domenica 2 febbraio 2014

IPOTIROIDISMO - MALATTIA DI HASHIMOTO - LA CURA DELLA MEDICINA FUNZIONALE

Sono pillole, non "pasti"
Nel Post precedente ho trattato il problema diagnostico, e, poiché la maggior parte degli ipotiroidismi, che sono le affezioni più frequenti della tiroide, hanno una base autoimmune, cercherò di spiegare come avviene l'approccio alla cura in Medicina Funzionale.

Molti dei trattamenti convenzionali (farmaci su prescrizione) disponibili, per loro stessa costruzione, possono aiutare i pazienti a riottenere una vita normale, mascherando molti sintomi, in genere, mai curando. Anzi, possono farvi sentire peggio per i loro effetti collaterali. Non dovrebbero mai essere utilizzati come una soluzione a lungo termine. In altre parole, non dovreste pensare di avere risolto i vostri problemi con i farmaci. Dovete invece pensare che dovete trattare la causa della vostra malattia autoimmune per avere risultati durevoli e per tutta la vita. Ricordate che i problemi alla tiroide sono quasi tutti condizioni autoimmuni e che, alla loro radice, sono collegati a un processo biochimico fondamentale: una risposta immunitaria alterata, conosciuta come infiammazione sistemica, che risulta in un attacco di strumenti del vostro corpo costruiti per difendervi, in direzione dei vostri stessi tessuti.. La Medicina Funzionale raggiunge l'obiettivo di farvi star meglio, dal vostro ipotiroidismo, nonostante abbiate una malattia autoimmune.

Quale il percorso?
  1. Identificare infezioni nascoste
  2. Detossificare ogni giorno
  3. Perdere peso (se necessario)
  4. Recuperare in salute intestinale
  5. Fare esercizio fisico
  6. Rilassarsi
Valutiamo, in breve, ciascuna di queste:

Le infezioni nascoste sono una causa di infiammazione sistemica, abbiamo imparato molto dall'Helicobacter pilori, nello stomaco, ma molti altri patogeni sono in grado di "convivere" all'interno del nostro microbiota e in noi. Vanno ricercati, come pure vanno escluse allergie e intolleranze alimentari con test IgE e G per alimenti. Contemporaneamente va esclusa la malattia celiaca e la ipersensibilità al glutine (richiede un test genetico). Tutto questo, ovviamente, deve essere preceduto da una anamnesi (storia clinica) molto accurata, al fine di evitare di eseguire accertamenti inutili e non conclusivi. La malattia celiaca è anch'essa una malattia autoimmune e ci ha aiutato a comprendere molti meccanismi che regolano il flusso di informazioni fra ambiente, mucosa intestinale, sistema immunitario e a comprendere come meccanismi simili, associati a aumento della permeabilità, possano aver luogo, come elementi scatenanti, in altre patologie del sistema immunitario.

Anche molti metalli pesanti, come il Mercurio, possono provocare autoimmunità, e questo significa la necessità di disintossicarsi quotidianamente. Il modo migliore più semplice e efficace di disintossicarsi ogni giorno è bevendo acqua alcalina ionizzata antiossidante  ogni giorno. Quest'acqua è ricca di micro-aggregazioni di minerali, in grado di neutralizzare e chetare sostanze tossiche, favorendone così l'eliminazione dal nostro corpo. 
L'effetto che si osserva è chelante (che significa capace di legare saldamente certe sostanze) e quindi in grado di rimuovere sostanze tossiche dall'organismo e antiossidante, con indubbi effetti sul benessere generale, i processi di invecchiamento cellulare e generale del nostro organismo, oltre che prevenire e contrastare l'infiammazione. Inoltre, come affermato da Robert O. Young, autore del libro pH Miracle for Weight Loss "il nostro corpo trattiene grasso come protezione dalla produzione eccessiva di acido prodotta dalle tipiche diete occidentali". Ma non solo,  Possiamo agire sui sistemi di disintossicazione con una alimentazione accurata e con eventuale integrazione con prodotti naturali e di nutraceutica, costruiti allo scopo e in grado di aumentare non solo il pH, ma il potere antiossidante dell'organismo: olio di pesce, vitamina C e Vitamina D possono aiutare il sistema immunitario a "tranquillizzarsi" i maniera naturale.
La salute intestinale è sempre il cardine di una terapia volta a "sedare" il nostro sistema immunitario, e questa non può prescindere da una alimentazione molto accurata, priva di "proteine pesanti" quali il glutine e le proteine del latte vaccino e, corretta, sulla base di eventuali intolleranze. A queste semplici nozioni va aggiunta la necessità di integrare soprattutto L-glutammina che è l'amminoacido principe per la stabilità della barriera mucosa, le vitamine del gruppo B e probiotici attivi sul sistema di trasmissione delle informazioni al sistema immunitario e sulle proteine che regolano la solidità della barriera mucosa. Anche a questo scopo esistono prodotti di nutraceutica più completi, che contengono anche sostanze antinfiammatorie naturali, che  quindi possono agevolarci in questo compito.
Anche l'esercizio fisico è un antinfiammatorio naturale e va praticato quotidianamente e regolarmente.
Imparate a praticare esercizi di rilassamento profondo mediante la respirazione profonda addominale, tecniche di training autogeno, yoga, o meglio ancora, attraverso un intervento osteopatico a livello viscerale, ma, se necessario, anche a livello somatico. Lo stress, a qualsiasi livello, ha effetti negativi sul sistema immunitario, e il sistema degli equilibri corporei è un fenomeno complesso encefalo-neuro-osteo-muscolare-biochimico.
Se proprio è necessario, ricorrete a integratori sostitutivi tiroidei naturali come gli estratti di tiroide secca. Sono utilizzati fin dal 1892, approvati FDA e, oggi, le preparazioni seguono standard ufficiali della farmacopea. Un argomento a favore degli ormoni naturali è dato dal fatto che altri ormoni naturali e sostanze chimiche presenti in queste preparazioni sono in grado di tamponare o esaltare gli effetti degli ormoni attivi. Basta ricordare che: caffè, antiacidi a base di alluminio, solfato ferroso (preparati a base di ferro), calcio carbonato, soia e forse anche il succo d'uva possono ridurne l'assorbimento, per cui vanno assunti lontano dai pasti e da altri farmaci.

Infine, armatevi di pazienza. Il nostro sistema immunitario ha la memoria lunga e, prima di vedere risultati tangibili deve passare del tempo, non quantizzabile a priori, perché legato alla costituzione propria di ciascun organismo, alla sua genetica e, soprattutto, alla severità del danno già instaurato. 





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