La tiroide è coinvolta in così tanti e vitali processi biologici che ogni piccolo cambiamento nel sistema può provocare una conseguenza. I principali problemi della tiroide sono: ipotiroidismo, malattia di Hashimoto, ipertiroidismo, malattia di Graves, gozzo, noduli e cancro. Prima che lo stato di malattia sia raggiunto, una funzione tiroidea che sia anche leggermente alterata può recare disturbi al sistema cardiovascolare, a quello immunitario, alla fertilità, digestione, livello energetico, controllo del peso e anche sulla sensazione generale di benessere di una persona.
Sintomi frequenti di disfunzione tiroidea possono essere:
- dolori muscolari o articolari
- perdita di capelli, che possono diventare più sottili o secchi
- secchezza della pelle
- fragilità delle unghie
- stipsi o diarrea
- problemi mestruali
- problemi di fertilità
- sensazione di spossatezza
- cambiamenti di peso non altrimenti spiegabili
- sensazione di confusione mentale
- depressione o ansia
Vediamo ora come la Medicina Funzionale si approccia a queste problematiche.
Pensiamo che la tiroide sia una specie di fornace che funge da principale alimento al metabolismo del nostro corpo. E' evidente che una storia molto accurata del/la paziente, aiuterà a identificare una possibile ipotesi.
Ci spostiamo allora subito al sistema digestivo che rappresenta il crocevia fondamentale sulla strada della salute, e analizziamo se ci sono problemi a carico di questo sistema. Questo avviene sempre, in quanto la sua funzione è direttamente influenzata dal funzionamento di questa ghiandola, ma, specie nei casi di ipotiroidismo, oggi sempre più frequenti, può esserne all'origine attraverso una disfunzione della barriera mucosa e dell'assorbimento, un'induzione di attività del sistema immunitario e formazione di anticorpi o, meglio, di autoanticorpi.
Il cibo è informazione. Oltre alle calorie, conoscere il cibo che mangiamo può aiutarci a capire se siamo sulla strada della salute o della malattia. Cibi che favoriscono l'infiammazione, reazioni avverse a alimenti e ipersensibilità possono aiutaci a capire il loro ruolo nelle malattie croniche e, ricordiamo, che lo stress è un precursore di malattia, indebolisce le nostre difese immunitarie, altera le barriere e ci rende più suscettibili a infezioni croniche.
Se si lavora sulla salute intestinale circa il 60-70% di tutte le malattie andrà meglio, e quelli che sono i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile altro non sono che sintomi precursori di autoimmunità e malattie croniche.
Molti sono i soggetti che sono affetti da sindrome dell'intestino irritabile e, contemporaneamente d tiroidite di Hashimoto. Molti possono non avere mai ricevuto una diagnosi precisa.
In caso di malattia autoimmune vanno certamente escluse sofferenze a livello del nostro apparato digerente, che comprendono la presenza di malattie parassitarie croniche, insufficienze enzimatiche gastriche, intestinali o pancreatiche, sensibilità al glutine, colonizzazione batterica intestinale, ridotta produzione di acido da parte dello stomaco, iper risposta intestinale allo stress.
Esiste una buona correlazione fra i valori di TSH e la quantità di ormone prodotto o escreto dalla tiroide, ma questi non ci danno informazione su quello che succede dopo, quanto se ne consuma o se ne produce fuori.
Per questo motivo gli esami da eseguire sempre, per chiarire un quadro, dovrebbero essere almeno TSH, T4, T3 e RT3 (quest'ultimo perché ci darà il dato oggettivo di quanto ormone realmente sarà disponibile per le cellule).
Il TSH secreto è il risultato di una serie di segnali che originano nell'ipotalamo (chiamiamoli sensori di metabolismo).
T4 costituisce la maggior parte dell'ormone secreto dalla tiroide, ma, una volta escreto, non fa un granché nel nostro corpo. Necessita infatti di essere convertito in T3. Ma il corpo ha la possibilità di controllare in maniera efficace che non venga prodotto troppo T3. Questo infatti è un ormone molto potente e la forma attiva di ormone tiroideo, per cui, se in eccesso, viene trasformato in RT3, che ha lo stesso aspetto del T3, ma quando si lega sui recettori cellulari ha un effetto considerevolmente meno intenso. (questo è il motivo per valutare i livelli di FT3 (F = libero) e paragonarli con quelli di RT3 (R = inverso).
E per tornare al nostro intestino, e identificare eventuali cause autoimmuni della malattia tiroidea, vanno sempre fatti i test di autoimmunità e non solo gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi, perché, spesso, i bersagli del sistema immunitario sono più di uno.
Da ultimo bisogna anche guardare allo stress, come anticipato. Stress e surrenali sono un tutt'uno. Quindi bisogna valutare il ciclo del cortisolo anche perché una iperproduzione di cortisolo si trasforma anche in iperproduzione di RT3 (l'ormone tiroideo inattivo), con la conseguenza che si potrebbe far diagnosi di ipotiroidismo per presenza di valori ridotti di FT3, mentre questi dipendono solo da iperattività delle sue ghiandole surrenali provocata da stress.
Come spero di avervi fatto comprendere in questa breve esposizione dei problemi diagnostici in caso di insufficienza tiroidea, la medicina funzionale spazia globalmente a ricercare le cause. Solo così si potranno avere risposte anche in termini di cura e non solo di sostituzione con farmaci di funzioni alterate.