giovedì 28 novembre 2013

Nutrigenomica ed Epigenetica: Jeffrey Bland PhD "Epigenetica e Nutrigenomica:il ...

Consiglio, a chi comprende almeno un po' l'inglese (ma ci sono le diapositive), di guardare questo video del padre della Medicina Funazionale, che ci presenta uno sguardo verso il futuro della medicina, da comprendere e percorrere nei prossimi anni. Si tratta di un intervento al Congresso di Epigenetica e Nutrigenomica tenutosi a Milano circa un mese fa e del quale ero Moderatore. Quanto si afferma  è perfettamente corrispondente al pensiero scientifico di chi cura questo Blog che, anche con il vostro contributo di partecipazione, pensa di poter cambiare il modo di avvicinarsi alla salute! Buon ascolto!

Nutrigenomica ed Epigenetica: Jeffrey Bland PhD "Epigenetica e Nutrigenomica:il ...: Presentazione del biochimico americano, padre della medicina funzionale, Jeffrey Bland PhD al congresso Epigenetica e Nutrigenomica" te...

UNA DIETA RICCA DI GRASSI NON TI RENDE PIU’ GRASSO, ANZI!

Se state meditando cosa tagliare dalla vostra alimentazione perché la ritenete squilibrata o perché pensate di avere qualche chilo in più e volete eliminarlo, non siete i soli. Ma qui vorrei porre l’accento su un aspetto fondamentale: non sono i grassi che vi rendono grasso o malato.
La credenza che i grassi alimentari facciano male e provocano attacchi cardiaci iniziò qualche decina di anni fa con lo studio chiamato “delle sette nazioni” condotto dal Dr. Key che esaminò il rischio di malattie cardiache su due parametri: stile di vita e abitudini alimentari.
Riscontrò che in quei paesi nei quali la gente mangia più grassi, specialmente grassi saturi, si verificavano più episodi di attacchi cardiaci, per cui concluse che i grassi provocano la malattia.
Ma il problema di questo, come di tanti studi è che trovare una correlazione non significa trovare la causa. Il fatto che in una popolazione sia una alimentazione ricca di grassi, sia le malattie cardiache si presentino con frequenza elevata non significa che le cardiopatie sono causate dal consumo di grassi. Sarebbe come dire che poiché ogni giorno vi svegliate, e anche il sole sorge, è il vostro risveglio a provocare l’alba (anche se i due eventi avvengono contemporaneamente, è evidente che uno non è la causa dell’altro, anche se uno studio troverebbe una correlazione del 100%).
A causa di studi come quello del Dr. Key  noi abbiao cominciato a credere che i grassi saturi provocano le cardiopatie. Oggi cominciamo a conoscere che il vero elemento negativo è costituito dagli zuccheri e non dal grasso. Due articoli molto significativi sono comparsi di recente: una revisione della letteratura pubblicata su American Journal of Clinical Nutrition nel 2010 e un recente editoriale del British Journal of Medicine, che evidenziano, entrambi, come vada sfatato il mito che i grassi provochino obesità e cardiopatie.
In questi articoli viene sottolineato come sia vero che diminuendo i grassi saturi nella dieta si può abbassare il colesterolo totale, ma che questo avviene a spese del colesterolo LDL, il colesterolo buono, leggero e flottante che non è un problema. Quando si riducono troppo i grassi nella dieta, le persone tendono a mangiare più amidi e zuccheri e questo aumenta i livelli di colesterolo pericoloso, quello piccolo, HDL, più denso e aggressivo, come sembrerebbe anche evidenziato dagli studi EPIC e IDEAL che rovesciano le precedenti credenze, e che provoca gli attacchi cardiaci.
Infatti, gli studi evidenziano come il 75% delle persone che finisce in pronto soccorso, per un attacco cardiaco, presenta livelli normali di colesterolo.
Quello che invece hanno di certo è un diabete tipo II o un prediabete. Quale può essere la conclusione? Una alimentazione che contenga grassi e proteine di buona qualità può prevenire e anche riportare a normalità situazioni di diabete o prediabete (diabesity) e mangiare invece zuccheri o carboidrati causa diabesity (come sottolineato in un post precedente in questo blog).
Proviamo allora a guardare ai grassi in modo diverso: mangiatene pure purché siano “grassi buoni”.
Quali sono i grassi buoni?
  •      Avocado
  •       Noci, quasi tutte ma non le arachidi, come rilevato dal recente articolo del New England Journal of Medicine ove si evidenzia che mangiare una manciata di noci al giorno riduce la mortalità, per tutte le cause, cancro del pancreas incluso, del 20%.
  •       Semi di girasole, lino, chia, sesamo, canapa, zucca
  •       Pesci grassi come il salmone selvaggio, sardine, aringhe, alici tutti ricchi in omega3
  •       Olio di oliva extravergine (ci sono studi che evidenziano una riduzione delle cardiopatie nei consumatori di un litro a settimana)
  •       Potete anche mangiare, limitatamente, prodotti animali allevati in modo sostenibile, come indicato nella guida dell’Environmental Working Group’s Meat Eater’s Guide
  •      Potete anche mangiare grassi saturi come il burro extravergine di cocco, che è un grasso vegetale pieno di benefici. Nutre i mitocondri dando energie, ha proprietà antinfiammatorie e non altera il colesterolo. 
Infatti può pure aiutare a risolvere questi problemi e ci sono pazienti diabetici che mostrano notevoli miglioramenti con una dieta ricca in grassi. Questo è stato riconosciuto anche dai ricercatori del Joslin Diabetes Center che sostengono che i suggerimenti dell’American Diabetic Association di ridurre i grassi alimentari si sono tradotti, di fatto, in un peggioramento del diabete. Gli ultimi dati in tal senso, suggerirebbero, per i diabetici una dieta contenente il 30% di grassi, 30% di proteine e il 40%  di vegetali a basso contenuto di amidi e frutta (come fonte di carboidrati). Esattamente il contrario di prima.

Per cui il messaggio da assimilare è: i grassi non vi rendono grassi (ovviamente le calorie totali e il poco esercizio fisico sì). Gli zuccheri vi rendono grassi. Mangiare grassi di buona qualità può aiutarvi a mantenere uno stato ottimale di salute, per cui non ne abbiate paura, sceglieteli bene, mangiate soprattutto, se non esclusivamente, alimenti freschi e non conservati e non preoccupatevi!

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sabato 23 novembre 2013

MEDICINA FUNZIONALE E CANCRO

Avete mai sentito parlare di Servan-Schreiber?
Un neurofisiologo americano di origine francese che si occupava di studi sul funzionamento del cervello. 
Tanti anni fa, mentre conduceva un esperimento con la risonanza magnetica, un paziente non si presentò e allora, i suoi colleghi, per non gettare il tempo che avevano prenotato con la macchina, gli dissero: "perché non fai tu la risonanza"? Servan-Screiber acconsentì ma, dopo un po' si sentì dire: "c'è un problema, dobbiamo ripetere il test". 
In realtà gli avevano trovato un tumore al cervello che non aveva dato alcun segnale fino a quel momento della sua presenza. Si cercò il miglior neurochirurgo, si fece operare, fece radioterapia, chemioterapia e stette bene. Continuò con i suoi studi e, dopo un paio d'anni, incontrò quella che pensava fosse la donna della sua vita: un idillio perfetto. Nacque un bimbo e, come spesso succede, il maschio ricevette meno attenzioni dalla madre che accudiva il suo pargolo. Questa "privazione", per Servan-Schreiber, divenne sempre più un'ossessione tanto che un anno dopo si separò. 
Passarono pochi mesi e incominciò ad accusare sintomi. Ripeté una TAC e una risonanza e, il tumore, era ricresciuto nel cervello esattamente dove prima era stato apparentemente eradicato. Andò dal suo chirurgo, poi dal radioterapista e dall'oncologo: la stessa risposta. Questa volta non si poteva fare più niente e aveva da tre a sei mesi di vita. 
Servan-Schreiber, che non si era mai occupato di neurologia clinica e tantomeno di tumori incominciò a leggere tutto quello che la letteratura offriva sull'argomento e, con sua grande sorpresa cosa scoprì: c'erano una infinità di studi scientifici validi, ignorati dalla medicina ufficiale forse perché non avrebbero portato guadagno a "Big Pharma", che evidenziavano come si potesse combattere il cancro senza la chemioterapia.
Servan-Schreiber modificò completamente il suo stile di vita, iniziò a fare attività fisica regolare, a curare il proprio equilibrio attraverso metodiche di meditazione, ma, soprattutto, modificò integralmente la propria alimentazione privilegiando in assoluto tutti quegli alimenti in grado di aiutare le difese dell'organismo, di rafforzare il sistema immunitario, di combattere i radicali liberi e che avevano dimostrato efficacia nel ridurre l'invalidità delle neoplasie. A questo associando i giusti integratori o prodotti di nutraceutica.
Il risultato fu la scomparsa dei sintomi, la stabilizzazione del suo tumore, una vita normale e anzi, molto intensa a pubblicizzare queste sue scoperte, e visse altri 16 anni in pieno benessere. Non i sei mesi al massimo che gli erano stati "profetizzati".
Dobbiamo imparare da questa persona, uno studioso, uno scienziato che non si sarebbe mai fatto abbindolare da "credenze" o da "magie". La scienza ci fornisce conoscenze che, se utilizzate nel modo giusto, possono aiutarci, e molto, nella nostra vita di "sani", e aiutarci a controllare le malattie quando queste si sono già verificate. 
Naturalmente questo non significa che dobbiamo abbandonare le cure più tradizionali, e nemmeno che dobbiamo fare da soli. 
Un medico esperto in Medicina Funzionale potrà aiutarci nelle nostre scelte e esserci vicini sia nella prevenzione, che è la scelta migliore, che nella cura anche di queste gravi patologie, ma che possono guarire o essere tenute sotto controllo per molto molto tempo.

giovedì 21 novembre 2013

UN CONSIGLIO DI STAGIONE

Sapevate che ci sono molti alimenti ed erbe che possiedono proprietà antibiotiche? Per migliorare il sistema immunitario e combattere efficacemente batteri cattivi e funghi è bene integrare tali alimenti nella propria dieta, vi sentirete sempre più in salute giorno dopo giorno. Ma vediamo nel dettaglio quali sono questi alimenti con proprietà antibiotiche.
Cipolla e aglio
Parenti stretti, la cipolla e l’aglio possiedono entrambi proprietà antibatteriche. Questi vegetali contengono composti di zolfo, che sono gli elementi chiave per la loro azione antibiotica. Nello specifico, l’aglio e la cipolla sono efficaci per contrastare raffreddore e influenza, per la prevenzione di infezioni da lieviti e funghi, per combattere le condizioni virali, e per distruggere i radicali liberi che possono portare allo sviluppo di diverse forme di cancro.
Miele
Anche il miele ha grandi proprietà battericide, soprattutto quello di Manuka, e, comunque, soprattutto il miele grezzo. Tradizionalmente, il miele viene utilizzato per favorire la guarigione delle ferite e per trattare le infezioni intestinali. Il miele contiene un enzima antimicrobico che rilascia perossido di idrogeno, fermando così la crescita di diversi tipi di batteri. Nella Medicina Tradizionale Cinese, il miele aiuta ad armonizzare il fegato, neutralizzare le tossine e alleviare il dolore, e le sue proprietà antibatteriche lo rendono un rimedio naturale ideale per il trattamento del batterio Helicobacter pylori, che causa gastrite o ulcera allo stomaco.
Verdure crocifere
Broccoli, cavoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles sono da tempo riconosciuti tra le migliori verdure per contrastare il cancro, grazie ai loro composti solforati. Oltre a ciò, l’alta percentuale di vitamina C contenuta in essi aiuta il sistema immunitario e contrasta efficacemente i radicali liberi. Una porzione di cavolo può fornire fino a circa il 75 per cento del fabbisogno giornaliero di vitamina C per un adulto. Inoltre, il succo di cavolo è altamente raccomandato nel trattamento delle ulcere gastriche: si consiglia di bere mezzo bicchiere di succo di cavolo fresco 2-3 volte al giorno, lontano dai pasti per due settimane; aggiungere mezzo cucchiaino di miele biologico, e sorseggiare lentamente.
Alimenti fermentati
Oggigiorno, sempre più medici consigliano di associare un probiotico in combinazione a trattamenti con antibiotici. Questo perché i farmaci antibiotici, oltre a eliminare i batteri cattivi, uccidono anche quelli buoni, che devono quindi essere rimpiazzati da nuovi microrganismi in modo da mantenere equilibrata la flora intestinale. Le verdure fermentate sono ricche di microrganismi salutari: sauerkraut (crauti), verdure crude in coltura, kimchi, miso, natto, yogurt e altri alimenti ricchi di probiotici sono tutti ottimi modi per introdurre naturalmente questi batteri benefici nell’intestino.
Condimenti
In natura, esistono moltissime erbe con proprietà antibiotiche, ottime da utilizzare in cucina come condimenti. Di seguito ne elencheremo alcune tra le migliori: chiodi di garofano, pimento, basilico, cannella, prezzemolo, rosmarino, origano, aneto, cumino, dragoncello, alloro, peperoncino, melissa, maggiorana, coriandolo, noce moscata, cardamomo, pepe, zenzero, timo, anice, senape, salvia.
Mangiare regolarmente alimenti ed erbe che agiscono come antibiotici naturali è senza alcun dubbio salutare per il proprio organismo.
Tuttavia, ciò non significa che si può fare a meno di farmaci antibiotici, ma questi vanno limitati a situazioni di reale necessità, per non creare resistenze, e per evitare di recare danni al nostro microbiota, cioè a quella enormi popolazione di batteri che vive con noi e ci è di estremo aiuto.

giovedì 14 novembre 2013

CUM GRANO SALIS

L'American Heart Association ha di recente fatto una raccomandazione: assumere meno di 1500 mg al giorno di sodio con la dieta, per tutti, per raggiungere una "Salute Cardiovascolare Ideale" entro il 2020.
Potrebbe sembrare un bel obiettivo, ma noi sappiamo che le diete povere di sodio, nei soggetti con valori normali di pressione sanguigna, non si sono dimostrate efficaci, da sole, nel ridurre gli eventi cardiovascolari; nemmeno nei soggetti con pre-ipertensione o ipertensione. 
Inoltre, sono disponibili dati scientifici evidenti che una dieta povera di sodio può determinare una prognosi sfavorevole a livello cardiovascolare nei soggetti con rischio cardiometabolico e una diagnosi già certa di malattia cardiovascolare. 
Le diete povere di sodio, infatti, possono contribuire all'insulino-resistenza, alle dislipidemie e alle trasmissioni di segnali neuroormonali, portando di conseguenza a un incremento di incidenza di nuove malattie cardiometaboliche, aggravando la severità di quelle esistenti e contribuendo così a una maggiore mortalità cardiovascolare e per tutte le altre cause. 
Sebbene quindi un'elevata assunzione di sodio sia da considerare deleteria, dobbiamo pensare che sia inutile regolare l'introduzione di sodio in un range così stretto, e che il rischio di lasciare l'assunzione più libera, ma sempre non eccessiva, non comporti danni particolari, forse meno di quelli che un tentativo di controllo esagerato potrebbero recare.


mercoledì 13 novembre 2013

MIRTILLO NERO E PROBLEMI CIRCOLATORI

Che stile di vita e la dieta siano fattori ambientali che possono aumentare o diminuire il rischio di sviluppare malattie o problemi all'organismo è ormai stato provato in molti campi della medicina. Per questo si fa sempre più largo il concetto di nutraceutica, ovvero la scienza che riguarda lo studio di alimenti che hanno proprietà benefiche specifiche contro malattie particolari. Ultimo in ordine di tempo uno studio italiano ha indagato l'effetto di prevenzione che l'estratto di mirtillo nero e altri composti ha sulle malattie cardiovascolari, con risultati incoraggianti. Che non sia possibile sostituire completamente i prodotti naturali con elementi artificiali, anche se provenienti da piante è altrettanto assodato, ma bisogna comunque seguire con attenzione queste ricerche, che contribuiscono ad arricchire le nostre informazioni.
Per saperne di più:

martedì 12 novembre 2013

COME FUNZIONA LA RESPIRAZIONE - BY GIULIA CALOGERO

Vediamo ora come funziona la respirazione: le parti interessate sono due, il torace e l'addome, divisi da una membrana che si chiama diaframma. Normalmente le persone utilizzano la respirazione toracica, in cui si allarga il torace riempiendo i polmoni di aria nella fase di inspirazione e si comprime il torace nella fase in cui l'aria viene spinta fuori, cioè l'espirazione.
Nella respirazione diaframmatica non c'è un movimento della cassa toracica, ma si inspira abbassando il diaframma con una conseguente espansione dell'addome ed è importante che i muscoli siano rilassati, nella fase di espirazione, invece, l'addome si ritira e l'aria esce. In questa fase di movimento del diaframma si sposta il centro del movimento respiratorio dal torace al centro del ventre, quel punto che i cinesi chiamano Tan T'ien che corrisponde al baricentro del corpo umano. Questo movimento differente da quello toracico permette di far circolare una quantità d'aria maggiore, permettendoci quindi di caricarci di più energia, inoltre la respirazione diaframmatica permette di raggiungere con l'ossigeno anche alveoli polmonari che con la respirazione toracica non si raggiungerebbero.
I cinesi conoscono da migliaia di anni l'importanza della respirazione addominale profonda. Il filosofo taoista Chuang Tzu vissuto nel quarto secolo a.c. ha scritto:"Il vero uomo respira con i talloni, l'uomo dappoco con la gola".

mercoledì 6 novembre 2013

UNA DIETA PER L'ARTRITE

La domanda che ci vogliamo porre oggi è: è possibile ridurre il dolore nell'artrite con una alimentazione particolare?

Ho riscontrato che, aumentando nella nostra dieta giornaliera quegli alimenti che sono noti per il loro potere antinfiammatorio, è possibile ridurre la componente dolorosa sia nell’artrite reumatoide  che nell’osteoartrite. 
Il menù settimanale dovrebbe comprendere molte porzioni di alimenti contenenti omega-3 come il salmone selvaggio dell’Alaska e altri pesci di acque fredde, sardine, alici, sgombri, semi di lino freschi, noci, mandorle. 
I pasti andrebbero insaporiti con zenzero e curcuma, quanto più possibile: queste spezie posseggono infatti un’elevata attività antinfiammatoria. 
E, inoltre, è assolutamente importante aumentare le porzioni di frutta e vegetali freschi da cinque fino a nove per trovare un ulteriore sollievo. Senza porsi limitazioni, in quanto ci sono alcuni che affermano come pomodori, patate, peperoni e melanzane possano aggravare il dolore dell’artrite, ma non ho mai trovato evidenze scientifiche a sostegno di queste dichiarazioni.