Conosciuta anche come Dolce Assenzio,
Sweet Annie, Felce Dolce, Sweet Sagewort o Assenzio Annuale, l’Artemisia annua è un'erba perenne,
resistente, originariamente nativa in Asia ma che ora cresce naturalmente in
tutto il mondo [1] [2]. È stata da tempo riconosciuta dalla medicina
tradizionale cinese (pinyin: qing-hao) come una pianta utile e il manuale Chinese Handbook of
Prescriptions for Emergency Treatments (340 D.C.) già consigliava un tè fatto con le foglie secche come
trattamento per le febbri [3].
Come suggerisce il nome di Wormwood
(assenzio), la pianta ha avuto un iniziale uso tradizionale come antielmintico
– cioè, per il trattamento dei parassiti. L’Artemisia ha un sapore amaro e, per
questo, c’è pure una lunga tradizione di utilizzarla in aggiunta a bevande, in
genere alcoliche, come il vermouth e il famoso assenzio; da notare comunque che
la pianta utilizzata a questo scopo non era l’Artemisia annua, ma l’Artemisia absinthium. L’Artemisia (presumibilmente l’Artemisia absinthium) è stata, apparentemente,
anche utilizzata in passato come afrodisiaco, ma dosi elevate presentano
effetti tossici spiacevoli e significativi come incubi notturni, convulsioni e
anche allucinazioni. Perciò è consigliabile non assumere l’Artemisia in grandi quantità, o per periodi di tempo prolungati [4].
ARTEMISIA – STUDI SCIENTIFICI E RICERCA
Artemisia e Cancro: l’Artemisia annua
diventò famosa come possibile erba anticancro nel 2001, quando due ricercatori
all’Università di Washington notarono che quest’erba evidenziava un’attività
altamente selettiva nei confronti di cellule di cancro della mammella [5].
L’Artemisina
e suoi derivati hanno dimostrato di indurre apoptosi delle cellule tumorali
della prostata e anche attività contro le cellule di cancro della mammella,
leucemia, cancro del colon e altre cellule tumorali. Una serie di studi
consistenti e significativi di ricerca, studiando le proprietà anticancro dell’Artemisia
annua sono stati quindi effettuati a partire dal 2008 – e i risultati indicano
il potenziale di sviluppo di trattamenti terapeutici e preventivi.
Artemisia e Malaria: un recente studio statunitense da Elfawal et al. (2012) ha
dichiarato che Artemisia annua può essere un'efficace terapia contro la malaria
e può essere considerata una preziosa aggiunta per le strategie di trattamento
utilizzati a livello globale nella riduzione della mortalità e morbosità da
malaria. L’Artemisinina, che è
isolata dalle foglie di Artemisia annua, è oggi il rimedio farmacologico più
efficace contro la malaria. Il farmaco è somministrato in combinazione con
altri farmaci antimalarici per evitare fenomeni di resistenza, comuni con le
monoterapie. Nello studio di Elfawal et al. (2012), l'efficacia di foglie
secche della pianta intera (WP) di Artemisia
annua, somministrate per via orale è stato paragonato a quello di
artemisinina pura in dose paragonabile in un modello su un roditore per la malaria
(Plasmodium chabaudi). I risultati
hanno rivelato una riduzione più significativa sulla parassitemia dopo la
somministrazione orale di una singola dose di WP Artemisia annua (contenente
artemisinina 24 mg/kg) rispetto a una dose paragonabile della droga purificata,
probabilmente dovuto all'aumento di 40 volte della biodisponibilità dell’artemisina
nel sangue dei topi nutriti con la pianta intera[6]
L’Artemisia come antivirale: in studi recenti, l’artemisina, un composto estratto dall’Artemisia annua, si è di mostrato in grado di inibire un certo numero di virus, compreso l’Herpes simplex 1, e i virus dell’Epatite B e C.
L’Artemisia come antivirale: in studi recenti, l’artemisina, un composto estratto dall’Artemisia annua, si è di mostrato in grado di inibire un certo numero di virus, compreso l’Herpes simplex 1, e i virus dell’Epatite B e C.
Oltre ad essere principalmente
antimalarica, l'artemisinina che può essere estratta dall’Artemisia annua è stata trovata, in numerosi studi, essere efficace
contro una vasta gamma di virus, il fungo Pneumocystis
jiroveci, protozoi parassiti come il Toxoplasma
gondii [7], alcune linee cellulari di cancro umano [8],
e altre infezioni parassitarie, come la schistosomiasi [10],
leishmaniosi [12], la malattia di Chagas e malattia del sonno
africana [13].
Efferth (2007) produsse evidenze sull’attività
citotossica (cioè, capace-di-uccidere-le-cellule) e l'attività inibitoria di
artemisinina contro le cellule tumorali. Ha anche studiato e identificato i
geni che possono essere responsabili della sensibilità dell’eventuale
resistenza delle cellule tumorali all'artemisinina [8]. All'inizio del
2006, ha presentato una rassegna completa, concentrandosi sul meccanismo
d'azione dell’artemisinina nelle cellule tumorali per quanto riguarda (a) l'induzione
dell'apoptosi, o morte cellulare programmata, (b) multifarmaco resistenza, (c)
effetti antiproliferativi e antiangiogenici (cioè, inibizione della
proliferazioni di nuovi vasi sanguigni), (d) stress ossidativo e (e) oncogeni e
geni oncosoppressori [9].
Secondo le relazioni dei centri di
Disease Control and Prevention, la leishmaniosi si verifica in aree focali in
oltre 90 paesi tropicali e predomina solitamente nelle zone rurali rispetto al
contesto urbano. L'infezione è parassitica come sviluppo, essendone la modalità
di trasmissione il morso del flebotomo mosche della sabbia, tramite il quale il
parassita Leishmania ottiene l’ingresso all'interno dell’ospite [11].
Sen et al. (2007) hanno studiato l'attività anti-leishmaniasi di artemisinina
da Artemisia annua sia contro promastigoti
(forma replicativa) e amastigoti (forma infettante). Il loro studio ha concluso
che, effettivamente, l’artemisinina innesca l'induzione dell'arresto del ciclo
cellulare e apoptosi nei promastigoti di Leishmania donovani e che più ricerca
dovrebbe essere intrapresa per studiare le proprietà anti-leishmania di
artemisinina. Va osservato che l'attività anti-leishmaniasica osservata in
questo studio aveva anche un indice di alta sicurezza (maggiore di 22 volte),
rendendo artemisinina una buona opzione terapeutica per il trattamento della
leishmaniosi [12]. Lo studio di Avery et al. (2003) sull’artemisinina
e suoi analoghi aveva pure suggerito gli analoghi dell’artemisinina come
potenziali candidati farmaci non solo contro la malaria, ma anche contro la
leishmaniosi. In questo studio, l’attività leishmanicida è stata notata a
concentrazioni micromolari [14].
La malattia di Chagas è una malattia
potenzialmente pericolosa, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS), causata dal vettore- parassita Trypanosoma
cruzi veicolato da cimici ematofaghe [15]. La malattia del sonno
africana è un'altra malattia parassitaria trasmessa da vettori. Questa volta, è
causata dal Trypanosoma brucei,
protozoo trasmesso all'uomo dalla mosca tse-tse (della specie Glossina) [16]. Lo studio di
Mishina, Krishna, Haynes, e Meade (2007) ha rivelato che i composti di artemisinina
inibiscono la crescita in vitro di culture di Trypanosoma cruzi e Trypanosoma
brucei rhodesiense a basse concentrazioni micromolari, suggerendo ulteriori
ricerche sull’artemisinina a origine dall’Artemisia annua ed il suo uso
potenziale come parte delle opzioni terapeutiche per la malattia di Chagas e la
malattia del sonno africana [13].
INGREDIENTI ATTIVI
A parte l’artemisinina, che è il
costituente chimico più attivo in Artemisia
e responsabile delle sue proprietà farmacologiche, diversi studi indicano che l’estratto
crudo di Artemisia comprende in esso altri composti, come i flavonoidi. Alcuni
di questi hanno probabilmente la capacità di potenziare l'attività di
artemisinina contro la specie di Plasmodium
[17].
IN CONCLUSIONE:
Come spesso il mondo vegetale presenta
indicazioni molto valide a perseguire su strade meno convenzionali, ma
altrettanto efficaci per arrivare a migliorare la cura di molte malattie.
Quello che in Artemisia sembra
essere molto promettente, è la sua capacità di contrastare alcuni meccanismi
che esercitano un ruolo fondamentale nella genesi del cancro e, quindi, un suo
potenziale utilizzo nella prevenzione. Inoltre, la cura di molte parassitosi,
che infestano il pianeta, soprattutto nelle sue aree più depresse, ove
ovviamente i costi dei farmaci esercitano un ruolo non secondario, se affidata
a mezzi naturali potrebbe certamente contribuire a debellare piaghe millenarie,
con enorme beneficio per le popolazioni residenti.
ARTEMISIA – REFERENZE:
[4] Inhibitory effects of docosyl
p-coumarate on DNA topoisomerase activity and human cancer cell growth.
Kobe-Gakuin University, Japan, 2010 - http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20811721
[5] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Artemisia%20annua%20cancer
- 37 scientific studies retrieved by search on 'Artemisia annua' and 'cancer'.
(See also - Schaller, James MD. The Use of the Herb Artemisinin for Babesia,
Malaria, and Cancer: All the Practical Information You Need to Make Smart
Decisions on Artemisinin. )
[6] Elfawal M.A., Towler M.J., Reich
N.G., Golenbock D., Weathers P.J., & Rich S.M.(2012). Dried whole plant
Artemisia annua as an antimalarial therapy. PLoS One, 7(12): e52746. doi:
10.1371/journal.pone.0052746. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23289055
[7] Weathers et al. (2011).
Artemisinin production in Artemisia annua: studies in planta and results of a
novel delivery method for treating malaria and other neglected diseases.
Phytochemistry Reviews, 10(2): 173-183. Retrieved 14 February 2013, from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3106422/
[8] Efferth T. (2007). Willmar
Schwabe Award 2006: antiplasmodial and antitumor activity of artemisinin--from
bench to bedside. Planta Medica, 73(4): 299-309. Retrieved 14 February 2013
from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17354163/
[9] Efferth T. (2006). Molecular
pharmacology and pharmacogenomics of artemisinin and its derivatives in cancer
cells. Current Drug Targets, 7(4): 407-421. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16611029
[10] Utzinger J., Xiao S., Keiser
J., Chen M., Zheng J., & Tanner M. (2001). Current progress in the development
and use of artemether for chemoprophylaxis of major human schistosome
parasites. Current Medicinal Chemistry, 8: 1841-1860.
[11] Parasites - Leishmaniasis.
Centers for Disease Control and Prevention. Retrieved 14 February 2013 from http://www.cdc.gov/parasites/leishmaniasis/index.html
[12] Sen R., Bandyopadhyay S., Dutta
A., Mandal G., Ganguly S., Saha P., & Chatterjee M. (2007). Artemisinin
triggers induction of cell-cycle arrest and apoptosis in Leishmania donovani
promastigotes. Journal of Medical Microbiology, 56(Pt 9): 1213-1218. Retrieved
14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17761485/
[13] Mishina Y.V., Krishna S.,
Haynes R.K., & Meade J.C. (2007). Artemisinins inhibit Trypanosoma cruzi
and Trypanosoma brucei rhodesiense in vitro growth. Antimicrobial Agents and
Chemotherapy, 51(5): 1852-1854. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17339374/
[14] Avery M.A., Muraleedharan K.M.,
Desai P.V., Bandyopadhyaya A.K., Furtado M.M., & Tekwani B.L. (2003).
Structure-activity relationships of the antimalarial agent artemisinin. 8.
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artemisinin-based drugs against leishmaniasis and malaria. Journal of Medicinal
Chemistry, 46(20): 4244-4258. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/13678403/
[15] Chagas disease. World Health
Organization. Retrieved 14 February 2013 from http://www.who.int/topics/chagas_disease/en/
[16] Parasites - African
Trypanosomiasis (also known as Sleeping Sickness). Centers for Disease Control
and Prevention. Retrieved 14 February 2013 from http://www.cdc.gov/parasites/sleepingsickness/
[17] Phillipson J.D. (2001).
Phytochemistry and medicinal plants. Phytochemistry, 56: 237-243. Retrieved 14
February 2013 from http://202.206.48.73/tryw1/xxyd/Phytochemistry%20and%20Medicinal%20Plants.pdf
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