giovedì 27 febbraio 2014

QUATTRO ALIMENTI IMPORTANTI PER DISINTOSSICARE IL FEGATO

Top Four Liver Detox FoodsEsistono approcci molto complicati alla disintossicazione del fegato, ma uno strumento semplice e facilmente accessibile di aiuto ai processi di eliminazione delle tossine da parte del fegato può essere costituito dal privilegiare quattro alimenti, relativamente comuni.

Ogni branca della medicina che guarda alla salute sembra avere le proprie ricette su come aiutare il fegato a disintossicarsi. Variano da succhi vegetali a supplementi di "erbe", saune e clisteri: ci sono molte strade che si possono percorrere per aiutare il fegato a eliminare le tossine dal corpo. Tutti questi approcci possono essere utili al benessere del fegato, ma è molto più facile osservare come esistano alimenti, che possono essere presenti nella nostra dieta di ogni giorno, che aiutano il fegato a disintossicarsi. 
La pratica di disintossicare il corpo da tossine che potrebbero recare danno è datata da secoli. Tecnicamente, le tossine sono costituite da qualsiasi sostanza che sia in grado di provocare danni a l'organismo, compresi i prodotti di rifiuto che deridano dalle normali attività cellulari, come l'ammonio, l'acido lattico e l'omocisteina; a queste si aggiungono quelle prodotte dall'uomo e alle quali siamo esposti nell'ambiente, attraverso il cibo e l'acqua. 
Il fegato rappresenta la prima linea di difesa contro le tossine, funzionando da filtro e costituendo un argine all'accumulo di sostanze tossiche nella circolazione sanguigna. Sfortunatamente, un fegato "pigro" risulta deficitario in questa funzione di pulizia, vitale per tutti gli altri organi e sistemi, provocando un accumulo di tossine, e questo rappresenta una situazione potenziale di pericolo. Fornire un aiuto a questa funzione disintossicante del fegato aumenterà le sue capacità produttive, mantenendo così la quantità di tossine in circolo entro i minimi non pericolosi. 
L'utilizzo regolare dei quattro alimenti seguenti nell'alimentazione di ogni giorno aumenterà sensibilmente le capacità disintossicanti del fegato.

  1. MELE - Probabilmente Benjamin Franklin non sapeva quanto fosse vera e accurata, quando coniò la frase "una mela al giorno toglie il medico di torno". Le mele rappresentano uno dei top alimenti disintossicanti perché contengono fibre, vitamine, minerali e altri fitochimici benefici come D-glucarato, flavonoiditerpeni, tutti utilizzati nei processi di disintossicazione. Uno dei flavonoidi contenuto nelle mele, la florizidina (florizina), è coadiuvante nella stimolazione della produzione di bile. Inoltre, le mele sono anche una buona fonte della fibra solubile pectina, che aiuta nell'eliminazione dei metalli e degli addirtivi alimentari contenuti nella circolazione sanguigna. Unico problema: le mele che oggi troviamo nei supermercati contengono una grande quantità di residui di pesticidi, per cui è consigliabile consumare solo mele da agricoltura biologica.
  2. LIMONI - Il frutto comunemente chiamato limone stimola la liberazione di enzimi che favoriscono la conversione delle tossine in una forma idrosolubile, che può essere facilmente escreta dal corpo. I limoni sono fonti notevoli di vitamina C (acido ascorbico), che stimola la produzione di glutatione. Il glutatione è il principale antiossidante utilizzato dal fegato durante le fasi di disintossicazione, inoltre, la vitamina C favorisce una bile più fluida e decongestionata, aiutando così il fegato nel suo processo di degradazione dei grassi. E' consigliabile spremere un limone in un bicchiere d'acqua e berlo al mattino, a digiuno, come prima cosa da fare, per ottenere il massimo effetto sulla funzione epatica di disintossicazione.
  3. ALGHE - Chiamate anche i vegetali del mare, le alghe rappresentano un ottimo alimento disintossicante. Oltre a contenere la più ampia gamma di minerali, di qualsiasi altro cibo (da 10 a 20 volte più che nei vegetali in genere), l'alginato di sodio (alginina) contenuto nelle alghe assorbe le tossine direttamente nel tratto digestivo. Il kelp, un tipo di alga, particolarmente ricca in alginina è un elemento capace di rimuovere le particelle radioattive e i metalli pesanti dall'organismo. Le alghe verdi contengono clorofilla, che è un potente disintossicante. La clorofilla contiene fibre speciali che si legano, e rimuovono numerose sostante indesiderate dal nostro corpo, aiutando, in pratica, il fegato nelle sue responsabilità di disintossicatore.
  4. GERMOGLI DI BROCCOLI - I broccoli contengono sostanze fitochimiche molto valide, che vengono liberate quando sono tagliati o triturati, masticati, fermentati, cotti o digeriti. Le sostanze liberate vengono degradate in sulfurafani, indol-3-carbinolo e D-glucarato, che esercitano ruoli specifici nei processi di disintossicazione. Se i broccoli sono un buon alimento disintossicante, i germogli di broccolo lo sono ancor di più, perché contengono 20 volte di più sulfurafano dei broccoli tradizionali.
Aggiungere mele, limoni, alghe e germogli di broccoli alla dieta non rappresenta poi uno sforzo così grande, ma può avere un impatto considerevole sull'attività del fegato e, poiché questi alimenti riforniscono il fegato con i nutrienti che gli necessitano, per affrontare i vari aspetti della disintossicazione, consumare questi quattro alimenti significa utilizzare una delle migliori strategie per ottenere una disintossicazione epatica efficiente.
Questo non significa che, quando necessario, non si debbano utilizzare integratori costruiti allo scopo di migliorare l'efficienza dei processi di disintossicazione, anzi, molto spesso, prima di iniziare qualsiasi cura, può risultare indispensabile, come pure dopo malattie protratte o terapie farmacologiche protratte. Ma questo lasciatelo fare al vostro medico.




lunedì 24 febbraio 2014

SALUTE DEL FEGATO - LE CIPOLLE NON SONO SOLO UN AROMA

Onions Play a Flavorful Role in Liver HealthNelle cipolle sono presenti molti composti chiave nell'esercitare effetti benefici sulla salute del fegato.


Acido folico. E' essenziale per varie funzioni metaboliche e per la formazione di nuovi globuli rossi. L'insufficienza epatica è spesso accompagnata da una diminuzione di acido folico. E' quindi importantissimo alimentarsi con cibi ricchi in acido folico per ridurre il rischio di carenze.
Aggiungere una cipolla rossa alla vostra insalata, ma anche della cipolla tritata su qualunque pietanza, non solo servirà a insaporirla, ma anche a aumentare l'acido folico.
Le cipolle sono molto ricche in quercetina, un flavonoide che può provvedere parecchi benefici al nostro organismo. E. sebbene la quercetina sia naturalmente abbondante negli alimenti di origine vegetale, molte persone non ne ricevono abbastanza con la loro dieta. La quercetina è si è dimostrata in grado di agire sul colesterolo e sulla pressione ematica, abbassandoli. Studi su animali e sull'uomo hanno evidenziato come integratori a base di quercetina riducano l'accumulo del grasso addominale (quello pericoloso) e riducano pure la quantità di grasso nel fegato (steatosi). La quercetina, inoltre, aiuta a prevenire lo sviluppo di cellule cancerogene nel fegato.
Altri studi hanno evidenziato come le cipolle aumentino il contenuto minerale delle ossa, proteggano e rigenerino la vitamina E, e combattano il diabete di tipo 2 (quello dell'adulto, in genere associato a resistenza insulinica) e l'obesità. Contengono inoltre disulfidi, che proteggono il fegato e aiutano le funzioni di disintossicazione, come pure contengono vinilditina, che aiuta nel processo della perdita di peso.
Come incorporare le cipolle nella dieta quotidiana?
Potremmo parlare, elencandole, delle qualità anti-cancro e epatoprotettrici delle cipolle per un giorno intero, ma tutto questo non servirebbe a niente se non troverete il modo di incorporarle regolarmente nella vostra alimentazione. Fortunatamente le cipolle sono buone e facili da preparare e, qui di seguito vi illustrerò alcune proposte per aggiungere le cipolle (una cipolla al giorno tiene lontano il medico dal vostro fegato) ai vostri pasti quotidiani.
Omelette Spagnola per Colazione
Premesso che un pasto proteico a colazione fa bene, come vi ripeterò spesso, e le uova non fanno male, purché non si esageri:
Riscaldate due cucchiai da tavola di olio di oliva extravergine in una padella.
Aggiungete una cipollata tagliata a pezzi medi.
Appena la cipolla comincia a indorarsi e emette un odore delizioso, aggiungete ogni tipo di vegetale a voi piaccia (funghi champignons e pomodorini sono un'ottima scelta), come pure le vostre uova, che avrete sbattuto prima.
Cuocete le uova finché non saranno ben rapprese e chiudete la vostra omelette.
Cuocete ancora qualche minuto fino alla cottura che più vi piace.
A questo punto, mangiate e godetevela.
Insalata di mirtilli, noci e cipolla a pranzo
Prendete il vostro tipo preferito di lattuga, o spinacini freschi o di verdure verdi miste e aggiungete mirtilli (anche disidratati), noci a pezzettini e cipolle rosse.
Se avete tempo (ma è molto più buona) una mela fatta e pezzettini, o una pera aggiungeranno un piacere non solo alla masticazione, ma anche al sapore.

Peperoni a cena

Tutti abbiamo una ricetta preferita per mangiare i nostri peperoni (friarielli, peperoncini piccanti o peperoni gialli e rossi). La prossima volta che cuocete peperoni, sia che siano al forno, o cotti lentamente in una padella, aggiungete sul vostro piatto un battuto grossolano di cipolla cruda. Sarete sorpresi di quale aggiunta di sapore ne riceverete e quanto bene vi farà stare!

Naturalmente è un gioco, non voglio insegnare a voi come cucinare o cosa dovete mangiare. Ma quello che è certo è che, se imparerete a utilizzare questo interessante vegetale con maggiore frequenza e in maggior quantità, meglio se poco cotto o crudo, di sicuro il vostro organismo saprà ringraziarvi. Fegato per primo. 

giovedì 20 febbraio 2014

COME SPIEGARE I DISTURBI CORRELATI AL GLUTINE, TANTE ALTRE MALATTIE AUTOIMMUNI...E NON SOLO


Per capire che cosa determina reazioni avverse al glutine, anzi, come possa succedere che una proteina, grossa quanto è il glutine (o meglio la gliadina che è una proteina componente del glutine, contenuta in particolar modo nelle farine di frumento, orzo, segale, farro, spelta e triticale) sia in grado di venire a contatto con il sistema immunitario, che si trova nella sottomucosa, e quindi è ben protetto da incontri ravvicinati non desiderati, bisogna prima capire che cos’è la barriera mucosa.
La barriera mucosa è costituita da un sistema funzionale nel quale coesistono un singolo strato di cellule epiteliali, fra loro congiunte dai desmosomi, o meglio dalle “giunzioni strette” (tight junctions) costituite da proteine che serrano le giunzioni stesse e da proteine, delle quali la zonulina è la più importante regolate da un gene (ZO-1), che tendono invece a allargare le giunzioni strette in caso, ad esempio, di iperespressione del gene. A questa struttura epiteliale va associato il muco che la sovrasta, la cui produzione è legata alla presenza di una citochina, la prostaglandina E2 e che ha la funzione di vera e propria prima barriera, soprattutto per il passaggio di batteri, funghi, virus e macromolecole.

Le prostaglandine giocano un ruolo fondamentale nella modulazione dell’integrità della mucosa perché il loro legame ai recettori EP3/EP4 sulla superficie basale dell’epitelio mucoso promuove la secrezione di muco e di bicarbonato (I linea di difesa). La loro azione è sinergica al fattore di crescita epiteliale (EGF), che stimola la produzione di muco e provvede alla difesa dal compartimento aggressivo. Stimolano, inoltre la sintesi del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VGEF) indispensabile nei processi riparativi. Il rilascio di prostaglandine induce la sintesi di ossido nitrico (NO) da parte dell’enzima  sintetasi inducibile dell'ossido nitrico (iNos) con conseguente vasodilatazione, dovuta al rilassamento della muscolatura liscia dei vasi. E lamina propria e muscolaris mucosae completano la struttura di barriera.
In conclusione, per una barriera mucosa efficiente sono indispensabili, strato di muco, integrità epiteliale e delle giunzioni strette e una buona sottomucosa con vascolarizzazione adeguata, il cui buon funzionamento determina impermeabilità della mucosa a sostanze o microrganismi estranei al nostro corpo.

Ma cosa può avvenire?

La definizione ufficiale di Leaky Gut Syndrome (Sindrome dell’Intestino Permeabile, LGS=SIP) è un aumento della permeabilità della mucosa intestinale alle macromolecole contenute nel lume, ad antigeni e tossine, associata con alterazioni infiammatorie-degenerative e/o atrofiche della mucosa o della sottomucosa.
Detto più semplicemente, fra le cellule della parete intestinale si sviluppano larghi spazi che consentono a batteri, tossine e frammenti di cibo non ancora perfettamente digerito di venire a contatto direttamente con il sangue.

Il 70% del nostro sistema immunitario si trova attorno all’apparato digerente1. In una persona normale, in salute il piccolo intestino (digiuno e tenue) si comporta come un filtro selettivo che consente esclusivamente ai prodotti di degradazione derivanti dalla digestione di oltrepassare la barriera mucosa e di raggiungere il torrente sanguigno2. I nutrienti e i grassi ben digeriti, le proteine e gli amidi diventano prontamente disponibili (attraverso la digestione) a entrare nel torrente sanguigno, mentre le macromolecole, i microbi e le tossine vengono mantenuti al di fuori (nel lume)3.
Nel tratto gastrointestinale, i villi (proiezioni della superficie del tratto intestinale a forma di dita con estensioni delle membrane cellulari come tanti capelli, chiamate microvilli), servono come punto di assorbimento dei nutrienti. Nutrienti come glucosio, aminoacidi o elettroliti sono trasportati attraverso i microvilli nelle cellule del villo, con meccanismi di trasporto attivo (questo significa che ci sono molecole trasportatrici che si prendono cura di far attraversare ai nutrienti la membrana cellulare).
Nella Leaky Gut Syndrome la superficie intestinale si infiamma e i microvilli si alterano o sono danneggiati. I microvilli danneggiati non sono in grado di produrre gli enzimi necessari e le secrezioni essenziali per una digestione fisiologica e salutare e l’assorbimento dei nutrienti4.
Fra le cellule risiedono i desmosomi (tight junctions). Questi contribuiscono a tenere coese le cellule a formare una struttura continua e solida che ha lo scopo di prevenire il passaggio di larghe molecole fra cellula e cellula. Quando un’area diventa infiammata questo indebolisce la struttura dei desmosomi e molecole più grosse possono attraversare gli spazi intercellulari. Questo determina la produzione di anticorpi (proteine utilizzate da sistema immunitario per localizzare e attaccare corpi estranei) da parte del sistema immunitario con lo scopo di cacciare via le molecole riconosciute come estranee e quindi come antigeni (sostanze capaci di scatenare la produzione di anticorpi).
Un soggetto in piena salute avrà un sistema immunitario forte a sufficienza per controllare questo passaggio di sostanze tossiche , ma, non appena diventa affetto da superlavoro, le tossine riescono ad arrivare al fegato che a sua volta diventa “sovraffollato” da troppo lavoro5.

Il fegato rappresenta la ghiandola più grande dell’organismo umano e gioca un ruolo veramente importante nella disintossicazione, come pure presenta molte altre funzioni attive quali:
  •         Produzione di bile, che contiene gli acidi biliari indispensabili alla digestione dei grassi.
  •         Filtrazione di tossine, come farmaci, alcol e tossine ambientali.
  •         Deposito di glucosio, sotto forma di glicogeno che a sua volta è degradato circa quattro ore dopo un pasto per essere riconvertito a glucosio e regolare i livelli di zucchero nel sangue.
  •         Conversione dell’ammonio in urea.
  •         Rimozione dei globuli rossi danneggiati.

Un intestino permeabile (LG) è in grado di sopraffare completamente l’attività del fegato perché lo riempie di tossine addizionali, diminuendo, in questo modo, la capacità del fegato di neutralizzare le sostanze chimiche. Quando il fegato non ce la fa con i livelli di tossine, le espelle nella circolazione sanguigna, dove finiscono nel tessuto connettivo e nel muscolo, dove l’organismo le tiene in deposito per prevenire danni maggiori all’organismo. Il fegato non ha il tempo necessario per rientrarle ed eliminarle dal corpo.
Man mano che la superficie dell’intestino diventa sempre più danneggiata, sostanze delle dimensioni maggiori di particelle, come batteri patogeni e funghi, molecole potenzialmente tossiche e particelle di cibo non digerito (e qui entra anche il glutine) passano attraverso la membrana cellulare indebolita. Una volta nel torrente circolatorio scatenano la produzione di anticorpi e citochine (molecole proteiche liberate dal sistema immunitario per provocare una reazione in altre cellule) per combattere gli antigeni. Le citochine mettono in guardia i linfociti (globuli bianchi) affinché combattano le particelle sfuggite a una barriera mucosa non più funzionante. Sostanze ossidanti tossiche vengono a questo punto prodotte con il risultato di provocare reazioni allergiche e un incremento di infiammazione ovunque nell’organismo.
Il tratto digestivo è normalmente rivestito da un strato di muco che mantiene lontane eventuali sostanze tossiche. LGS si sviluppa quando questa barriera è indebolita e i batteri, che normalmente si trovano nel lume, iniziano a traslocare in altre parti del corpo (traslocazione batterica) per l’alterazione della permeabilità intestinale.

Detto semplicemente, l’intestino sviluppa “perdite (leakages)” che consentono a sostanze che normalmente sarebbero digerite di entrare nel torrente ematico. Queste tossine sono trasferite al fegato via la vena mesenterica superiore e la vena porta per essere trasformate in sostanze di rifiuto, ma il fegato non sempre è in grado di sopportare la quantità sempre crescente di tossine e le immagazzina in altri tessuti dell’organismo (connettivo e muscoli), per intervenire in seguito. Ma il fegato, a un certo punto, va in superlavoro e non ce la fa a recuperare le tossine e, a mano a mano che la superficie mucosa diventa sempre più debole e permeabile, sempre più tossine e cibo non digerito entrano nel torrente circolatorio. Il sistema immunitario scatena allora anticorpi per combattere queste sostanze estranee e, nel far questo, genera a sua volta, sostanze ossidanti tossiche che attaccano i tessuti dell’organismo provocando reazioni allergiche e dolore e infiammazione in altre aree del corpo.




Ci sono molti fattori che contribuiscono allo sviluppo di un intestino permeabile o che sembrano andare di pari passo con questa condizione. Alcune delle cause principali sono espresse nell’immagine che precede, ma ci sono sempre altri fattori da considerare.

Ora prendiamo in considerazione i sintomi:

SINTOMI ASSOCIATI CON LA LEAKY GUT SYNDROME
Affaticamento cerebrale
Affaticamento cronico
Allergie alimentari
Ansia
Cambiamenti di umore
Continui crampi da fame
Crampi muscolari
Depressione
Diarrea
Disturbi correlati al glutine (Ipersensibilità al glutine e Malattia Celiaca)
Dolore addominale cronico
Dolore miofasciale
Dolore muscolare
Emicrania
Emorroidi
Eritemi cutanei ricorrenti
Febbre di origine sconosciuta
Fiacchezza
Flatulenza eccessiva
Fragilità ungueale
Gonfiore addominale
Insufficienza epatica
Irritazione anale
Infezioni urinarie ricorrenti
Infezioni vaginali ricorrenti
Insonnia
Linfonodi gonfi
Malnutrizione
Mancanza di respiro
Perdita di appetito
Perdita di capelli
Reazioni anafilattoidi
Reflusso
Scarsa memoria
Scarsa resistenza all’esercizio fisico
Scarsa risposta immunitaria
Sensibilità multiple ad agenti chimici (farmaci inclusi)
Spasmi addominali
Stipsi



E quelle che sono le condizioni patologiche che possono trovare la loro causa in una ridotta permeabilità intestinale.

CONDIZIONI ASSOCIATE ALLA LEAKY GUT SYNDROME
Malattia celiaca
Cancro del colon
Sclerosi multipla
Malattia di Crohn
Autismo
Allergie alimentari
Fibromialgia
Giardiasi
Sindrome da affaticamento cronico
Artrite
Sindrome dell’intestino irritabile
Insufficienza pancreatica
Eczema
Orticaria
Dermatiti
Acne
Colite ulcerosa
AIDS
Candidiasi
Alcolismo
Epatite cronica
Spondilite anchilosante
Asma
Malattie infiammatorie intestinali
Chemioterapia
Insufficienza epatica
Fibrosi cistica
Malnutrizione
Sensibilità multiple a prodotti chimici
Psoriasi
Invecchiamento precoce
Schizofrenia
Endotossemia
Tutte le malattie autoimmuni

Ma come si può conoscere se vi sono alterazioni della permeabilità intestinale?
Test di permeabilità intestinale
E’ il test più utilizzato per la diagnosi di LGS. Si somministra una soluzione contenente mannitolo e lattulosio e si raccolgono le urine per sei ore per eseguire il test. Il lattulosio (un disaccaride) e il mannitolo (un monosaccaride) sono due molecole di zuccheri solubili in acqua, che non sono metabolizzati. Il mannitolo è assorbito facilmente penetrando nelle cellule, mentre il lattulosio è una molecola più grande che viene solo parzialmente assorbita. Se i livelli di mannitolo e di lattulosio nel campione di urine raccolto saranno elevati, questo dato è indicativo di LGS. Bassi livelli di entrambe le molecole indicano, invece, malassorbimento dei nutrienti. Livelli elevati di lattulosio e bassi livelli di mannitolo sono indici di buona digestione. Si possono eseguire anche test con tre zuccheri, con zuccheri marcati con C13 o con glicole polietilenico marcato (PEG)
Digestive Stool Analysis (analisi delle feci per le funzioni digestive)
Questo test, eseguito su un campione di feci, comprende la possibilità di analizzare la funzione digestiva, quanto grassi, proteine, carboidrati e altri nutrienti siano assorbiti nell’intestino, presenza di candida o di altre infezioni batteriche, disbiosi (disequilibrio fra le popolazioni di batteri intestinali), infezioni parassitarie e altri indicatori di disfunzione digestiva.
Test per la Candida
I test più comunemente utilizzati comprendono lo studio, nel sangue, degli anticorpi IgG, IgA e IgM che possono indicare una candidiasi.
Test di Allergia, Intolleranza, Ipersensibilità
Le forme più comuni di test disponibili sono:
I test cutenei (prick o scratch test), nei quali una goccia di liquido, contenente l’allergene, viene posta sulla superficie della pelle, in genere l’avambraccio, e, successivamente fatta penetrare al di sotto della superficie. Se il soggetto ha un’allergia la cute si solleverà, diventerà rossa e pruriginosa e si formerà una papula WHEAL (rigonfiamento bianco, cosiddetto), che scomparirà entro qualche ora. L’allergene può anche essere iniettato direttamente nel sottocutaneo e tenuto sotto controllo per eventuali reazioni.
Il RAST (RadioAllergoSorbent Test) è un test che misura, nel sangue, la quantità presente di IgE specifiche verso un determinato allergene e si utilizza nel sospetto di vere allergie.
I patch test (test del cerotto) si utilizzano per diagnosticare reazioni allergiche ritardate che provocano eritemi cutanei, come la dermatite. Tracce di allergene sono applicate sulla pelle e coperte da un cerotto per 48 ore e, successivamente si misura il diametro di una eventuale reazione. Questi test si possono utilizzare anche in caso di allergie respiratorie o ad alimenti.
Test per le intolleranze alimentari o per ipersensibilità ad alimenti
Le allergie alimentari possono essere identificate mediante diete di eliminazione, nella quali gli alimenti sospetti di provocare una reazione allergica, e quelli appartenenti a famiglie allergenicamente similari, vengono eliminati dalla dieta per parecchi mesi. Possono essere effettuate solo sotto controllo medico.
Ci sono anche esami del sangue disponibili per le intolleranze alimentari, dei quali l’unico, con un certo grado di attendibilità, è quello per le IgG4 specifiche.
Sono disponibili dosaggi singoli, nel caso di “sospetti” fondati, e pannelli che scannerizzano più alimenti: per esempio, in caso di dieta vegetariana l’indagine rivolta a cereali, verdura, latticini, ortaggi, frutta etc. fornisce un quadro chiaro e dettagliato dei cibi verso i quali si potrebbe aver sviluppato una intolleranza alimentare IgG mediata. Ugualmente importante è scoprire quali cibi si può continuare a mangiare senza avere grossi problemi.
Testare questi alimenti aiuterà a mantenere una dieta varia e bilanciata.
ESEMPIO DI ALIMENTI TESTATI IN CASO DI DIETA VEGETARIANA
Latte

Uova
Albume, Tuorlo.
Cereali
Orzo, Mais, Glutine, Avena, Riso, Segale, Frumento, Grano saraceno, Miglio.
Verdura
Asparago, Avocado, Borlotto, Carota, Cetriolo, Cipolla, Fagiolo bianco, Fagiolino, Funghi, Lattuga, Lenticchia, Melanzana, Mix di Cavoli/Broccoli, Cavolini di Bruxelles, Cavolfiore, Verza, Patata, Peperone/Paprika, Piselli, Sedano, Soia, Spinaci.
Frutta
Albicocca, Ananas, Mela/Pera, Banana, Arancia, Lime, Limone, Ciliegia, Fragola, Kiwi, Lampone, Mirtillo.
Mix di cucurbitacee (Anguria, Melone, Melone bianco).
Mora, Olive, Pesca, Pompelmo, Pomodoro, Prugna, Ribes nero, Uva.
Noci
Anacardo, Arachide, Noce di cocco, Mandorla, Noce, Noce brasiliana, Nocciola.
Erbe/Spezie
Aglio, Cannella/Chiodo di garofano, Coriandolo / Cumino / Aneto.
Mix di erbe (Basilico, Menta, Salvia, Timo, Noce moscata, Pepe). Prezzemolo, Peperoncino, Semi di sesamo, Senape, Vaniglia, Zenzero.
Altri
Carruba, Cacao, Caffè, Cola, Lievito, Luppolo, Semi di girasole, Tè.

Più estesi e complessi, ovviamente, i test in caso di dieta libera o di ricerca anche nelle bevande.
Analisi del sangue in campo oscuro (Live Blood Cell Analysis)
Su una goccia di sangue posta su un vetrino da microscopio e ricoperta da un secondo vetrino per evitare che si asciughi, attraverso un microscopio a campo oscuro e a elevato ingrandimento, con l’immagine visualizzata su un monitor, si valuta l’apparenza del sangue, come si muovono i globuli rossi e bianchi, la presenza di batteri o di radicali liberi, la funzione del sistema immunitario, la funzione digestiva, la presenza di problemi epatici o pancreatici, stress ossidativo, presenza di batteri, parassiti o funghi, malnutrizione, stress al sistema, deficienze vitaminiche o minerali, assieme ad altri indicatori di scarsa salute o di malattia. Non è un metodo di diagnosi ma un processo di screening che indica se e dove possano essere presenti problemi di salute e richiede una particolare abilità e competenza nell’osservatore.
Analisi degli Aminoacidi
Gli aminoacidi si combinano per formare le proteine richieste dall’organismo. Queste riparano i tessuti, costituiscono gli anticorpi per prevenire le infezioni, trasportano ossigeno attraverso tutto il corpo, aiutano la produzione di ormoni come l’insulina e hanno molte altre importanti funzioni. Ci sono otto aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e devono quindi provenire da fonti alimentari e gli altri, gli aminoacidi non-essenziali, che possono invece essere prodotti nell’organismo. Una dieta povera di proteine, ma anche uno stato di salute scadente possono provocare una deficienza di aminoacidi. Il test degli aminoacidi calcola i livelli di aminoacidi in un campione di urine delle 24 ore. Viene utilizzato per: calcolare il rischio di cardiopatie e per l’ansia, l’autismo, i disturbi del comportamento, la sindrome da affaticamento cronico, la fibromialgia, per disturbi digestivi come pure per altre condizioni.
Una volta fatta la diagnosi, che inizia sempre da un’anamnesi accurata, si potranno individuare una o più cause che verranno trattate fino ad arrivare alla “guarigione” della LGS, con ripristino della permeabilità intestinale corretta, digestione e assorbimento ottimali e, non ultimo, graduale scomparsa dei segni infiammatori con ripristino dell’integrità (sana) dell’organismo. Di questo parleremo in un prossimo Post.

1. Spaeth G, Berg RD, Specian RD, Deitch EA, August 1990, "Food Without Fiber promotes bacterial translocation from the gut" Surgery 108 (2) pp 204-47

2. Sharma R, 2005, Leaky Gut Syndrome, article.

3. Lipski E Leaky Gut Syndrome, 1998, "What to do about a health threat that can cause arthritis, allergies and a host of other illnesses" p10 Keats 

4. Gilbere G, 2001, I Was Poisoned By My Body...I Have A Gut Feeling You Could Be, Too, p10, Lucky Press.


5. Gilbere G, 2001, I Was Poisoned By My Body...I Have A Gut Feeling You Could Be, Too, p11, Lucky Press.