a bruciare più calorie e a tenere sotto controllo l'appetito, consentendo quindi di raggiungere i risultati desiderati più rapidamente.

Rendersi conto di essere ipersensibili ad alcuni alimenti può sicuramente risultare difficile, almeno all'inizio, ma vi assicuro che, quando comincerete a perdere centimetri in circonferenza addominale e a sentirvi meglio fisicamente e anche nel vostro umore, sarete così gratificati, che capirete quanto il vostro sforzo sarà valsa la pena.




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