Quando si vuole perdere qualche chilo
di troppo, ma vale anche per chi di chili deve perderne parecchi, spesso si
ricevono consigli sconfortanti, che creano difficoltà e non ottengono i
risultati sperati.
Questo avviene perché gran parte delle
diete, si basa su principi sbagliati e cercheremo, molto brevemente, di
darvi qualche indicazione per comprendere come superare questo problema.
L’ipotesi calorica
E’ opinione corrente che: l’obesità sia solo
mancanza di volontà:
…mangia meno...fa più esercizio…e dimagrirai:
solo tu puoi volerlo!
Questo modello fallisce quasi sempre perché:
·
Il nostro organismo possiede
meccanismi compensatori molto saggi per difenderlo dalla perdita di peso:
diminuisce la spesa energetica, cioè il consumo di calorie e aumenta l’appetito
appena ci si mette a dieta.
·
I carboidrati ad alto indice glicemico
(come gli zuccheri raffinati, le bevande dolcificate, i cereali raffinati e gli
amidi) accendono il nucleus accumbent, cioè il centro cerebrale per le
dipendenze, promuovendo un alimentarsi compulsivo di alimenti ad alto indice
glicemico (in poche parole portandoci a mangiare proprio quello che non
vorremmo)
·
Molteplici e diversi fattori regolano
inoltre il metabolismo: la composizione della dieta, il microbioma intestinale,
le esposizioni a tossici, infezioni, allergeni, lo stato nutrizionale, le
disfunzioni mitocondriali, e i disequilibri ormonali e dei neurotrasmettitori.
Le “diete tradizionali a restrizione calorica” esaltano le
disfunzioni metaboliche e si traducono, nel lungo termine, nella tendenza a
MANGIARE IN ECCESSO.
Proviamo
a guardare le cose da un punto di vista diverso…
·
Un’alimentazione di scarsa qualità, non le calorie,
rappresenta il percorso verso l’obesità.
·
Tutte le calorie non sono create uguali.
·
Il cibo è molto di più che solo calorie…è
informazione che programma l’espressione dei nostri geni e modifica lo stato
metabolico.
·
Le diete che non funzionano è perché non si
rivolgono a modificare quelle che sono i generatori principali dell’assunzione
di un eccesso calorico: le dipendenze psicologiche, anche inconsce, da
carboidrati raffinati e zuccheri.
Lo zucchero crea dipendenza otto volte di più della cocaina!
Studi di neurofisiologia e di ricerca
sperimentale rivelano similarità sorprendenti fra la dipendenza da zuccheri e
da cocaina.
· Sia il sapore dolce, sia
i farmaci dell’abuso come la cocaina, stimolano la liberazione di dopamina nel
nucleo ventrale striato del cervello, che è critico nei processi che riguardano
la sensazione di premio e apprendimento del premio (per cui ci sentiamo
falsamente premiati).
· Sia una tolleranza
crociata, sia una dipendenza sono caratteristiche del consumo di zuccheri e
dell’abuso di farmaci. Questo significa che, col passare del tempo, per
entrambe le situazioni è necessario aumentare le quantità per ottenere
l’effetto desiderato.
· In uno studio
sperimentale, i ratti preferivano la saccarina endovena rispetto alla cocaina
endovena e, in un altro, sceglievano il saccarosio (lo zucchero comune della
zuccheriera) piuttosto che la cocaina.
Il mangiare compulsivo può somigliare alla dipendenza da
cocaina!
Il grasso viscerale è affamato e può determinare un
comportamento compulsivo nei confronti del cibo
· Il grasso viscerale è quello che è situato (e
conservato) attorno agli organi interni, in grande prevalenza nell’addome.
· Le cellule adipose (quelle che contengono il grasso)
viscerali sono attive metabolicamente e funzionano come se consumassero benzina
dal torrente sanguigno, inducendovi quindi a mangiare di più per fare
rifornimento.
· Queste cellule secernono ormoni e citochine che
promuovono aumento di peso e infiammazione.
o
Ormoni quali
adiponectina, insulina, resistina, leptina e MSH
o
Citochine
quali IL-6, TNF-alfa e altre molecole pro-infiammatorie.
· La liberazione d’insulina avviene in risposta a cibi
ad alto indice glicemico, creando ancor più infiammazione e un metabolismo che
promuove obesità aumentando i depositi di grassi = un vero e proprio circolo
vizioso.
La composizione della dieta è più importante
delle calorie…e molti studi lo evidenziano molto bene. Eccovi alcuni esempi:
· Uno studio europeo di vaste dimensioni sul calo
ponderale ha reso evidente come un aumento del contenuto proteico e una
contemporanea riduzione dell’indice glicemico della dieta (che significa
riduzione di tutti gli alimenti ad alto indice glicemico) ha determinato un
miglioramento dei risultati: gran parte dei soggetti l’ha completato con
successo e, in seguito, mantenuto la perdita di peso.
· Un altro studio ha evidenziato come una dieta a
basso indice glicemico e più elevata in grassi e proteine migliori il
metabolismo e la sensazione di energia.
· Topi alimentati con una dieta a elevato indice
glicemico, evidenziano, dopo sole nove settimane, un aumento del doppio del
grasso corporeo rispetto a quelli alimentati con dieta a basso indice
glicemico.
· Atleti sottoposti a una dieta chetogenica e ricca in
lipidi, presentano migliori performances e meno stanchezza.
A parte il problema peso, vi ricordiamo che
ricerche recenti indicano il consumo di zuccheri come un fattore di rischio
indipendente per molte, se non tutte, le malattie croniche.
Avete bisogno di altre ragioni per smettere di mangiare
zuccheri?
Queste sono le nostre raccomandazioni per una
salute e un peso ottimali:
2. Scegliete, per quanto possibile, carni da allevamenti a prato e biologiche (cliccare qui) e pesce pescato e non di allevamento.
3. Aumentate il consumo di vegetali e di frutta a basso indice glicemico come i frutti di bosco e le mele verdi.
4. Evitate tutti gli alimenti inscatolati e di produzione industriale. Soprattutto: se sono descritti più di 3-4 ingredienti, non comprateli!
5. Limitate tutti i cibi che sono ricchi in amidi, come le patate e il riso bianco.
6. Eliminate il glutine se siete sensibili o se geneticamente predisposti a reazioni ed evitate TUTTI i cereali raffinati.
7. Evitate tutti i grassi idrogenati e trans. Utilizzate liberamente burro biologico, ghee, olio di cocco, olio di oliva extravergine, avocado e altri grassi salutari.
8. Evitate alimenti geneticamente modificati (OGM) come il mais, la soia e la canola.
Buona salute!
Chiara Saggioro, D.Sci., Ph.D.
Alfredo Saggioro, M.D.
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