Vogliamo farvi conoscere questo breve report del Dr. Andreu
Prados, che fa riferimento ai nostri piccoli buoni amici che convivono con noi e
a nuove potenziali risorse che essi presentano per la nostra salute.
Recenti progressi nella ricerca hanno descritto l'importanza
del microbiota intestinale nel rappresentare un ponte fra il
sistema nervoso centrale e il sistema nervoso enterico. Queste interazioni
cervello-intestino sembrano essere bidirezionali e questo avverrebbe per mezzo
di segnali neurali, endocrini, immunitari e umorali. La maggior parte dei dati
sono sperimentali e sono stati acquisiti utilizzando roditori (topi o ratti) e
suini.
Le prove delle interazioni fra salute mentale e il microbiota provengono
dall’osservazione che esiste una associazione fra disbiosi intestinale e
disturbi del sistema nervoso centrale (ad es. comportamenti appartenenti allo
spettro ansioso-depressivo) e
all’osservazione, proveniente da molti studi, che frequentemente disturbi gastrointestinali funzionali (ad
es. sindrome dell'intestino irritabile) presentano come comorbidità problemi di
di salute mentale.
Fino ad oggi, sono state condotte poche ricerche sull'uomo con l'obiettivo di valutare
l'effetto di una integrazione con probiotici sulla salute mentale attraverso la
modulazione delle vie cervello-intestino. Tuttavia, di recente, l’equipe
guidata dal professor Paul Enck dal Dipartimento di Medicina Psicosomatica e Psicoterapia
presso l’Ospedale Universitario di Tübingen (Germania) ha condotto una revisione
sistematica di 38 studi randomizzati controllati negli animali e nell'uomo
(25 erano in animali, 15 in esseri umani e 2 studi sono stati condotti in
esseri umani e animali), e ha concluso che i probiotici potrebbero essere
efficaci nel migliorare le funzioni associate a malattie psichiatriche e le
abilità di memoria.
Inoltre, sempre di recente, lo studio di Wang, et al. ha evidenziato quali siano i
probiotici che hanno mostrato efficacia nel migliorare i comportamenti correlati
a disturbi psichiatrici (ansia, depressione, umore, risposta allo stress) e le
capacità di memoria (inclusa la memoria spaziale e non-spaziale) e questi
comprendono il Bifidobacterium (B. longum, B. breve e B. infantis) e il
Lactobacillus (L. helveticus, L. rhamnosus, L. plantarum e L. casei). Le dosi
tra 109 e 1010 unità formanti colonie (CFU) somministrate per periodi
di 2 settimane in animali e 4 settimane in esseri umani hanno mostrato effetti
sufficienti.
Anche se le traslazioni degli studi sugli animali sull’uomo suggeriscono nuove
possibilità, vale la pena di pensare a studi ulteriori sull’uomo, soprattutto mirati
a pazienti con malattie mentali che evidenzino
contemporaneamente comorbidità gastrointestinali. Oltre alle misurazioni
comportamentali attraverso questionari psicologici o scale, sono necessari
ulteriori studi di neuroimaging in esseri umani al fine di studiare quali aree siano
interessate nel cervello in modo tale da provocare cambiamenti comportamentali
dopo il consumo di probiotici.
D'altra parte, una
recente revisione sistematica di 10 studi randomizzati controllati in esseri
umani (tra cui i 6 studi inclusi anche nella revisione sistematica di Wang,
et al.), condotta dal Dr. Paul Ritvo dalla York University di Toronto, Ontario
(Canada), forniscono informazioni ancora contrastanti al riguardo dell'utilizzo
dei probiotici nel ridurre i sintomi di ansia-depressione negli esseri umani. E,
anche se sembra che l’integrazione con probiotici potrebbe portare a benefici
psicologici, sono stati trovati notevoli limiti metodologici come problema
principale per poter generalizzare i risultati.
I ricercatori hanno sottolineato che sono necessari ulteriori studi di
follow-up di intervento al fine di comprendere meglio i potenziali benefici sulla
salute mentale umana della supplementazione con probiotici.
Uno dei molti meccanismi possibili che potrebbero spiegare il ruolo dei
microbi dell'intestino nell'influenzare la funzione del cervello è attraverso
la modulazione del livello di microbici produttori e consumatori di acido
gamma-aminobutirrico (GABA). In questo contesto, un passo in avanti importante
e degno di nota è la recente
identificazione di una specie di batteri dell'intestino, chiamata KLE1738,
che può crescere solo in presenza di acido gamma-aminobutirrico (GABA). KLE1738
è un batterio dell'intestino umano recentemente scoperto che può avere un
metabolismo insolito che si basa sul consumo del GABA, il principale
neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale.
Altri meccanismi, che coinvolgono batteri produttori di serotonina,
potrebbero anche avere uguale rilevanza potenziale per la depressione e altri
disturbi dell'umore.
Noi siamo d'accordo che, pur con i limiti metodologici evidenziati dalla revisione della letteratura che vi riportiamo nei riferimenti qui sotto, la ricerca corrente possa avvalorare l'idea che le comunità
microbiche nell'intestino possano svolgere un ruolo importante sulla salute
mentale. Tuttavia è evidente che ulteriori studi sull’uomo, in quest'area, sono necessari al
fine di chiarire quali pazienti potrebbero beneficiare di supplementazione con
probiotici per migliorare la loro funzione mentale, per identificarne meglio i meccanismi, e quali siano le specie e sottospecie più utili e affini.
Buona salute! (e non
solo mentale)
Dr.ssa Chiara
Saggioro, D.Sci., Ph.D.
Dr. Alfredo
Saggioro, M.D.
Riferimenti:
Pirbaglou M, de
Souza RJ, Stearns JC, Motamed M, Ritvo P. Probiotic
supplementation can positively affect anxiety and depressive symptoms: a
systematic review of randomized controlled trials. Nutr Res. 2016,
doi:10.1016/j.nutres.2016.06.009.
Wang H, Lee IS,
Braun C, Enck P. Effect of
probiotics on central nervous system functions in animals and humans – a
systematic review. J Neurogastroenterol Motil. 2016, doi:
10.5056/jnm16018.
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