giovedì 10 aprile 2014

VITAMINA B6 E PROTEZIONE DAL DIABETE


Numerosi studi hanno dimostrato che la piridossamina (pyridoxamine) è un inibitore efficace della formazione dei prodotti terminali della glicazione avanzata. Il risultato è che permette di ritardare lo sviluppo di alcune complicazioni del diabete.  
La piridossamina è una delle tre forme naturali della vitamina B6, essendo le altre due la piridossina e il piridossale. Tutte tre differiscono solamente per il raggruppamento in posizione quattro del loro centro. Nel caso della piridossamina, si tratta di un gruppo CH2-NH2, un gruppo aminico. Le tre forme possono essere trasformate in piridossal-fosfato, la forma realmente attiva di vitamina B6. 



I fenomeni della glicazione

La glicazione è una reazione non enzimatica che si produce tra proteine e zuccheri e altera in modo irreversibile la configurazione delle proteine.  Queste proteine alterate, chiamate prodotti terminali di glicazione avanzata (AGE, per Advanced Glycosylation End products), non sono più capaci di svolgere efficacemente il loro ruolo. Gli AGE sono all'origine dei meccanismi d'invecchiamento dell'organismo ma anche di disfunzioni del metabolismo cellulare. L'importanza della formazione di questi composti è fortemente legata alla iperglicemia. 

Il legame del glucosio e di alcuni altri zuccheri con alcune proteine è stato scoperto nel 1912 da un chimico, Louis Camille Maillard. Questa reazione è stata osservata in primo luogo in corso di riscaldamento di prodotti alimentari in presenza di zucchero. È soltanto verso la metà degli anni 1970 che i biologi hanno accettato che queste reazioni di Maillard potevano anche prodursi nell'organismo.  
È un dato ancora più recente il riconoscimento del loro ruolo in alcune manifestazioni patologiche comuni al diabete e all'invecchiamento. Nell'organismo dell'uomo, il complesso zucchero-proteina può iniziare una reazione a catena che arriva, in alcuni giorni, alla formazione di prodotti intermedi reversibili. Questi prodotti, in seguito, si disidratano, si condensano e si organizzano nel corso di alcune settimane per formare composti irreversibili, gli AGE.   La presenza di numerosi AGE determina la formazione di collegamenti incrociati anormali in pazienti diabetici, una fase di reazione degli AGE che danneggia le proteine e altre macromolecole, alterando la loro configurazione molecolare. Altri AGE sono capaci di iniziare diverse risposte dannose dopo essere stati assorbiti da recettori cellulari specifici. Questi prodotti di glicosilazione si accumulano nei pazienti diabetici e le persone anziane, e sono implicati in multiple modifiche fisiopatologiche.

I collegamenti crociati con proteine del collageno contribuiscono in questo modo alla rigidità ed alla perdita d'elasticità dei tessuti, come pure all'addensamento della parete dei capillari che si osservano nel diabete come nel corso dell'invecchiamento. Questa modifica delle proteine è anche implicata nell’opacificazione del cristallino che si produce nella cataratta. La glicazione degli acidi nucleici può essere all'origine di cambiamenti del DNA e altera le sue capacità di replicazione e di trascrizione. La formazione di AGE sui lipidi causa la loro ossidazione, che favorisce così lo sviluppo di lesioni vascolari arteriosclerotiche. 

Inibizione della formazione di AGE

La piridossamina inibisce efficacemente la formazione di AGE che proviene dai prodotti del riarrangiamento di Amadori. Inibisce allo stesso tempo la formazione di AGE e lo sviluppo di complicazioni in modelli animali di diabete. In vitro, la piridossamina inibisce la formazione di AGE e di ALE (Advanced Lipoxydation End-products), come pure la modifica chimica delle proteine in modelli animali di iperglicemia e di iperlipidemia. A differenza di altri inibitori di AGE, la piridossamina inibisce la degradazione dei prodotti di Amadori in AGE.  
Due principali meccanismi sono stati proposti per spiegare la diminuzione della formazione di AGE: in vivo, l’intrappolamento del gruppo carbonilico ed il recupero degli ioni metallici. Si è suggerito che la piridossamina blocchi la conversione dei prodotti di Amadori in AGE interferendo con il ruolo catalitico degli ioni metallici redox necessari alla reazione glicossidativa. Gli scopritori della piridossamina hanno recentemente proposto, secondo studi in vitro, che questo composto blocchi soprattutto la conversione degli intermediari di Amadori in AGE-carbossimetil-lisina. Il meccanismo inibitore implica l'interferenza con il ruolo catalitico degli ioni metalli redox indispensabili in vitro alla reazione di glicossidazione1.  Un'alternativa a questo meccanismo potrebbe essere l’intrappolamento chimico di gruppi carbonilici reattivi di basso peso molecolare prodotti dal deterioramento del glucosio e dei lipidi. 

Inibizione della formazione degli ALE

In vitro, la piridossamina è anche un inibitore efficace degli ALE. Per analogia con il meccanismo precedentemente descritto, si è proposto che l’intrappolamento degli intermediari della formazione degli ALE si produca anche nel quadro delle reazioni d'inibizione della perossidazione lipidica.  Inibitrice degli ALE, in caso d’iperlipemia, abbassa allo stesso tempo i livelli del colesterolo e dei trigliceridi pur prevenendo le modifiche chimiche e i collegamenti incrociati del collageno renale e vascolare nei ratti Zucker obesi e diabetici2. Nei ratti, protegge modifiche patologiche come le neuropatie diabetiche precoci indotte dall'iniezione d'albumina sierica modificata dagli AGE.

Previene alcune complicazioni del diabete

Molti studi preclinici hanno dimostrato che l’assunzione di piridossamina per via orale esercita un'azione favorevole nella prevenzione delle neuropatie nei diabetici di tipo 1 e 2. 

Uno studio ha così esaminato la capacità della piridossamina di proteggere contro lesioni vascolari retiniche indotte dal diabete. Il suo effetto è stato paragonato a quello di due antiossidanti, la vitamina E e l'acido R-alfa-lipoico, in ratti con diabete indotto da streptozotocina. Gli animali hanno ricevuto della piridossamina (1 g/l d'acqua di bevanda), della vitamina E (2 000 UI per kg), dell'acido alfa-lipoico (0,05% per kg d'alimentazione). Dopo 29 settimane di durata della malattia diabetica così indotta, sono stati esaminati nelle retine i cambiamenti anatomopatologici, le alterazioni dell'espressione dei geni della matrice extracellulare e l'accumulo di lisina immunoreattiva. I risultati di quest'osservazioni hanno evidenziato che la piridossamina proteggeva contro tutta una serie di modifiche patogene nella retina diabetica e che quindi potrebbe essere utile nel trattamento della retinopatia diabetica3. 

Nel 2003, negli Stati Uniti, uno studio di fase 2 intrapreso per determinare la sua sicurezza e la sua tolleranza ha fornito osservazioni preliminari sulla sua efficacia in pazienti aventi neuropatie di tipo 1 e 2 con livelli di base di creatinina sierica inferiori o uguali a 2 mg/dl e una proteinuria manifesta. La piridossamina è stata bene tollerata e la percentuale di pazienti che hanno sperimentato incidenti negativi legati al trattamento era debole e comparabile nel gruppo trattato e quello trattato con placebo. Le analisi preliminari d'efficacia hanno segnalato che un aumento della creatinina sierica almeno di 0,5 mg/dl era più frequente nei pazienti sotto placebo (22%) che in quelli che prendono della piridossamina (12%). Analisi posteriori hanno indicato riduzioni significative dell'aumento della creatinina sierica e dell'escrezione urinaria d'albumina nel gruppo trattato4. 

In un altro studio sperimentale, sono stati nuovamente presi in considerazione dei dati preliminari sull'efficacia della piridossamina sul funzionamento dei reni. Il gruppo trattato ha dimostrato una diminuzione di una citochina profibrotica che è stata associata alla glomerulosclerosi.  La piridossamina previene dal 25 al 50% della formazione degli AGE e migliora le disfunzioni renali legate al diabete (migliora l'albuminuria, la creatinina plasmatica e la iperlipidemia). Agisce intrappolando i gruppi carbonilici reattivi evidenziando proprietà di recuperatore di radicali liberi.   

La malondialdeide è un importante intermediario nella formazione degli ALE nel corso della perossidazione lipidica. Uno studio definito per determinare se la piridossamina potesse intrappolare la malondialdeide e così prevenire la formazione degli ALE,  ha chiaramente dimostrato che la piridossamina inibiva la formazione degli ALE attraverso il meccanismo di intrappolamento della malondialdeide che era stato ipotizzato, e questo in condizioni fisiologiche. In questo studio si descrive anche il meccanismo d'azione della piridossamina nella protezione delle proteine contro lo stress da carbonile6. 

Uno studio che riguarda i cristallini di ratti con un diabete indotto suggerisce che la pirdossamina possa inibire la formazione degli AGE nei cristallini di ratti diabetici stimolando l'attività dell'aldoso-reduttasi e reagendo con precursori degli AGE7.  Uno studio recente su un modello di topo di diabete di tipo II ha evidenziato che la piridossamina, utilizzata come unico trattamento, diminuisce la progressione dell'albuminuria e delle lesioni glomerulari. Associata a enalapril, un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina, la piridossamina riduceva la progressione delle neuropatie diabetiche e la mortalità8.

In conclusione, l'utilizzo della piridossamina può rivelarsi molto importante in tutte quelle situazioni di prediabete (diabesity) che già evidenziano processi biochimici alterati che porteranno alla malattia vera e propria e alle sue complicanze. Si rivela inoltre molto utile nella malattia diabetica già conclamata soprattutto per le proprietà di protezione vascolare, rappresentando così uno strumento utile nell'evitare la progressione della malattia. Infine, per le ragoni su addotte, è una vitamina anti-age e, come tale può essere considerata anche nell'uso prolungato a scopo preventivo.







1. Voziyan P.A. et al., Pyridoxamine: the many virtues of a Maillard reaction inhibitor, Ann. NY Acad. Sci., 2005 Jun, 1043: 807-16.
2. Metz T.O. et al., Pyridoxamine, an inhibitor of advanced glycation and lipoxidation reactions: a novel therapy for treatment of diabetic complications, Arch. Biochem. Biophys., 2003 Nov, 1; 419(1): 41-9.
3. Stitt A. et al., The AGE inhibitor pyridoxamine inhibits development of retinopathy in experimental diabetes, Diabetes, 51: 2826-2832, 2002.
4. William M., A phase 2 clinical trial of pyridorin in type 1 diabetic patients with overt nephropathy, J. Am. Soc. Nephrol., 2003, 14:7A.
5. McGill J.B. et al., A phase 2 clinical investigation of pyridoxamine in type 1 and type 2 diabetic patients with overt diabetic nephropathy, [abstract] Diabetes, 2003, 53:581.
6. Kang Z. et al., Reaction of pyridoxamine with malondialdehyde: mechanism of inhibition of formation of advanced end products, Amino Acids, 2006 Feb, 30(1): 55-61, e-pub 2005 July 5.
7. Padival S. et al., Pyridoxamine inhibit Maillard reactions in diabetic rat lenses, Ophtalmic Res., 2006; 38(5): 294-302, e-pub 2006 Sep 15.
8. Zheng F. et al., Combined AGE inhibition and ACEi decreases the progression of established diabetic nephropathy in B6 db/db mice, Kidney Int., 2006 Aug, 70(3): 507-14, e-pub 2006 June 14.

lunedì 7 aprile 2014

QUANDO LE PIANTE AIUTANO A PREVENIRE E CURARE IL CANCRO

Conosciuta anche come Dolce Assenzio, Sweet Annie, Felce Dolce, Sweet Sagewort o Assenzio Annuale, l’Artemisia annua è un'erba perenne, resistente, originariamente nativa in Asia ma che ora cresce naturalmente in tutto il mondo [1] [2]. È stata da tempo riconosciuta dalla medicina tradizionale cinese (pinyin: qing-hao) come una pianta utile e il manuale Chinese Handbook of Prescriptions for Emergency Treatments (340 D.C.) già consigliava un tè fatto con le foglie secche come trattamento per le febbri [3].
Come suggerisce il nome di Wormwood (assenzio), la pianta ha avuto un iniziale uso tradizionale come antielmintico – cioè, per il trattamento dei parassiti. L’Artemisia ha un sapore amaro e, per questo, c’è pure una lunga tradizione di utilizzarla in aggiunta a bevande, in genere alcoliche, come il vermouth e il famoso assenzio; da notare comunque che la pianta utilizzata a questo scopo non era l’Artemisia annua, ma l’Artemisia absinthium. L’Artemisia (presumibilmente l’Artemisia absinthium) è stata, apparentemente, anche utilizzata in passato come afrodisiaco, ma dosi elevate presentano effetti tossici spiacevoli e significativi come incubi notturni, convulsioni e anche allucinazioni. Perciò è consigliabile non assumere l’Artemisia in grandi quantità, o per periodi di tempo prolungati [4].
ARTEMISIA – STUDI SCIENTIFICI E RICERCA
Artemisia e Cancro: l’Artemisia annua diventò famosa come possibile erba anticancro nel 2001, quando due ricercatori all’Università di Washington notarono che quest’erba evidenziava un’attività altamente selettiva nei confronti di cellule di cancro della mammella [5].
L’Artemisina e suoi derivati hanno dimostrato di indurre apoptosi delle cellule tumorali della prostata e anche attività contro le cellule di cancro della mammella, leucemia, cancro del colon e altre cellule tumorali. Una serie di studi consistenti e significativi di ricerca, studiando le proprietà anticancro dell’Artemisia annua sono stati quindi effettuati a partire dal 2008 – e i risultati indicano il potenziale di sviluppo di trattamenti terapeutici e preventivi.
Artemisia e Malaria: un recente studio statunitense da Elfawal et al. (2012) ha dichiarato che Artemisia annua può essere un'efficace terapia contro la malaria e può essere considerata una preziosa aggiunta per le strategie di trattamento utilizzati a livello globale nella riduzione della mortalità e morbosità da malaria. L’Artemisinina, che è isolata dalle foglie di Artemisia annua, è oggi il rimedio farmacologico più efficace contro la malaria. Il farmaco è somministrato in combinazione con altri farmaci antimalarici per evitare fenomeni di resistenza, comuni con le monoterapie. Nello studio di Elfawal et al. (2012), l'efficacia di foglie secche della pianta intera (WP) di Artemisia annua, somministrate per via orale è stato paragonato a quello di artemisinina pura in dose paragonabile in un modello su un roditore per la malaria (Plasmodium chabaudi). I risultati hanno rivelato una riduzione più significativa sulla parassitemia dopo la somministrazione orale di una singola dose di WP Artemisia annua (contenente artemisinina 24 mg/kg) rispetto a una dose paragonabile della droga purificata, probabilmente dovuto all'aumento di 40 volte della biodisponibilità dell’artemisina nel sangue dei topi nutriti con la pianta intera[6]

L’Artemisia come antivirale: in studi recenti, l’artemisina, un composto estratto dall’Artemisia annua, si è di mostrato in grado di inibire un certo numero di virus, compreso l’Herpes simplex 1, e i virus dell’Epatite B e C.
Oltre ad essere principalmente antimalarica, l'artemisinina che può essere estratta dall’Artemisia annua è stata trovata, in numerosi studi, essere efficace contro una vasta gamma di virus, il fungo Pneumocystis jiroveci, protozoi parassiti come il Toxoplasma gondii [7], alcune linee cellulari di cancro umano [8], e altre infezioni parassitarie, come la schistosomiasi [10], leishmaniosi [12], la malattia di Chagas e malattia del sonno africana [13].
Efferth (2007) produsse evidenze sull’attività citotossica (cioè, capace-di-uccidere-le-cellule) e l'attività inibitoria di artemisinina contro le cellule tumorali. Ha anche studiato e identificato i geni che possono essere responsabili della sensibilità dell’eventuale resistenza delle cellule tumorali all'artemisinina [8]. All'inizio del 2006, ha presentato una rassegna completa, concentrandosi sul meccanismo d'azione dell’artemisinina nelle cellule tumorali per quanto riguarda (a) l'induzione dell'apoptosi, o morte cellulare programmata, (b) multifarmaco resistenza, (c) effetti antiproliferativi e antiangiogenici (cioè, inibizione della proliferazioni di nuovi vasi sanguigni), (d) stress ossidativo e (e) oncogeni e geni oncosoppressori [9].
Secondo le relazioni dei centri di Disease Control and Prevention, la leishmaniosi si verifica in aree focali in oltre 90 paesi tropicali e predomina solitamente nelle zone rurali rispetto al contesto urbano. L'infezione è parassitica come sviluppo, essendone la modalità di trasmissione il morso del flebotomo mosche della sabbia, tramite il quale il parassita Leishmania ottiene l’ingresso all'interno dell’ospite [11]. Sen et al. (2007) hanno studiato l'attività anti-leishmaniasi di artemisinina da Artemisia annua sia contro promastigoti (forma replicativa) e amastigoti (forma infettante). Il loro studio ha concluso che, effettivamente, l’artemisinina innesca l'induzione dell'arresto del ciclo cellulare e apoptosi nei promastigoti di Leishmania donovani e che più ricerca dovrebbe essere intrapresa per studiare le proprietà anti-leishmania di artemisinina. Va osservato che l'attività anti-leishmaniasica osservata in questo studio aveva anche un indice di alta sicurezza (maggiore di 22 volte), rendendo artemisinina una buona opzione terapeutica per il trattamento della leishmaniosi [12]. Lo studio di Avery et al. (2003) sull’artemisinina e suoi analoghi aveva pure suggerito gli analoghi dell’artemisinina come potenziali candidati farmaci non solo contro la malaria, ma anche contro la leishmaniosi. In questo studio, l’attività leishmanicida è stata notata a concentrazioni micromolari [14]. 
La malattia di Chagas è una malattia potenzialmente pericolosa, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), causata dal vettore- parassita Trypanosoma cruzi veicolato da cimici ematofaghe [15]. La malattia del sonno africana è un'altra malattia parassitaria trasmessa da vettori. Questa volta, è causata dal Trypanosoma brucei, protozoo trasmesso all'uomo dalla mosca tse-tse (della specie Glossina) [16]. Lo studio di Mishina, Krishna, Haynes, e Meade (2007) ha rivelato che i composti di artemisinina inibiscono la crescita in vitro di culture di Trypanosoma cruzi e Trypanosoma brucei rhodesiense a basse concentrazioni micromolari, suggerendo ulteriori ricerche sull’artemisinina a origine dall’Artemisia annua ed il suo uso potenziale come parte delle opzioni terapeutiche per la malattia di Chagas e la malattia del sonno africana [13].
INGREDIENTI ATTIVI
A parte l’artemisinina, che è il costituente chimico più attivo in Artemisia e responsabile delle sue proprietà farmacologiche, diversi studi indicano che l’estratto crudo di Artemisia comprende in esso altri composti, come i flavonoidi. Alcuni di questi hanno probabilmente la capacità di potenziare l'attività di artemisinina contro la specie di Plasmodium [17].
IN CONCLUSIONE:
Come spesso il mondo vegetale presenta indicazioni molto valide a perseguire su strade meno convenzionali, ma altrettanto efficaci per arrivare a migliorare la cura di molte malattie. Quello che in Artemisia sembra essere molto promettente, è la sua capacità di contrastare alcuni meccanismi che esercitano un ruolo fondamentale nella genesi del cancro e, quindi, un suo potenziale utilizzo nella prevenzione. Inoltre, la cura di molte parassitosi, che infestano il pianeta, soprattutto nelle sue aree più depresse, ove ovviamente i costi dei farmaci esercitano un ruolo non secondario, se affidata a mezzi naturali potrebbe certamente contribuire a debellare piaghe millenarie, con enorme beneficio per le popolazioni residenti.
ARTEMISIA – REFERENZE:
[4] Inhibitory effects of docosyl p-coumarate on DNA topoisomerase activity and human cancer cell growth. Kobe-Gakuin University, Japan, 2010 - http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20811721
[5] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Artemisia%20annua%20cancer - 37 scientific studies retrieved by search on 'Artemisia annua' and 'cancer'. (See also - Schaller, James MD. The Use of the Herb Artemisinin for Babesia, Malaria, and Cancer: All the Practical Information You Need to Make Smart Decisions on Artemisinin. )
[6] Elfawal M.A., Towler M.J., Reich N.G., Golenbock D., Weathers P.J., & Rich S.M.(2012). Dried whole plant Artemisia annua as an antimalarial therapy. PLoS One, 7(12): e52746. doi: 10.1371/journal.pone.0052746. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23289055
[7] Weathers et al. (2011). Artemisinin production in Artemisia annua: studies in planta and results of a novel delivery method for treating malaria and other neglected diseases. Phytochemistry Reviews, 10(2): 173-183. Retrieved 14 February 2013, from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3106422/
[8] Efferth T. (2007). Willmar Schwabe Award 2006: antiplasmodial and antitumor activity of artemisinin--from bench to bedside. Planta Medica, 73(4): 299-309. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17354163/
[9] Efferth T. (2006). Molecular pharmacology and pharmacogenomics of artemisinin and its derivatives in cancer cells. Current Drug Targets, 7(4): 407-421. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16611029
[10] Utzinger J., Xiao S., Keiser J., Chen M., Zheng J., & Tanner M. (2001). Current progress in the development and use of artemether for chemoprophylaxis of major human schistosome parasites. Current Medicinal Chemistry, 8: 1841-1860.
[11] Parasites - Leishmaniasis. Centers for Disease Control and Prevention. Retrieved 14 February 2013 from http://www.cdc.gov/parasites/leishmaniasis/index.html
[12] Sen R., Bandyopadhyay S., Dutta A., Mandal G., Ganguly S., Saha P., & Chatterjee M. (2007). Artemisinin triggers induction of cell-cycle arrest and apoptosis in Leishmania donovani promastigotes. Journal of Medical Microbiology, 56(Pt 9): 1213-1218. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17761485/
[13] Mishina Y.V., Krishna S., Haynes R.K., & Meade J.C. (2007). Artemisinins inhibit Trypanosoma cruzi and Trypanosoma brucei rhodesiense in vitro growth. Antimicrobial Agents and Chemotherapy, 51(5): 1852-1854. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17339374/
[14] Avery M.A., Muraleedharan K.M., Desai P.V., Bandyopadhyaya A.K., Furtado M.M., & Tekwani B.L. (2003). Structure-activity relationships of the antimalarial agent artemisinin. 8. design, synthesis, and CoMFA studies toward the development of artemisinin-based drugs against leishmaniasis and malaria. Journal of Medicinal Chemistry, 46(20): 4244-4258. Retrieved 14 February 2013 from http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/13678403/
[15] Chagas disease. World Health Organization. Retrieved 14 February 2013 from http://www.who.int/topics/chagas_disease/en/
[16] Parasites - African Trypanosomiasis (also known as Sleeping Sickness). Centers for Disease Control and Prevention. Retrieved 14 February 2013 from http://www.cdc.gov/parasites/sleepingsickness/
[17] Phillipson J.D. (2001). Phytochemistry and medicinal plants. Phytochemistry, 56: 237-243. Retrieved 14 February 2013 from http://202.206.48.73/tryw1/xxyd/Phytochemistry%20and%20Medicinal%20Plants.pdf

giovedì 3 aprile 2014

CANDIDA : UNA, CENTO, MILLE MALATTIE - SOPRATTUTTO SE CRONICA

“Di tutte le cose che ho perso nella vita, quello che mi manca di più è la mente”: negli Stati Uniti rappresenta la frase slogan di una linea di magneti per frigoriferi e di poster umoristici.
Meno divertenti sono i disturbi reali provocati da un comune organismo, un lievito (i lieviti sono funghi unicellulari) chiamato Candida albicans, che includono appannamento mentale, incapacità di concentrarsi, riduzione della capacità di attenzione, sensazione di generale mancanza di spazio, perdita di vigilanza e scarsa memoria. I pazienti che presentano una sovracrescita di Candida spesso devono leggere alcune cose almeno tre volte e, con loro disperazione, potrebbero ancora non essere in grado di ricordarle.
I sintomi che colpiscono la mente — aggiunti ai disturbi cronici caratterizzati da bassa energia, affaticamento, depressione, irritabilità, irascibilità, emicrania e mal di testa, irritazioni e infezioni della vescica, diarrea intermittente, stipsi, gonfiore, indigestione, nausea, reazioni allergiche, intolleranze chimiche agli alimenti, eruzioni cutanee, perdite vaginali e prurito, irregolarità mestruali, forti crampi mestruali, visione offuscata e sinusite — possono farvi sentire come se la vostra mente si stesse perdendo! Il vostro medico di famiglia può anche aver lasciato intendere che "è tutto nella tua testa" dopo non essere stato in grado di formulare una diagnosi medica specifica per giustificare la vostra sintomatologia. Migliaia di persone sono state etichettate mentalmente o emotivamente malate anche se presentavano, invero, un problema di salute legittimo. 
Secondo alcuni medici, tra cui William G. Crook, MD, autore di The Yeast Connection Handbook; John Parks Trowbridge, MD e Morton Walker, DPM, autori di The Yeast Syndrome... la causa di questi diversi sintomi potrebbe essere la Candida albicans, un'infezione generalizzata da lievito. Trowbridge ha descritto la crescita eccessiva di Candida come una "condizione medica... che colpisce circa un terzo delle popolazioni totali di tutti i paesi occidentali industrializzati."
COS’E’ LA CANDIDA ALBICANS?

La Candida albicans sono cellule di lievito che, in circostanze normali, sono presenti solo nel tratto gastrointestinale e sulla pelle. Le cellule di Candida consumano sostanze come lo zucchero al fine di sopravvivere e di solito vivono in armonia con l’altra flora batterica presente nel corpo e sul corpo. In genere, un organismo di Candida vive all’interno di una concentrazione di milioni di altri batteri, all'interno della normale flora del tratto gastrointestinale. 
Il normale equilibrio impedisce al lievito di crescere in misura preponderante (overgrowing) e di causare problemi. La Candida è normalmente controllata dalle nostre difese immunitarie. Tuttavia, quando il nostro ambiente interno è alterato, come ad esempio durante e dopo l’assunzione di antibiotici, i batteri “buoni” tendono a essere ridotti in numero. Antigeni e tossine sopraffanno le cellule del sistema immunitario e la nostra resistenza immunitaria diminuisce, provocando le condizioni in cui la sindrome da Candida può iniziare.
L'organismo della Candida esiste come "spora" nell'intestino, una specie di forma arrotondata. Quando il sistema immunitario è indebolito, la Candida assume una forma filiforme e passa attraverso la parete intestinale (stomaco e intestino) con rilascio di potenti tossine che possono essere assorbite in tessuti più profondi o circolare nel sangue e danneggiare la parete intestinale, consentendo alle sostanze estranee di superare la barriera mucosa e di entrare nel sangue.
Una volta che il confine con il flusso sanguigno è interrotto, proteine alimentari non completamente digerite possono viaggiare attraverso il torrente ematico assaltando il sistema immunitario. Il sistema immunitario quindi produce anticorpi, che causano reazioni allergiche. Un’allergia cerebrale può causare depressione, sbalzi d'umore, problemi di memoria e cambiamenti nel comportamento.
Quando la Candida si moltiplica nel tratto intestinale, le tossine prodotte trovano la loro strada verso altri tessuti, determinando in questo modo una vasta gamma di problemi, tra cui depressione, mal di testa e stanchezza cronica. La crescita eccessiva di Candida provoca anche una "alterata permeabilità intestinale" con conseguenti ipersensibilità alimentari.
Secondo il dottor Crook, c'è un crescente consenso tra gli operatori sanitari che la vulvodinia (disagio vulvare cronico) e una varietà di altri disturbi, come la fibromialgia e l'endometriosi, possono anche essere correlate alla presenza di questo lievito. La maggior parte delle persone sembrano sviluppare questi disturbi a seguito di un indebolimento del sistema immunitario, per cui i virus si attivano, i lieviti si moltiplicano, si attivano allergie alimentari e chimiche e si sviluppano carenze nutrizionali. Mentre la Candida albicans non può essere la causa principale, prove sempre più sostenute confermano il concetto che le persone con questi disturbi trovano notevole sollievo da una dieta senza zucchero e farmaci antifungini.

CONDIZIONI CHE INCORAGGIANO LA CRESCITA DI CANDIDA

Le situazioni nelle quali si può verificare una sovracrescita di Candida e/o di altri lieviti comprendono l’uso di antibiotici, assunzione di cortisone, la pillola contraccettiva, gravidanze multiple, preoccupazioni, stress e dieta squilibrata.
Infatti, se si assumono alimenti ricchi in muffe o lieviti, come pane, lievito di birra, e funghi, o diete ricche in carboidrati raffinati o di zuccheri semplici come dolci, snak salati e pasta, si provoca uno squilibrio all’interno del nostro organismo che determina un ambiente favorevole allo sviluppo di sovracrescite di lieviti. Questa infezione da lieviti generalizzata è ovviamente favorita da condizioni di debilitazione del nostro organismo, in particolare quando le resistenze sono diminuite per deficit nutrizionali, infezioni o tossine ambientali. Quando si assumono antibiotici per controllare un’infezione, ma anche per curare l’acne, o si eseguono terapie ripetute (e inutili) per semplici influenze o raffreddori, nel tratto digestivo avviene una vera e propria strage di batteri “buoni”. Ma i lieviti non vengono per nulla toccati da queste terapie antibiotiche, per cui, avendo più spazio, si moltiplicano e colonizzano. Quando ciò avviene, si determina una situazione di sovracrescita, per cui tutte le tossine prodotte entrano nella circolazione sanguigna, indeboliscono il sistema immunitario e lasciano una sensazione di “malessere generale”. In questa condizione, con un sistema immunitario certamente indebolito, sarà più facile sviluppare disordini respiratori e digestivi, ma anche altre situazioni, che il corpo non sarà in grado di sostenere, mancando di difese adeguate.
Altri fattori che indeboliscono il sistema immunitario comprendono deficit nutrizionali provocati da un’alimentazione carente, o da difetti di assorbimento degli aminoacidi essenziali, degli acidi grassi essenziali, di carboidrati complessi, vitamine e minerali. Situazioni di stress intenso, preoccupazioni eccessive, ossessioni, il seppellire i propri sentimenti nel profondo giocano pure un ruolo importante nello sviluppo di una crescita eccessiva di Candida, sempre attraverso un graduale indebolimento del sistema immunitario.

PREDISPOSIZIONE

Sia le donne che gli uomini sono sensibili alle infezioni croniche da Candida. Tali disturbi possono interessare nove diversi sistemi dell’organismo: digestivo, nervoso, cardiovascolare, linfatico, respiratorio, riproduttivo, urinario, endocrino e muscolo-scheletrico. Ciascuno di questi sistemi può essere colpito, con diversi gradi di gravità nel tempo. Siccome la Candida è sempre presente nei nostri organismi, ogni individuo presenta il rischio potenziale di sviluppo di una condizione di crescita eccessiva di Candida in un certo momento della propria vita. Tuttavia, circa il 60% dei casi di sindrome da lievito si verifica nelle donne. La ragione per cui questo può avvenire è che le donne vanno probabilmente più frequentemente dal medico e ricevono quindi più antibiotici rispetto agli uomini. Inoltre, i cambiamenti ormonali connessi con il ciclo mestruale mensile normale, l’utilizzo della pillola anticoncezionale e cambiamenti ormonali durante la gravidanza contribuiscono anch’essi alla crescita del lievito.
I sintomi da Candida occorrono in genere quando l'immunità della persona diventa compromessa a causa di antibiotici, dieta o altri fattori. Questo crea un ambiente in cui i lieviti aumentano di numero e rilasciano tossine che indeboliscono il sistema immunitario. Il sistema di difesa dell’organismo diventa inefficace, provocando edema delle membrane e una condizione che consente ai germi di moltiplicarsi e con conseguente invasione dei tessuti più profondi. Questo può determinare infezioni alla gola, ai seni nasali, alla vescica e altre infezioni. Prendere antibiotici per combattere queste infezioni perpetua ulteriormente la crescita del lievito garantendo così un successivo peggioramento dei problemi di salute, a meno ché non si inizi un trattamento appropriato per la Candida.

SISTEMA ENDOCRINO

La Candida può sconvolgere il ciclo ormonale femminile. Può infatti legarsi agli ormoni producendo un deficit all'interno delle cellule normali. Quando la Candida esaurisce il sistema endocrino, può condurre allo sviluppo di altre condizioni mediche, come PMS (sindrome pre-mestruale), infiammazioni ovariche, ipotiroidismo, tiroidite, iposurrenalismo, diabete mellito, ipoparatiroidismo, anemia perniciosa, epatite, pemfigo, rinite allergica, schizofrenia, morbo di Addison, miastenia gravis, alopecia, vitiligine, autismo, sprue, morbo celiaco, porpora trombocitopenia idiopatica, deficit ipofisari con amenorrea, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, artrite psoriasica, sindrome di Sjogren e la sindrome di Goodpasture. Questi disturbi sono tutti problemi autoimmuni sistemici che possono essere collegati alla Candida.

INTERFERENZA CON I FARMACI ORMONALI

La mancanza di efficacia delle terapie sostitutive ormonali orali può essere conseguente al danno della parete intestinale causato dalla Candida. Quando si verificano insufficienti livelli ematici ormonali o scarsa risoluzione della sindrome premestruale o dei sintomi della menopausa dopo terapia sostitutiva ormonale naturale, può essere una buona idea cercare altri metodi di assunzione degli ormoni.  Nel caso di ormoni steroidei (estrogeni e progesterone), l'assorbimento cutaneo è buono e i sintomi da privazione ormonale possono essere più facilmente controllati. Progesterone ed estrogeni possono anche essere anche somministrati per via sublinguale, vaginale, rettale o iniettiva per evitare problemi di assorbimento intestinale.
È stato dimostrato che l'organismo della Candida può legare gli estrogeni, impedendone il legame con i siti recettori specifici per gli estrogeni. Le donne con problemi di crescita eccessiva di Candida potrebbero avere bisogno di una maggior quantità di estrogeni per ottenere una risposta soddisfacente.  Una paziente con condizioni pre-esistenti correlate al lievito, (cioè, sinusite, una tendenza verso le infezioni vaginali, o problemi di stomaco e intestinali) può notare che i sintomi possono peggiorare quando assume la supplementazione di progesterone.
Può succedere che la Candida proliferi alla presenza di progesterone.  Il progesterone svolge molti ruoli e può contribuire a ricostruire la funzione surrenale alterata. Quando il corpo converte il progesterone in altri ormoni, c'è meno progesterone disponibile per occupare i recettori del progesterone. Ironicamente, gli effetti collaterali degli estrogeni possono verificarsi quando viene iniziata la terapia di progesterone. I sintomi da estrogeni come mal di testa, nausea e depressione a volte peggiorano con la terapia sostitutiva di progesterone, particolarmente quando la dose è piccola. Il progesterone stimola i recettori degli estrogeni e, quando si verifica questa stimolazione iniziale, potenzia l'effetto degli estrogeni stessi. Quando l'attività è potenziata, la quantità di progesterone non-convertito può non essere sufficiente a contrastare o bilanciare questi sintomi. Possono essere necessarie dosi più elevate di progesterone.
Quando una donna ha un problema di crescita eccessiva di Candida e un deficit ormonale, è importante trattare entrambi questi problemi allo stesso tempo. Può essere fatto con successo, purché sia gestito correttamente. Il Dr. Luc De Schepper dice "fate morire di fame la Candida, uccidete la Candida, ricostruite il sistema immunitario". Affrontare questi passaggi aggressivamente con una dieta adeguata ed esercizio fisico, antimicotici e sostegno immunitario è importante.

UNA RELAZIONE DONCHISCIOTTESCA FRA LIEVITO E MERCURIO

Abbondano le teorie sulle correlazioni tra crescita eccessiva di lieviti e mercurio, ma non è chiaro se viene prima l’uovo o la gallina. L’esposizione al mercurio da amalgama dentarie e fonti di cibo contaminate può contribuire a un aumento di Candida. Ciò potrebbe essere mediato attraverso un danno al sistema immunitario.  In alternativa, la Candida e altri lieviti sono noti per essere in grado di convertire il mercurio inorganico in forme più tossiche. I lieviti fungono anche da deposito di mercurio, il che significa che terapie aggressive contro i lieviti possono rilasciare quantità massicce di mercurio nel corpo, con conseguente carico tossico acuto di mercurio.

IPOGLICEMIA

Molte diagnosi d’infezione cronica da Candida sono state eseguite indagando il sintomo principale che era un’ipoglicemia, che può essere il risultato di una crescita eccessiva di Candida. I pazienti possono essere molto stimolati dagli zuccheri, li desiderano enormemente e, quindi, subire una delusione, anche al punto di addormentarsi.  Nel suo libro, Lick the Sugar Habit, Nancy Appleton è propensa a ritenere che tali problemi metabolici e i problemi con la Candida siano secondari a troppo zucchero nella dieta. Diete contenenti grandi quantità di zucchero raffinato provocano una secrezione eccessiva da parte del pancreas d’insulina. Nervosismo, irritabilità, debolezza, sonnolenza e altri sintomi dell'ipoglicemia sono il risultato di rapidi su e giù nei livelli di zucchero nel sangue e nel cervello per le fluttuazioni che avvengono. Mangiare zuccheri raffinati nutre il lievito, inducendolo a moltiplicarsi. Il risultato è che sono prodotte delle tossine, che possono causare sintomi in tutto l’organismo.
Il desiderio di zuccheri può anche essere il risultato di normali fluttuazioni ormonali mensili. Idrocortisone, testosterone e progesterone sono ormoni che intervengono nella regolazione del glucosio. Questi ormoni contribuiscono a spostare lo zucchero dalle cellule di deposito nel flusso sanguigno, innalzando i livelli di zucchero nel sangue, e questo evento può incoraggiare la Candida a crescere a dismisura. Una donna ipoglicemica con Candida, che assuma anche farmaci ormonali, potrà avere sintomi di ipoglicemia più rilevanti, come risultato di livelli elevati di zucchero nel sangue (più zucchero uguale più insulina).
I livelli di progesterone aumentano nella donna la settimana prima dell'inizio delle mestruazioni. Il progesterone aumenta la quantità di glucosio o di zucchero nel sangue, che è esattamente ciò che le cellule di lievito aspettano per prosperare. Non è quindi una sorpresa che le donne con la Candida presentino un desiderio premestruale di zucchero perché ciò è esattamente quello che le cellule di lievito richiedono a gran forza. Questo consumo maggiore di zuccheri spesso fa sì che le donne sperimentino irritabilità, sbalzi d'umore e depressione.


DIAGNOSI

È oggi disponibile una diagnosi di laboratorio della sindrome da Candida, che può comprendere i seguenti accertamenti:





  • Profilo nutrizionale.
  • Profilo d’ipersensibilità agli alimenti.
  • Profilo d’ipersensibilità ai funghi.
  • Profilo di malattia cronica da funghi, focalizzandosi sugli anticorpi all’antigene della Candida.
  • Profilo di malattie virali croniche, ricercando la presenza di infezioni passate, presenti o croniche da Virus Epstein Bar, citomegalovirus (CMV) e virus herpetico.
  • Test urinario per gli aminoacidi organici come marcatori di sovrainfezione da lieviti.
La storia clinica è un altro presidio diagnostico molto importante da tenere in considerazione. Se si pensa che i sintomi siano compatibili con un’infezione cronica da Candida, la storia clinica deve essere valutata anche per i seguenti fattori:



  • Uso frequente o continuo di antibiotici per infezioni respiratorie, urinarie o altre infezioni.
  • Uso di pillola anticoncezionale per più di sei mesi.
  • Uso di farmaci cortisonici.
  • Interventi chirurgici o ustioni gravi.
  • Desiderio impellente di pane, zucchero o bevande alcoliche.
  • Sintomi da lievi a gravi secondari a esposizione a profumi, insetticidi, o antitarme o altri prodotti chimici.
  • I sintomi peggiorano in giornate umide o afose e quando vi trovare in ambienti umidi come cantine, scantinati o ambienti insalubri e ammuffiti.
  • Piede d’atleta, ring worm o altre infezioni croniche da funghi della pelle o delle unghie.
  • Se si è infastiditi dal fumo di tabacco.
TERAPIA

La terapia di un problema da Candida inizia con l’evitare tutte le cose che promuovono una sovracrescita del lievito come:








  • Alimenti che determinano una crescita del lievito (cioè zucchero) per “affamare” l’organismo della Candida.
  • Pillole anticoncezionali e farmaci cortisonici.
  • Presenza di muffe a casa vostra, come muffe nel frigorifero, in bagno o nei ripostigli.
  • Sostanze chimiche come profumi, fumo e insetticidi.
  • Bevande alcoliche (birra e vino inclusi) e fumo di sigaretta.
  • Altre terapie comprendono:
  • Assumere nistatina o altri farmaci antifungini (ovviamente determinato dal medico e dopo che avrete intrapreso tutti i punti precedenti).
  • Consumare quotidianamente estratto invecchiato di aglio o spicchi di aglio fresco, o tintura di origano
  • Assumere supplementi nutrizionali che coadiuvino il sistema immunitario.
  • Utilizzare olio di cocco come supplemento nutrizionale (è un potente antifungino) o assumere supplementi di acido caprilico.
  • Assumere tè antifungini o oli essenziali come l’olio essenziale di Tea Tree (albero del tè), l’olio essenziale di mirra, l’olio essenziale di cannella, l’olio essenziale di eucalipto, l'olio essenziale di cocco o l’olio essenziale di chiodi di garofano.
LINEE GUIDA DIETETICHE

I cambiamenti di tipo alimentare hanno lo scopo di risolvere, per sempre, i problemi di salute relativi al lievito. Alcune linee guida fondamentali comprendono:
  • Prediligere cibi freschi, non conservati, e di origine biologica.
  • Diversificare ogni giorno gli alimenti. Le ipersensibilità (intolleranze) o le allergie sono più frequenti se si mangiano gli stessi cibi ogni giorno. Una dieta a rotazione può anche aiutare a identificare le allergie alimentari.
  • Evitare i carboidrati raffinati compreso zucchero, sciroppo di mais, destrosio, fruttosio, miele, sciroppo di acero e di datteri.
  • Evitare gli alimenti raffinati, processati e inscatolati; questi cibi di solito contengono zuccheri, lieviti e altri ingredienti occulti che possono servire da nutrimento alla Candida.
  • All’inizio della dieta evitare anche latte e frutta. Dopo 3-4 settimane ricominciare a introdurre gradualmente questi alimenti e tenere sotto osservazione i vostri sintomi.
  • All’inizio della dieta evitare alimenti che contengano lieviti e muffe (ad esempio pane lievitato e gorgonzola). Dopo qualche settimana provare a vedere cosa succede reintroducendone piccole quantità e, se non osservate reazioni, aggiungerli di nuovo alla vostra alimentazione, ma con molta moderazione.
  • Mangiare yogurt senza aggiunta di zuccheri e assumere alcuni supplementi alimentari come Lactobacillus acidophilus, vitamine, minerali, acidi grassi essenziali e aglio.

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