La sindrome
del tunnel carpale è conseguenza dell’infiammazione cronica
(tenosinovite) della borsa tendinea dei flessori, con effetto di compressione
sul nervo mediano.
Si manifesta in genere, più frequentemente nei soggetti femminili ultraquarantenni, ma
anche nei soggetti maschi trentenni, con comparsa di
formicolio e intorpidimento nelle dita della mano, specialmente pollice e
indice, ma che si estendono a medio e metà anulare, spesso coinvolgendo anche
parte del palmo della mano estendendosi anche lungo il braccio.
Tali disturbi, prevalentemente
notturni, possono evolvere nei casi più gravi in una progressiva e
irreversibile perdita della sensibilità alle prime tre dita ed alla mano dal
lato volare seguita da ipo-atrofia dei muscoli della mano.
E’ una sindrome dolorosa, che può manifestarsi in corso di gravidanza, nei soggetti affetti da
ipotiroidismo o da artrite reumatoide. E’ più frequente nei soggetti che
utilizzano le mani per lavori di precisione e tipicamente ripetitivi come lo
scrivere a macchina o al computer per molte ore, ma si manifesta anche in chi
esegue molti movimenti innaturali con il polso o che comportano sollecitazione
tendinea continua.
Chi ne è affetto sente il bisogno di
scuotere periodicamente le mani come per allontanare (attraverso uno stretching
non programmato) il dolore o il fastidio.
Chi soffre di questa sindrome
presenta difficoltà a eseguire lavori con le dita come stappare una bottiglia o
lavorare a maglia.
Questo crea tensione e preoccupazione.
La diagnosi dipende necessariamente da un’elettromiografia e da test clinici
chiamati manovra di Phalen e segno di Tinel che consistono in
manovre di stimolazione del nervo mediano per provocare la comparsa dei sintomi
della sindrome.
La terapia, generalmente, comprende farmaci
antinfiammatori, cortisonici, presidi come stecche per tunnel carpale e molto spesso si conclude con il ricorso alla chirurgia.
In Medicina
Funzionale s’inizia con terapie
biomeccaniche e miofasciali, con l’obiettivo di riportare in sede posturale
ottimale il rachide cervicale, il polso e l’ulna e il radio rilassando la
muscolatura e riposizionando le articolazioni.
L’osteopata, in caso di dolore, agisce con
il trattamento manipolativo
In primis del tratto cervicale, che al
70% dei casi risulta essere la zona responsabile della sindrome del tunnel
carpale.
Laggiungere la guarigione in un
tempo di quattro settimane.
Associando il metodo Mèziéres, trattamento
fisioterapico efficace,
e mediante un massaggio non soltanto al
polso ma sull’intero arto e sulla catena fasciale, comprendendo i muscoli della
spalla, della scapola, del torace, si può combattere il sintomo doloroso
curando il problema alla radice.
L’effetto terapico si ottiene già sin dalle
prime sedute fino alla scomparsa completa del dolore e per il normale
svolgimento delle attività lavorative quotidiane. Con il massaggio miofasciale eseguito in modo
profondo si ottimizza l’effetto terapico al 100%
Le manipolazioni si possono effettuare mediamente due volte alla settimana e si può raggiungere la guarigione in un tempo di quattro settimane.
Associando alle manovre osteopatiche un
semplice nutriente, la Vitamina B6, la
terapia è comunemente risolutiva,
porta cioè a guarigione completa.
La Vitamina B6 deve essere assunta nella
sua forma attiva, il piridossal-5’-fosfato
alla dose di 50 mg 3 volte al giorno per un mese, e talora per due mesi. Questo
periodo generalmente è sufficiente a far scomparire questa condizione.
Se non si ottenessero risultati
soddisfacenti, va sempre ricordato che la Vitamina B6, per funzionare, richiede
adeguate dosi di zinco, infatti, il
deficit di zinco inibisce la conversione della Vitamina B6 nella sua forma
attiva.
La
B6 è pertanto inefficace, finché la carenza di zinco non viene corretta.
Sempre pensando alla Medicina Funzionale,
è quindi importante ricordare che, prima di intraprendere questa terapia, vanno
misurati i livelli ematici di zinco e della fosfatasi alcalina. Bassi valori di fosfatasi alcalina, inferiori a
70, sono infatti correlati a una carenza di zinco.
Vorrei anche ricordarvi che sostanze plastificanti e ftalati possono creare carenze di zinco nascoste che, a loro volta,
potrebbero contrastare l’efficacia della vitamina B6.
Un altro motivo frequente di fallimento delle terapie
precedentemente illustrate, che sono semplici ed efficaci, è l'alto livello di metalli pesanti che ognuno di noi
inconsapevolmente porta. Alluminio, arsenico, piombo, cadmio e mercurio sono
alcuni dei più comuni metalli pesanti che sono purtroppo in tutti noi.
Questi elementi, si posizionano proprio negli enzimi, sostituendo
con la forza i minerali necessari per la loro normale funzione.
Danno segno della loro presenza solo quando si sono accumulati
abbastanza e noi diventiamo sintomatici in una sede anatomica che mai ci aveva
prima recato disturbo, come il polso (sindrome del tunnel carpale).
Quello che possiamo apprendere dal
breve post di oggi è che, se abbiamo ben presente cosa voglia dire Medicina
Funzionale, quando ci si trova in presenza di un paziente affetto da sindrome
del tunnel carpale, si deve prendere in considerazione di associare manovre
osteopatiche a una terapia di prova con piridossal-5'-fosfato.
Se non si riscontrano risultati dopo
un mese, non serve gettare la spugna.
Si prenderà allora in considerazione
un possibile deficit di zinco, o l’accumulo di plastificanti o di ftalati o la
presenza di tossicità da metalli pesanti.
Buona salute!
Nessun commento:
Posta un commento
Per inserire un commento è necessario diventare utenti registrati, cliccando su iscriviti per email