Le cause che creano disarmonia sono
molteplici; ad esempio, un problema di tipo stressogeno/emotivo può creare rigidità alle
spalle e al collo e il paziente riferirà di portarsi un grande peso sulle
spalle.
Ricercatori del Comitato per la Tassonomia
della Scuola Internazionale per lo Studio del Dolore danno la seguente
definizione : << l dolore è una esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole
associata ad un danno potenziale e reale del tessuto e descritto con termini
riferentesi a tale danno>> (Pain 1969).
Zucchi e la Scuola Algologica
Fiorentina ribadiscono inoltre che il dolore può essere definito un’entità
psicofisica con valenze universali (in quanto provato da tutti i soggetti)
nella cui percezione sono in causa: fattori individuali, culturali e religiosi,
e al cui inquadramento partecipano non solo le branche della medicina e della
biologia, ma anche le scienze umanistiche come filosofia e psicologia (Algogia
1973).
Il dolore rappresenta certamente un elemento
psicofisico pressante in ciascun uomo e verso il quale molti filosofi hanno
posto particolare attenzione.
Il dolore è un’esperienza individuale come
evento morale ed esistenziale.
Cartesio (1595-1650) sostiene che il dolore
rappresenta un sistema di autodifesa per l’uomo, un meccanismo di allarme che
ha come fine filogenetico la conservazione della specie; infatti, senza dolore,
l’uomo risulterebbe indifeso dalle avversità ambientali.
Nella teoria del campanello d’allarme di
Cartesio, si ha la prima descrizione neurofisiologica del dolore. Se una fiamma
si sviluppa vicino al piede, si azionano tutte quelle attività di percezione situate a livello della cute che sono a questo deputate, e, in corrispondenza di questa, si apre una piccola porticina detta
“poro” che nello stesso istante rappresenta il campanello di allarme che pende
sull’altra estremità.
Il filosofo de Condillac (1715-1780) sostiene che l’uomo
diviene cosciente del suo corpo attraverso dell’uso dei vari sensi e afferma
che “la sensazione conduce alla percezione e la percezione alla coscienza”.
Ma andiamo a vedere nello specifico: il dolore
fisiologico è un dolore che insorge con un sistema algico indenne, per esempio
la scottatura o lo stato infiammatorio di organi o tessuti; il dolore
patologico insorge in un soggetto a seguito di una lesione del sistema algico per una alterazione dell’integrità anatomica delle fibre afferenti
(alterazioni neurochimiche per alterata sintesi dei neurotrasmettitori, infezioni
virali come nella neuropatia post-erpetica ecc.).
Il dolore fisiologico è temporaneo o acuto e
si identifica con il dolore “sintoma”. Il dolore patologico è cronico e
continuativo e si identifica con il dolore “malattia”.
La terapia antalgica cerca o di bloccare le
vie dell’apparato nocicettivo, o di potenziare l’apparato antionocicettivo.
Gli
strumenti per combattere il dolore sono molteplici: farmacologici (FANS,
anestetici locali, morfina ecc.); non farmacologici (laser-agopuntura, CEMPS,
elettromagnetoterapia pulsata, terapia termica, TENS, terapia osteopatica manuale,
massoterapia, fisiocinesiterapia), chirurgici (ablazioni, neurolesioni,
chirugia vascolare, chirurgia sostitutiva o ricostruttiva di anca, ginocchio ecc.),
psicologici e cognitivi (meditatazione, musicoterapia, yoga, placebo,
bio-feedback, condizionamento operante, tecniche di rilassamento, ecc.), e infine,
ma non per questo da ritenersi ultima in classifica, la rieducazione
alimentare che deve tenere conto dei seguenti aspetti:
- condizioni metaboliche e di consumo energetico
- età
- religione e tradizioni etniche
- consumo di alimenti prevalentemente crudi o cotti a basse temperature
- consumo di frutta e verdura, almeno 5 porzioni ovvero un kilogrammo al giorno
- dieta povera di carboidrati rapidamente assimilabili come zucchero e dolci, ma anche cereali raffinati
- assunzione di più di 2 litri di acqua al giorno, con eventuali integrazioni di prodotti di nutraceutica o fitoterapici a seconda delle necessità individuali.
Come avrete capito la riabilitazione è un
fenomeno molto complesso e multifattoriale e non è, come comunemente si pensa,
esclusivamente un “fatto fisico” e va quindi eseguita da operatori che abbiano
una visione olistica e non esclusivamente meccanicistica del nostro organismo.
Come da MANUALE DELLA MEDICINA FUNZIONALE
Buona Salute!
Giulia Calogero (la vostra osteopatia di fiducia)